Tavola della Pace: Olimpiadi, esponiano la bandiera dei diritti

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"Dopo roboanti dichiarazioni sui diritti umani in Cina e nel Tibet alla vigilia delle Olimpiadi, i governi tacciono con grande ipocrisia e cinismo" - denuncia Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace lanciando in prossimità delle Olimpiadi la campagna che invita ad esporre 'la bandiera dei diritti umani' che verrà presentata sabato a Genova in occasione del concerto di Manu Chao.

"Non permettiamo che prevalgano l'ipocrisia, il cinismo e l'indifferenza" - afferma l''appello della tavola della Pace. "Alziamo la voce contro tutte le guerre e le violazioni dei diritti umani. Compiamo un chiaro gesto di solidarietà con tutti i bambini e le bambine, le donne, gli uomini e i popoli che ancora oggi sono privati dei loro fondamentali diritti. Sostieni la lotta nonviolenta del popolo tibetano. Sostieniamo i difensori dei diritti umani che, in Cina e in tante altre parti del mondo, vengono perseguitati a causa del loro impegno civile. Chiediamo alla Rai e a tutto il mondo dell'informazione di dare voce ai diritti umani e a chi lavora per la loro realizzazione. Chiediamo al governo di rispettare, promuovere e difendere i diritti umani a casa nostra e nel resto del mondo" - riporta l'appello della Tavola della Pace.

Intanto Amnesty International ha chiesto oggi l'immediato rilascio di Ye Guozhu, attivista per il diritto alla casa di Pechino, la cui scarcerazione era prevista per sabato 26 luglio. Le autorità cinesi hanno invece reso noto che egli rimarrà in carcere fino al 1° ottobre. "La ragione è semplice: impedire a Ye Guozhu di parlare, di denunciare i casi, di cui egli stesso è stato vittima, di sgomberi forzati di intere famiglie per fare spazio alle Olimpiadi di Pechino" - afferma un comunicato Amnesty. "Questa decisione è in completa contraddizione con la promessa delle autorità cinesi di migliorare la situazione dei diritti umani prima dell'inizio dei Giochi olimpici".

I familiari di Ye Guozhu hanno raccontato di aver ricevuto ieri, 22 luglio, una telefonata dalla direzione del carcere di Chaobai. Un funzionario li ha avvisati di non presentarsi il 26 luglio a prendere il loro congiunto perché questi era stato preso in consegna dalla polizia del distretto di Xuanwu. A sua volta, un funzionario della polizia ha dichiarato che, per il bene della famiglia e per evitarle problemi durante i Giochi olimpici, la stessa polizia si sarebbe presa cura di Ye Guozhu, ma non gli avrebbe permesso di tornare a casa prima del 1° ottobre. La polizia non ha comunicato dove si trovi esattamente Ye Guozhu, che tuttora non può incontrare i suoi parenti.

Ye Guozhu, considerato da Amnesty International prigioniero di coscienza, è stato condannato nel 2004 a quattro anni di carcere per essersi opposto agli sgomberi forzati eseguiti dalle autorità di Pechino per fare spazio agli impianti olimpici. Nel 2006, Amnesty International ha appreso che Ye Guozhu è stato sottoposto a torture nel centro di detenzione della polizia del distretto di Dongcheng. Il prigioniero sarebbe stato torturato anche in un'altra struttura detentiva, nella seconda metà del 2005.

Nei giorni scorsi Amnesty Italia ha presentato in vista dei Giochi olimpici, la "Guida per l'atleta informato", una brochure double-face che mostra "i due volti della Cina": su un lato vi sono informazioni culturali, storiche e turistiche sulla Cina e nell'altro un quadro esauriente delle violazioni dei diritti umani nel paese. La guida, realizzata in collaborazione con la Commissione nazionale atleti del Coni, è disponibile online verrà distribuita ai 350 atleti italiani insieme con una mappa di Pechino che oltre alle principali attrazioni turistiche riporta anche i luoghi-simbolo delle violazioni dei diritti umani. [GB]

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