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Varese, la Carovana sotto la Tenda e in Università
Conflitti
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Sotto la Tenda della Pace in piazza Monte Grappa, nel centro di Varese, ha preso inizio la prima tappa della Carovana Nord-ovest. Nella frenesia della città, questa tenda è un luogo di incontro e accoglienza per le persone che desiderano conoscere l'esperienza della Carovana, consultare il materiale informativo, aderire agli appelli e alle campagne che sosteniamo o anche semplicemente per fermarsi a fare quattro chiacchiere. Inoltre sotto la tenda sono ospitate diverse realtà che già operano sul territorio varesotto: Rete di Lilliput, Anolf, La pulce, Vivere l'Africa, Acli, Associazione Comunità e Famiglia. Non possiamo dimenticare la collaborazione dei novizi comboniani della vicina casa di Venegono, degli Scout di Varese, della protezione civile di Fagnano Olona e delle numerose famiglie che ci stanno ospitando per la notte. È proprio da questi gesti semplici, di aprire la propria casa, di offrire il proprio tempo, di voler conoscere e incontrare l'altro., che cominciamo ad assaporare la vera accoglienza e condivisione. Sono passati anche alcuni giornalisti delle testate locali, che hanno dato visibilità al programma della tappa.
Tra i 16 carovanieri sono presenti due testimoni del sud del mondo: padre Joseph dal Congo e padre Justino dalla Spagna. La loro presenza è una ricchezza per noi e per la società civile e anche un'opportunità di maggiore apertura per la chiesa locale che, in un territorio non sempre accogliente, si è dimostrata molto disponibile e ospitale. Un grazie particolare a don Peppino Maffi, prevosto di Varese, che partecipa attivamente agli incontri di questa tappa.
Niente laurea onoris causa per i carovanieri, ma un vivace e partecipato incontro all'Università dell'Insubria di Varese, coordinato dal dott. Saverio Clementi, direttore del settimanale Luce, padre Rossano Breda, comboniano e Alessandra Cesario della Carovana e introdotto dalla testimonianza di mons. Antonio Menegazzi, vescovo di El-Obeid, nel Darfur, in Sudan. Nell'aula magna, inaspettatamente piena, don Fabio Corazzina di Pax Christi (che è stato recentemente a Baghdad e conosce personalmente Simona Torretta e Simona Pari) ci ha aiutati a focalizzare l'attenzione sull'attuale situazione in Iraq, e in particolare sul ruolo centrale dell'informazione. Citando direttamente documenti e fonti ufficiali, don Fabio ha smontato le motivazioni via via addotte dalle forze della Coalizione per sostenere la guerra in Iraq e la lotta al terrorismo, che sembra essere diventata la giustificazione di ogni intervento militare.
Si è poi soffermato sui costi di questa guerra (oltre 40mila civili uccisi, 1000 soldati americani morti, 130 milioni di dollari spesi, incalcolabili danni materiali) e sui profitti attesi dai lucrosi appalti per la ricostruzione. Infine, don Fabio ci ha invitati ancora una volta a riflettere sul legame tra pace e democrazia e sulla necessità di essere protagonisti attraverso l'informazione alternativa e la partecipazione attiva nelle nostre realtà quotidiane. Un mondo di pace richiede certo scelte politiche ed economiche coerenti, ma prima di tutto un cambiamento nel nostro comportamento. Come ricorda Ronald Rumsfeld, infatti, questa guerra serve a difendere il nostro stile di vita! Ci aspetta una bella sfida! E il nostro metterci in cammino è un modo per
raccoglierla e farla conoscere.
di Marco Ragaini
Fonte: Giovani e Missione