Bambini: ai margini del progresso, dimenticati anche in Italia

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E' stato presentato nei giorni scorsi a Mosca, Ginevra e Firenze il rapporto dell'Unicef "Innocenti Social Monitor 2004" che rivela come milioni di bambini in Europa orientale e in Asia centrale vivono ancora in condizioni di povertà nonostante i progressi economici realizzati da tutti i paesi della regione. Su 44 milioni di bambini dei nove paesi - Repubblica Ceca, Polonia, Russia, Bielorussia, Albania, Azerbaigian, Armenia, Georgia, Kirghizistan - per i quali sono disponibili dati, 14 milioni vivono in condizioni di povertà secondo i criteri nazionali. "Ciò indica che da sola la crescita economica non migliora necessariamente la vita dei bambini" - sottolinea l'Unicef.

"In questa regione del mondo i bambini sono lasciati ai margini dal progresso economico e la povertà stravolge la loro infanzia" - ha detto il Direttore esecutivo dell'Unicef Carol Bellamy in occasione della presentazione del rapporto a Mosca. "Ciò solleva due interrogativi fondamentali. Primo: a cosa serve la crescita economica se non porta vantaggi ai bambini? E in secondo luogo: perché ci sono così tanti paesi che non riescono a misurare la povertà dei bambini? Si tratta di un indicatore essenziale del successo o del fallimento delle loro politiche socioeconomiche, nonché delle loro prospettive per il futuro" - ha affermato Bellamy.

Il "Social Monitor Innocenti" mette in risalto il divario esistente tra ricchi e poveri nei 27 paesi dell'Europa centrorientale e della Comunità di Stati Indipendenti, come anche tra i più prosperi paesi dell'Europa centrale e i più poveri paesi del Caucaso e dell'Asia centrale. Il rapporto prende in esame gli effetti della disoccupazione sui bambini: in alcuni paesi, come Bulgaria e Polonia, molti bambini oggi crescono in famiglie nelle quali nessuno dei due genitori ha un lavoro. Il rapporto rileva inoltre che nell'intera regione i poveri spesso sono costretti a pagare per ottenere servizi medici e dell'istruzione che invece dovrebbero essere disponibili gratuitamente, mentre i sussidi di disoccupazione e gli assegni familiari non riescono a coprire le loro esigenze. I dati più recenti mostrano che in Uzbekistan meno di 7 bambini poveri su 10 frequentano la scuola di base.

Il rapporto evidenzia inoltre che la disoccupazione ha innescato una spirale di alcool e droga che causa un'alta percentuale di morti di giovani maschi in Europa orientale e in Asia centrale. In questi Paesi, un terzo delle morti di giovani tra i 15 e i 29 anni sono conseguenza dell'assunzione di alcool o droghe.

Si è conclusa intanto l'altro ieri, in Italia, la prima Conferenza delle donne Parlamentari per l'infanzia. Mani Tese si è fatta promotrice di una mozione parlamentare per dare applicazione in Italia alla Convenzione OIL N° 182 sulle forme peggiori di sfruttamento del lavoro minorile che però non sta avendo seguito nella Commissione Bicamerale per l'infanzia. "Perché dobbiamo aspettare ancora per giungere a uno atto così importante, che contribuirebbe decisivamente alla lotta allo sfruttamento dell'infanzia, a partire dal nostro Paese?" - chiede l'associazione.

La mozione ha come oggetto l'adozione del Piano d'azione nazionale in applicazione di una Convenzione che chiede l'immediata eliminazione delle forme peggiori di sfruttamento del lavoro minorile che includono: tutte le forme di schiavitù, la vendita e tratta di minori, l'impiego di minori a fini di prostituzione o per la pornografia, l'impiego di minori in attività illecite, ogni altro tipo di lavoro che comprometta la salute, la sicurezza o la moralità del minore. "Queste forme sono in drammatico aumento anche in Italia ed il nostro Paese ha ratificato la Convenzione OIL N° 182 nel maggio 2000: alla ratifica deve seguire l'applicazione" - sottolienea Mani Tese. [GB]

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