Rifugiati: situazione tesa in RdCongo, rimpatriano gli angolani

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Rifugiati congolesi continuano a fuggire in Burundi a piccoli gruppi, mentre allo stesso tempo un centinaio di rifugiati congolesi hanno cominciato a rientrare nei propri villaggi nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) per verificarne la situazione - comunica l'UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati).

"Da sabato scorso, fra i 100 e 200 rifugiati congolesi hanno quotidianamente fatto ritorno nella RDC. La maggioranza di loro aveva trovato un riparo nei villaggi ai margini dei campi situati nella zona di confine del Burundi, dove circa 34mila rifugiati sono fuggiti dagli inizi di giugno. Ma la situazione nella provincia del Kivu meridionale, nella RDC, sarebbe ancora tesa. Cittadini congolesi continuano ad attraversare il confine col Burundi, intimoriti dalla forte presenza militare che pattuglia l'intera regione e dalla possibilità di essere coinvolti in conflitti armati" - nota il comunicato.

Allo stesso tempo nella RDC orientale, le autorità governative hanno avviato una campagna per esortare i congolesi fuggiti in Burundi a rientrare nel paese. Sembra infatti che, su richiesta del governo centrale di Kinshasa, le autorità di Uvira e Kamanyola stiano minacciando i rifugiati che non fanno immediato ritorno di perdere i loro posti di lavoro, avvertimento rivolto principalmente a dipendenti dell'amministrazione statale e dirigenti scolastici. I rifugiati restano comunque perplessi circa la possibilità di rientrare, data la precarietà della situazione nella RDC. A Kamanyola e Luvungi, nella parte orientale della RDC, la vita starebbe gradualmente tornando alla normalità e il flusso di commercianti da e verso Kamanyola, specialmente nei giorni di mercato a Rugombo, sarebbe regolarmente ripreso.

Ha avuto inizio, intanto, la seconda fase dell'operazione dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) per il rimpatrio volontario dei rifugiati angolani dalla Repubblica Democratica del Congo (RDC).

Venerdì 2 luglio, il primo dei convogli UNHCR con a bordo 377 rifugiati provenienti da Kisenge, nella provincia congolese del Katanga, ha attraversato il confine a Luau nella provincia di Moxico, in Angola orientale. Nell'area di Kisenge si trovano tuttora circa 15mila rifugiati, in tre diversi insediamenti.
Dalla metà dello scorso mese di giugno, i convogli di rimpatrio partono regolarmente dallo Zambia per Cazombo, nella provincia angolana di Moxico, mentre da maggio partono dalla Namibia verso Kuando Kubango, nell'Angola meridionale. Complessivamente, si prevede che circa 145mila rifugiati angolani faranno ritorno nel proprio paese dai paesi confinanti, circa 90mila dei quali con l'assistenza dell'UNHCR.

Nell'aprile 2002, al momento della firma degli accordi di pace che hanno posto fine a ventisette anni di guerra civile, i rifugiati angolani nei paesi limitrofi erano stimati in circa 441mila. Da allora, 218mila hanno fatto ritorno nel proprio paese, 76mila dei quali nel corso del 2003 nell'ambito del programma di rimpatrio volontario UNHCR. I paesi che hanno accolto, e tuttora accolgono, il maggior numero di rifugiati angolani sono lo Zambia, la Repubblica Democratica del Congo, la Namibia e la Repubblica del Congo. [GB]

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