Energy Union europea un bluff chiamato sicurezza energetica

Stampa

Al vertice europeo di giovedì 19 marzo si è tornati a parlare di Energy Union, il piano della Commissione Junker per la creazione di un mercato unico dell’energia in Europa. Un progetto ambizioso quasi solo nelle dichiarazioni. Per molti, infatti, la risoluzione di Bruxelles è un mero esercizio retorico, dal momento che nel documento non si affrontano i nodi più spinosi della questione: come diminuire la dipendenza degli Stati membri dal gas di Mosca? Quali sono i tempi per riuscirvi e quanto costa? Tutte domande sulle quali il testo Junker fa spallucce.

Solo qualche dato: l’Unione europea importa il 53% del proprio fabbisogno energetico per un costo di circa 400 miliardi di euro l’anno. Almeno sei Paesi membri dipendono da un singolo fornitore esterno di gas, ovvero Gazprom. La Russia può decidere da un momento all’altro di chiudere i rubinetti, lasciando senza gas decine di milioni di europei. La sola Italia importa circa il 30% del proprio fabbisogno energetico dal colosso russo. Segno che l’Europa deve darsi una politica alternativa per l’approvvigionamento di energia. 

L’Ucraina, gioco forza, è stata al centro del dibattito del summit europeo. La guerra tra Mosca e Kiev rende imprevedibile le conseguenze per gli approvvigionamenti energetici, rendendo necessaria l’individuazione di soluzioni alternative. Peccato che ogni rimedio porta scritto il nome Gazprom, cambiando poco lo stato di cose. Il gas russo, infatti, continuerà ad arrivare in Europa attraverso la nuova bretella del Turkish Stream, il gasdotto che sostituisce in parte la rete attuale. E le proposte di Bruxelle per ovviare alla situazione non appaiono lungimiranti.

Ecco quali sono: 1) Messa in opera di un network europeo di gas naturale liquiquo; 2) Sviluppo di un Mediterranean Gas Hub, ovvero favorire l’importazione di gas dall’Algeria, dal Medio Oriente e dall’Africa, sviluppando contemporaneamente una partnership strategica con la Turchia, il Turkmenistan e l’Azerbaijan; 3) Sviluppare una partnership energetica con l’Unione per sviluppare “investimenti europei” in quel Paese; 4) Promuovere lo sfruttamento delle risorse “domestiche”, incluso lo shale gas. L’Europa spinge l’acceleratore sui vecchi sistemi di produzione di energia, compreso il carbone (vedi qui).

Poco invece viene detto in favore delle soluzioni durature e a basso impatto ambientale: lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile. Un serio investimento nelle reti e nei sistemi di accumulo porterebbe alla tanto acclarata sicurezza e stabilità energetica. Senza contare che vento e sole garantirebbero costi di produzione e di consumo più bassi di quelli attuali, rendendo più eque le bollette elettriche degli europei. E infine solo con le rinnovabili l’Europa può raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, combattendo davvero contro il riscaldamento globale che minaccia la vita umana sulla terra.

Massimo Lauria da Remocontro.it

Ultime su questo tema

I gazawi stanno morendo per noi

02 Ottobre 2025
Si testa la tenuta dell’impunità concessa ai massacratori. Si trovano le strade per ridurre al silenzio la democrazia. (Raffaele Crocco)

Dossier - Riconoscere la Palestina: perché il mondo sta cambiando posizione

01 Ottobre 2025
Nell’estate-autunno 2025 alcuni tra i più rilevanti Paesi occidentali hanno deciso di riconoscere lo Stato di Palestina. (Giacomo Cioni)

La strada in salita dell’accordo Bangkok-Phnom Penh

02 Agosto 2025
I due eserciti dovrebbero ritirarsi sulle posizioni iniziali e aprire un tavolo di trattativa. (Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo)

Da inizio Legislatura approvati nuovi programmi militari per 42 miliardi

01 Agosto 2025
Dal Parlamento il via libera all’avvio di spese militari dal valore complessivo di oltre 42 miliardi e impegni finanziari pluriennali per 15 miliardi, con impegni annuali superiori al miliardo...

Cosa dobbiamo raccontare ancora, di questo diabolico Risiko? Il punto

25 Luglio 2025
Si parte confine fra Thailandia e Cambogia, con una nuova guerra che pare prendere forma da vecchie dispute. (Raffaele Crocco)

Video

Conflict Diamonds in Sierra Leone