Sudan: ucciso il vice Garang, disordini e carestia

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Nelle strade di Khartum, capitale del Sudan, si sono accesi violenti disordini e tumulti in seguito all'annuncio della morte in un incidente d'elicottero del vice presidente ed ex capo dei ribelli del sud John Garang. Stando a testimoni oculari migliaia di persone originarie del sud si sono munite di coltelli e armi da fuoco e sono scese in strada, attaccando gente di sembianza araba con numerose vittime. La morte Garang, deceduto sabato nello schianto di un elicottero che lo riportava in patria dall'Uganda, "non è un incidente". E' quanto ha dichiarato oggi all'Afp, uno dei principali leader dei ribelli del Darfur, il Movimento/Esercito della liberazione del Sudan (Slm/Sla). Il vicepresidente John Garang era stato per oltre ltre vent'anni leader degli indipendentisti del Sud e avevano firmato la pace con il governo dopo 22 anni di guerra.

"L'incognita è in questo momento la linea che deciderà di adottare l'Esercito di liberazione popolare del Sudan (Spla-m), che in queste ore si sta interrogando sulle vere cause della morte del suo capo John Garang"ha dichiarato alla MISNA padre Giuseppe Caramazza, missionario comboniano nella capitale keniana Nairobi, direttore del 'New People Media Center' e attento osservatore delle vicende sudanesi. "La vittima - dice il missionario - aveva mantenuto una forte leadership all'interno del movimento, senza dare la possibilità di far emergere altri capi, perciò adesso e nell'immediato futuro le varie fazioni dello Spla-m potrebbero cominciare a esercitare pressioni ciascuna a favore del proprio candidato". Riferendosi al processo di pace - conclusosi il 9 gennaio scorso con la firma dell'accordo a Naivasha, in Kenya, e suggellato il 9 luglio a Khartoum con l'approvazione della Costituzione e la nomina dello stesso Garang - il comboniano afferma: "C'era già molto scetticismo da più parti sull'effettiva tenuta dell'accordo, che in base all'intesa sarebbe dovuto durare sei anni. Ora comunque è troppo presto per fare analisi dettagliate e, anche qua a Nairobi, si respira un clima di forte attesa".

"Siamo anzitutto molto addolorati e dispiaciuti; per noi John Garang era soprattutto un amico" commenta Mario Giro, responsabile delle relazioni internazionali della Comunità di Sant'Egidio. "Adesso si apre una fase di grande incertezza - prosegue - ed è ancora presto per capire cosa significherà la scomparsa di Garang per il suo movimento, quando e se sarà nominato un nuovo capo, e soprattutto quale forza avrà rispetto al predecessore". Mario Giro ammette che il decesso dell'ex capo dello Spla-m, è un duro colpo al processo di pace, "che portava la sua firma e il suo marchio", ma ne auspica il proseguimento: "C'è da sperare che chi gli succederà non sarà così folle da abbandonare il percorso lasciando il Paese in una situazione di turbolenza; da parte nostra faremo il possibile perché nessuno riesca ad approfittare della situazione che si è creata".

A fine luglio il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan aveva dichiarato che "le violenze nella regione del Darfur sono notevolmente diminuite rispetto agli anni passati solo perché si stanno esaurendo gli obiettivi da distruggere". A questo aveva aggiunto che "i combattimenti sono stati sostituiti dall'intimidazione perpetuata da una milizia sempre presente quando i civili senza tetto tentano di abbandonare i campi profughi". Intanto Medici Senza Frontiere si sta prendendo cura di un numero sempre crescente di bambini che soffrono di denutrizione acuta in alcune aree della regione di Bahr el Gazal, nel Sud Sudan.

In molte zone il livello di denutrizione nei bambini al di sotto dei cinque anni è due volte superiore alla soglia di emergenza. In seguito ai cattivi raccolti e alle piogge insufficienti, la situazione alimentare è critica in numerosi villaggi. Nonostante la gravità della situazione, l'aiuto alimentare internazionale non arriva, o arriva con il contagocce. [AT]

Altre fonti: Rai News 24, Warnews

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