Israele: l'ONU dice no alla costruzione del muro

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L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ieri ha approvato a larga maggioranza una risoluzione nella quale si chiede ad Israele di interrompere la costruzione della barriera di sicurezza. La risoluzione, approvata con 144 voti a favore, tra cui quelli dell'Unione Europea, 4 contrari (Israele, Stati Uniti, Stati Federati della Micronesia e Isole Marshall) e 12 astensioni, chiede al governo di Tel Aviv di "porre un termine alla costruzione del muro nei territori occupati palestinesi", definendo la barriera "contraria" alle leggi internazionali.

Mentre l'Autorità palestinese ha definito il voto all'Onu una "grande vittoria per la pace", dura è stata la reazione di Israele che attraverso l'ambasciatore israeliano all'ONU Dany Gillerman ha stigmatizzato la risoluzione come "pura ipocrisia", aggiungendo: "continueremo ad erigere quella barriera, per la sicurezza dei nostri cittadini''.

Il muro di separazione è stato costruito in zone del territorio palestinese occupate dal 1967 e una buona parte taglia in profondità il territorio palestinese. Costruito con cemento e filo spinato, quando sarà completato il muro avrà una lunghezza tre volte maggiore del muro di Berlino, sarà due volte più alto, vi saranno installate diverse torrette militari e con videocamere di controllo e rivelatori di movimento. 95.000 palestinesi (4,5% della Cisgiordania) saranno costretti a vivere in enclave isolate fuori dal muro. 200.000 palestinesi della parte occupata di Gerusalemme Est resteranno tagliati fuori dal resto della Cisgiordania a causa del muro.

Action for Peace all'interno della campagna "Stop the Wall" ha deciso di avviare una campagna di solidarietà nei confronti delle popolazioni dei villaggi colpiti dalla costruzione del muro da realizzarsi attraverso l'affidamento a distanza delle famiglie particolarmente penalizzate.

Intanto altre incursioni israeliane sono state effettuate in Cisgiordania: in particolare, una quarantina di mezzi militari hanno circondato la moschea Abdul Nasser a Ramallah e altri dieci hanno raggiunto la non lontana città universitaria di Bir Zeit. [RB]

Altre Fonti: www.alhaq.org, RaiNews 24, UN News Centre, Altremappe.

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