Vicenza: 23mila cittadini votano 'no' alla base Usa Dal Molin

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Migliaia di cittadini hanno espresso la propria contrarietà alla nuova base Usa 'Dal Molin' attraverso la consultazione popolare autogestita che si è tenuta ieri a Vicenza. Più di 24mila i votanti, pari al 28,6% degli aventi diritto, di cui oltre 23mila, cioè più il 95,7% hanno votato "sì" all'acquisizione da parte del Comune dell'area dell'aeroporto Dal Molin per l'uso della città.

"Uno straordinario esempio di democrazia" - ha commentato il sindaco Achille Variati che ha promosso la consultazione nonostante la bocciatura del Consiglio di Stato. Pur rispettando l'ordine del Consiglio di Stato che ha definito "illegittima" la delibera cittadina per la consultazione popolare, Variati ha sostenuto la raccolta di firme autogestita che si è realizzata in tempi strettissi. Per Variati l'afflusso al voto e la volontà di esprimersi dei vicentini sui destini della loro città è un messaggio che "non parla solo a Vicenza ma anche all'intero Paese e che fa capire quanto sia sbagliato non permettere alla gente di esprimersi su ciò che li riguarda". "Il quesito - sottolinea Variati - mette al centro non problemi di natura militare o legati a patti internazionali ma il destino di un'area verde che riguarda una città. Uno spazio di pregio ambientale a ridosso di Vicenza che è il più grande del genere in Italia".

"Due anni di atti di arroganza e imposizioni, dunque, non sono bastati a far piegare la testa ai vicentini che, con il voto di oggi, hanno dimostrato ancora una volta il radicamento di cui gode l'opposizione alla struttura militare statunitense" - commenta il comitato 'No Dal Molin'. Cinzia Bottene, del Presidio Permanente, ha sottolineato che il voto è stata "un'ottima risposta di partecipazione e democrazia a chi voleva imporre con l'autoritarismo scelte che riguardano il futuro della comunità locale vicentina".

Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che con una lettera al sindaco di Vicenza, aveva definito la consultazione popolare "gravemente inopportuna". Sulla questione della legittimità giuridica e del valore democratico della consultazione popolare è intervenuto nei giorni scorsi il sociologo Ilvo Diamanti in un corsivo dal titolo "Se la democrazia diventa inutile. "Vicenza diventa un caso esemplare, nella sua specificità. Una città dove lo Stato decide che i cittadini non "devono" pronunciarsi, secondo procedure istituzionali, perché, comunque, è stato già deciso" - afferma Diamanti. "Come se la democrazia fosse un utensile per realizzare "prodotti" pubblici. Un sistema e un metodo per decidere, come un'impresa qualsiasi (proprio oggi che il mercato non sembra più di moda). Dimenticando che la democrazia ha valore in sé. E' un valore in sé. Le procedure mediante cui si realizza "servono" come fonte di legittimazione perché garantiscono riconoscimento alle istituzioni e consenso alle autorità" [GB].

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