Abruzzo: Tar ferma gli ambientalisti, ma i vescovi protestano

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Lunedì 22 settembre il TAR dell'Aquila ha respinto i ricorsi presentati da WWF Abruzzo, Legambiente e da diversi Comuni per la costruzione di un centro di raffineria (centro oli) a Ortona.

Secondo il Tribunale amministrativo gli ambientalisti non hanno la facoltà di impugnare un atto che potrebbe "in astratto arrecare danni alle coltivazioni agricole anche se di pregio" aggiungendo che la ricerca di idrocarburi è parimenti tutelata dalla legge, se non di più, rispetto alle colture agricole. Il TAR si è, nelle stesse motivazioni, interessato alla legge regionale numero 2 del 21 marzo 2008. L'articolo 10 di questa legge prescrive "la sospensione del rilascio di tutti i permessi a costruire nei territori previsti -tra cui anche quello di Ortona - nuove industrie insalubri". Ma, rilevano i giudici, la "norma non influirebbe minimamente sulla procedura di costruzione del centro oli poiché potrebbe applicarsi solo ai nuovi insediamenti e non a quelli -come il centro oli- la cui procedura era già conclusa".

La sentenza rappresenta quindi un lasciapassare totale all'Eni per intraprendere l'opera di costruzione del centro di raffineria. Tra le prime reazioni quelle dell'associazione PeaceLink e del Comitato Natura Verde.

In un articolo sul portale eco-pacifista dall'inequivocabile titolo "L'Abruzzo ha ancora un futuro?", vengono espressi tutti i timori e le paure sul futuro della regione Abruzzo e sulla salute dei cittadini. Riferendosi alle dichiarazioni di Enrico Paolini, presidente vicario della Regione (in attesa delle elezioni di fine novembre, dopo l'arresto del presidente Del Turco e di alcuni assessori della giunta), si afferma che il turismo, da Paolini esaltato, sarà tra le prime vittime della insalubrità del Centro Oli.

Il Comitato Natura Verde, tra i più reattivi, ha lanciato immediatamente una sottoscrizione per l'acquisto di alcuni terreni nelle prossimità del futuro centro. I terreni, secondo il comitato civico, sono indispensabili per la costruzione del centro stesso. La loro indisponibilità sarà quindi un grave danno per l'ENI. Attualmente sono di proprietà di due contadini che stanno subendo varie pressioni per la cessione da parte della multinazionale del petrolio. Il Comitato, seguendo l'esempio dei No-Tav valsusini, propone di riacquistarli. L'ENI quindi, per acquisire i terreni, dovrà rivalersi contro migliaia di cittadini e non solo contro due persone.

La dottoressa Maria Rita D'Orsogna, che dagli Stati Uniti sostiene le motivazioni dei comitati civici e ha fornito la documentazione scientifica, ha inviato ai proprietari che si sono opposti alla proposta dell'Eni una lettera di ringraziamento.

In un comunicato stampa congiunto, Legambiente e WWF hanno inoltrato ricorso al Consiglio di Stato, così come i numerosi Comuni che si stanno opponendo alla costruzione del Centro Oli. Dante Caserta e Angelo Di Matteo, presidenti regionali delle due associazioni, auspicano che "nel giudizio di appello vengano valutati i profili di illegittimità sollevati e venga fatta definitivamente chiarezza sull'intera vicenda" ribadendo che "Non riconoscere la legittimazione a ricorrere di WWF e Legambiente contro un'opera che avrà un evidentissimo impatto ambientale e sanitario vorrebbe dire privarle della funzione sociale riconosciuta loro dalla legge".

Sul blog della sezione chietina del WWF è disponibile una lista dei favorevoli (definiti dall'attivista dell'associazione "i soliti quattro gatti") e dei contrari alla realizzazione del Centro Oli. I contrari sono, tra gli altri, 24 comuni e due unioni di comuni, 29 tra associazioni e movimenti e 17 aziende agricole (comprese diverse cantine sociali)

La costruzione del Centro Oli è al centro anche dell'interesse della Conferenza dei Vescovi di Abruzzo e Molise (CEAM). In occasione della III Giornata per la Salvaguardia del Creato che la Chiesa ha celebrato il 1 settembre i vescovi hanno elaborato un documento dal titolo "Una nuova sobrietà per abitare la terra". In esso evidenziano alcune preoccupazioni per la tutela ambientale dell'Abruzzo.

Il primo punto del documento affronta la questione della costruzione del Centro Oli, che viene definito "tra le più inquinanti e devastanti per le risorse naturali del territorio circostante, con conseguenze anche gravissime sulla salute degli abitanti" aggiungendo che "E' a rischio una delle zone più belle della nostra costa, dove la produzione enogastronomia è a livelli di eccellenza. Si tratta per di più di tecnologie considerate da tanti studiosi ormai obsolete e che diversi paesi hanno già abbandonato".

Negli ultimi giorni sono tornati sulla vicenda mons. Bruno Forte, vescovo di Chieti-Vasto, e Mons. Ghidelli, vescovo di Lanciano-Ortona. Mons. Forte evidenzia le preoccupazioni della CEAM in un editoriale sul principale quotidiano abruzzese, "Il Centro", ribadendo il giudizio negativo sulla costruzione. Il vescovo lancianese nella conferenza stampa sul bilancio della festa patronale afferma che "la presa di posizione sul centro oli è tra l'altro derivata anche dalla necessità di essere in sintonia con quanto detto dal papa in occasione del raduno mondiale di Sidney" e fa riferimento al libro biblico della Genesi, aggiungendo che "il nostro compito è quindi quello di collaborare alla conservazione e alla promozione genuina e autentica del territorio: se lo deturpiamo è come se facessimo harakiri".

Alessio Di Florio

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