E sono 23!

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Foto: Unimondo.org

Oggi, nella Giornata ONU per i diritti umaniUnimondo compie 23 anni, un traguardo importante per un quotidiano che il 10 dicembre 1998, per iniziativa della Fondazione Fontana Onlus, ha deciso di puntare tutto su internet. Allora poteva sembrare un azzardo. Non lo è stato. Oggi il web è la nuova "normalità" della comunicazione, ma i siti di informazione nascono  e muoiono con facilità. Unimondo, a suo modo, è riuscito in tutti questi anni a navigare attraverso le onde del web, percorrendo una rotta originale che ci ha portato a parlare tutti i giorni di pace, genere, diritti umani, ambiente, politica, sostenibilità, cultura, salute e stili di vita, dando voce alle molteplici realtà della società civile italiana e internazionale attraverso organizzazioni e associazioni, persone e movimenti, ong e campagne...

Abbiamo dato notizie originali, offerto interviste e approfondimenti tematici, partecipato attivamente a campagne a livello nazionale e internazionale, insomma abbiamo cercato di raccontare il mondo dal nostro/i punto/i di vista senza urlare. L’informazione di Unimondo ha voluto e vuole continuare a partire dal presupposto che, per capire questo Mondo, dobbiamo avere un “pensiero globale”. Tutti possiamo imparare da tutti perché il nostro pianeta è formato da reti di comunità locali che interagiscono a prescindere dalla distanza. Del resto, ogni giorno in redazione, ci rendiamo conto che in un modo sempre più interconnesso, dove i problemi sono misurati e raccontati su scala globale, globali devono essere anche le spiegazioni, ancor prima che le soluzioni, ben sintetizzate dall’Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile. Un concetto che Michele Serra, la prima volta che ha sentito parlare del nostro portale, ha così battezzato: "Unimondo? Qualcuno è così pazzo da credere nell’unità del pianeta? Tutto congiura contro l’unità. Lode a chi cerca di ricostruire un pensiero che ci comprenda tutti". 

Oggi questo concetto è stato drammaticamente evidenziato dalla pandemia di Covid-19 e dalle sue contagiose conseguenze. Ma se queste possono essere la chiave per chiarire le nostre connessioni globali, la strada da percorrere per un'informazione che sappia coniugare locale e globale con uno sguardo lungo e cosmopolita (parola e insegnamento molto cara al nostro ex direttore Piergiorgio Cattani) rimane una sfida che non può e non deve essere legata solo alla drammatica contingenza del Covi-19.

Così vuole fare anche la neonata campagna Campagna 070 promossa da FocsivAOICINI e Link 2007, con il patrocinio di ASVisCaritas ItalianaForum Nazionale del Terzo Settore e MISSIO che come Unimondo abbiamo deciso di raccontare e accompagnare con informazioni dedicate che riescano a farci capire perché è così importante, oggi, destinare lo 0,70% del PIL alla cooperazione internazionale e allo sviluppo equo e sostenibile dei paesi impoveriti. Siamo sempre più convinti che quest’impegno disciplinato dalla legge 125/2014 sia strategico e vantaggioso per tutti, non solo per i cittadini dei paesi più poveri, ma anche per le nostre comunitàUna prospettiva oggi lampante per via della variante Omicron, ma almeno nella teoria chiara da anni, da quando il 24 ottobre 1970 l’Italia ha firmato la risoluzione dell'Assemblea ONU che impegnava i paesi a destinare lo 0,70% del PIL alla cooperazione internazionale

Questo però è un compleanno particolarmente significativo per chi come noi prova a mettersi al servizio di un'informazione che mira ad una più ampia e completa comprensione dell'attualità. Perché nel raccontare le connessioni globali e locali  ci accompagna da aprile Raffaele Crocco che è il nuovo direttore di Unimondo oltre ad essere il direttore responsabile dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo. Due progetti che si affiancano, diventano paralleli, con l’idea di diventare un più grande e migliore strumento di informazione. "La notizia, la notizia in genere dico, qualsiasi notizia - ha ricordato Crocco - è solo un piccolo tassello. È una piccola parte della costruzione. Per funzionare bene, per diventare costruzione, va legata ad un’altra notizia e poi ad un’altra ancora. Allora diventano racconto e il racconto, unito ad altri, diventa conoscenza. La conoscenza a quel punto è la base: la base della libertà propria e altrui. La base del diritto, della democrazia. La base per ottenere il meglio della vita. Lo so, sono partito davvero da lontano. Sono partito ripetendo idee nemmeno nuove o originali. Ma è per queste idee che oggi sono qui. È perché credo da sempre in tutto questo che ho accettato di diventare direttore di Unimondo, affiancandolo all’essere direttore responsabile dell‘Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo. Non sono mai stato un giornalista neutrale. Cerco di essere, pensando di riuscirci, un giornalista onesto, che mette al centro ciò che vede e può provare, che non manipola le notizie, che rispetta tutte le persone e tutte le idee. Ma proprio per questo, proprio perché rispetto chi legge e i suoi diritti, sono un giornalista di parte.  Per l’Atlante tempo fa ho coniato una frase, che è diventata il nostro slogan: “Noi rivendichiamo il diritto ad essere partigiani, cioè di parte. Siamo e saremo sempre contro la guerra”. Per estensione sono e siamo partigiani nei confronti della vita, perché siamo contro l’informazione cattiva, manipolata, usata. Sono e siamo contro l’informazione che non crea conoscenza, che toglie libertà. Sono e siamo contro l’informazione che fa crescere la paura, che genera insicurezza, che uccide i sogni ed il futuro. In Unimondo ho trovato e trovo la stessa voglia di essere di parte. Leggo la medesima voglia dare un calcio al pessimismo, cercando l’ottimismo della verità. Piergiorgio Cattani ha seminato bene da questo punto di vista"

L’idea di mettere in parallelo i due mondi, quello dell’Atlante e quello di Unimondo, è bella e vincente. Significa aumentare le singole capacità delle testate, tenendole separate, ma facendole diventare un migliore e più grande strumento di informazione. Significa dare gambe all’idea di fare rete, di costruire comunità. È una opportunità che non si poteva perdere. In un mondo dove l'informazione è messa a dura prova, assediata dalle false notizie, dalla propaganda e dal tentativo di imbavagliamento Unimondo festeggia così i suoi 23 anni, rinnovando e allargando il suo impegno "partigiano": fare informazione secondo il nostro stile aperto al mondo, contrapponendo al “prima noi” la parola “insieme”. 

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