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Olimpiadi 2008: guida di Amnesty sui 'due volti' della Cina
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Amnesty Italia ha presentato oggi in vista dei Giochi olimpici, la "Guida per l'atleta informato", una brochure 'double face' che mostra "i due volti della Cina": su un lato vi sono informazioni culturali, storiche e turistiche sulla Cina e nell'altro un quadro esauriente delle violazioni dei diritti umani che si verificano nel paese. La guida, realizzata in collaborazione con la Commissione nazionale atleti del Coni, verrà distribuita ai 350 atleti che rappresenteranno l'Italia insieme con una mappa di Pechino che riporta l'indicazione delle principali attrazioni turistiche, ma anche dei luoghi-simbolo delle violazioni dei diritti umani.
Oggi Amnesty International ha lanciato anche il nuovo sito The China Debate per incoraggiare un'ampia discussione sul mantenimento delle promesse fatte dal governo cinese in occasione dell'assegnazione dei Giochi olimpici in materia di rispetto e promozione dei diritti umani.
"Riteniamo opportuno che gli atleti in partenza per Pechino siano 'viaggiatori consapevoli' e conoscano il paese in cui si stanno recando per prendere parte alle Olimpiadi sotto ogni punto di vista" - ha dichiarato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International, nel corso di un incontro con la stampa svoltosi questa mattina presso la sede dell'associazione. "Vogliamo che gli atleti sappiano che la Cina presenta ancora oggi gravi problemi nel campo dei diritti umani e che la promessa di migliorare la situazione dei diritti umani in cambio dell'assegnazione dei Giochi olimpici di quest'anno, fatta nel 2001 dal Comitato promotore di Pechino 2008 di fronte al Comitato olimpico internazionale, è rimasta largamente disattesa" - ha precisato Pobbiati.
"Fin qui, i cambiamenti reali sono stati minimi e anche quelli potenzialmente più importanti, come il ripristino del potere di revisione delle condanne a morte da parte della Corte suprema del popolo, sono scarsamente verificabili a causa della segretezza che circonda l'applicazione della pena capitale. Di contro, abbiamo registrato una nuova grave escalation delle violazioni dei diritti umani in Tibet e nei confronti dei difensori dei diritti umani, soprattutto a Pechino. Ma c'è ancora tempo per far sì che le Olimpiadi di Pechino siano ricordate non solo per le prestazioni sportive ma anche per riforme e miglioramenti sostanziali" - ha proseguito Pobbiati.
Amnesty International chiede alla Cina di cogliere l'opportunità dei Giochi olimpici per attuare cinque raccomandazioni, condivise da tante persone in Cina e nel resto del mondo, prima che le Olimpiadi abbiano inizio: rilasciare tutti i prigionieri di coscienza; impedire alla polizia di arrestare arbitrariamente persone che danno vita a petizioni, attivisti per i diritti umani e ogni altra persona nell'ambito della 'pulizia' pre-olimpica; pubblicare statistiche nazionali complete sull'applicazione della pena di morte, impegnarsi nella riduzione del numero di reati e introdurre una moratoria sulle esecuzioni; consentire completo accesso e piena libertà di stampa ai giornalisti cinesi e stranieri, in tutto il territorio cinese; fornire informazioni su tutte le persone uccise o arrestate a seguito delle proteste di marzo in Tibet.
Pobbiati ha però voluto precisare che non si aspetta gesti di protesta da parte degli atleti contro la repressione cinese durante il loro soggiorno a Pechino e né Amnesty International ha mai fatto pressioni perché ciò avvenisse. "Abbiamo rispetto del loro lavoro e dei loro sacrifici. Non è a loro che bisogna chiedere gesti importanti ma è alle autorità politiche che chiediamo di agire" - ha affermato. Il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, ha colto l'occasione per chiarire la posizione dell'Associazione nei confronti del portabandiera italiano alle Olimpiadi, il canoista Antonio Rossi, dopo il clamore suscitato dalla sua proposta di indossare un braccialetto per i diritti umani alle Olimpiadi: "Non abbiamo mai chiesto a Rossi di indossare un braccialetto quando sarà a Pechino" - ha detto Noury. Nelle scorse settimane il plurimedagliato Rossi, che in passato è stato testimonial per Amnesty, ha affermato che sarebbe stato bello se gli atleti italiani avessero indossato un braccialetto a favore dei diritti umani e del Tibet.
La campagna della Sezione Italiana di Amnesty International, "Pechino 2008: Olimpiadi e diritti umani in Cina", lanciata nel novembre 2007, ha visto i Gruppi locali dell'associazione impegnati in centinaia di iniziative, nel corso delle quali sono state raccolte decine di migliaia di firme, foto-adesioni e video-adesioni, che verranno consegnate all'Ambasciata della Repubblica popolare cinese in Italia. Nel corso dell'incontro-stampa è intervenuto anche Aldo Forbice, conduttore di "Zapping" che promosso una campagna per il rispetto dei diritti umani in Cina: "Abbiamo raccolto in quattro mesi circa 70 mila adesioni - ha affermato Forbice - e abbiamo incontrato qualche resistenza durante questa campagna, forse perché ogni settore del nostro Paese ha qualche interesse con la Cina e non vuole rischiare ed avere difficoltà, per esempio con i visti d'ingresso". [GB]