Mine: gli impegni dell'Italia a setti anni da Ottawa

Stampa

In conclusione della Prima Conferenza di Revisione del Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine, tenutasi a Nairobi dal 29 novembre al 3 dicembre 2004, la Campagna Italiana contro le mine esprime l'auspicio che il Piano di Azione approvato dai 144 stati membri della Convenzione sia tradotto dal governo italiano in un impegno concreto ed adeguato alla portata della devastazione ed il terrore che le mine, ancora oggi, infliggono alla vita di moltissime comunita' in 83 paesi del mondo.

"Il 3 dicembre di sette anni fa tutti noi celebravamo ad Ottawa - con i governi di oltre 100 paesi e le Nazioni Unite - la firma della Convenzione per la messa al bando delle mine e la conclusione di un processo negoziale appassionante, primizia di un nuovo modello di diplomazia dal basso, carica di promesse per il disarmo del pianeta" commenta Nicoletta Dentico, presidente della Campagna Italiana contro le Mine. "Quel modelloè a rischio, nell'era della guerra preventiva, ma la societá civile non permetterá a nessuno di smontarlo, perché la necessitá di disarmare il mondo, e di liberarlo dalle armi che le guerre abbandonano sul terreno, resta la sfida per il futuro" continua Nicoletta Dentico.

"L'Italia non può cedere alla falsa compiacenza di aver compiuto appieno il proprio dovere" aggiunge Simona Beltrami, coordinatrice della Campagna Italiana. "Mettere al bando le mine significa - oggi più che mai - rimuovere gli ordigni che abbiamo largamente contribuito a seminare, ed occuparsi con credibilitá delle persone, ancora troppo numerose, devastate dalle esplosioni. Contadini, donne, bambini: sono loro a rivendicare dal nostro governo un impegno finanziario adeguato e responsabile, a partire dalla prossima Finanziaria".

Il Piano d'Azione 2005-2009 rappresenta un utile strumento per continuare il lavoro della Campagna Italiana, che condivide con la delegazione qui presente a Nairobi la determinazione a coinvolgere anche i gruppi armati non statali nella attuazione del trattato, e nella sua autentica universalizzaizone.

Il Piano d'azione si articola in 70 punti, suddivisi in 5 capitoli. Detta gli interventi da qui al 2009, sia sul versante politico (affinché tutti gli Stati aderiscano al Trattato) sia su quello operativo (bonifica umanitaria, prevenzione, assistenza alle vittime). In particolare, ad esempio, suggerisce forme di collaborazione regionale tra Paesi colpiti per
razionalizzare le spese e migliorar la qualitá dell'azione e chiede un'opera più efficace a favore delle vittime.

Ultime su questo tema

La bugia delle mine “innocue”

22 Novembre 2024
Esce il nuovo rapporto su questi diffusissimi ordigni. La Birmania detiene il primato delle vittime. Che cresceranno anche in Russia e Ucraina. (Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo)

Protezione dei civili nei conflitti: a due anni dalla firma

19 Novembre 2024
Nell’anniversario della firma, le organizzazioni della società civile di tutto il mondo chiedono che sempre più stati aderiscano all’impegno. (Sara Gorelli)

Il Governo vuole cancellare la lista delle “banche armate”

07 Febbraio 2024
Un disegno di legge inaccettabile che va contrastato. Così la Campagna di pressione alle “banche armate”, commenta il Disegno di legge di iniziativa governativa che modifica la leg...

La piaga delle cluster bomb

06 Settembre 2023
Quasi mille vittime causate da attacchi con munizioni a grappolo, il numero maggiore registrato in Ucraina. (Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo)

Armi esplosive: negoziato in salita

13 Maggio 2022
La decisione sull'uso degli ordigni bellici nelle città viene rimandata a giugno e i civili continuano a pagare il prezzo delle guerre. (Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo)