Usa: Sheehan, la mamma coraggio in manette

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Cindy Sheehan, la madre di un soldato morto in Iraq che da quest'estate estate protesta contro George W.Bush e contro la guerra, è stata arrestata lunedì davanti alla Casa Bianca a Washington. La Shehaan, insieme ad altri 500 pacifisti stava facendo un sit-in davanti alla residenza presidenziale. La Sheehan, insieme ad altre 150 persone, aveva raggiunto i cancelli della residenza presidenziale facendo un gesto di disobbedienza civile.

Dopo aver marciato con alcune centinaia di persone lungo la Pennsylvania Avenue, i manifestanti si sono seduti davanti alla Casa Bianca la polizia ha dato tre volte l'ordine di muoversi, senza successo, e poi ha cominciato a trascinare le persone nei furgoni. Lì è stata fermata e poi caricata su un furgone della polizia, mentre gli altri 150 sono stati identificati. Mentre fermavano la Sheehan gli altri scandivano, diretti agli agenti, "Tutto il mondo vi guarda". Le manette sono scattate durante la manifestazione organizzata sulla scia del successo dell'evento organizzato sabato scorso dai pacifisti nella capitale, quando circa 150 mila persone (300mila per gli organizzatori) hanno dato vita alla più vasta protesta contro la guerra negli ultimi due anni.

Secondo Frida Berrigan della ‘War resistence‘ quaranta di loro sono stati arrestati per aver bloccato due entrate al Pentagono. "Questa è il più alto numero di arrestati al Pentagono dall'inizio della guerra al terrorismo". Tra gli interventi che si sono susseguiti nella manifestazione di Washington c'è quello di Rose Gentle dei famiglie militari contro la guerra; "Ho chiesto di incontrare Tony Blair per un anno, e la sua risposta è stata sempre quella che non vuole parlare con una madre addolorata".

Le voci di protesta si fanno sentire anche in Iraq. "Negandoci il visto e impedendoci di spiegare le ragioni di una forza politica che gioca un ruolo così rilevante nel nostro paese, il governo italiano ha confermato il suo ruolo di gregario degli occupanti americani. Ha dimostrato di avere paura delle nostre parole perché sono le parole di un movimento nazionale e patriottico che non vuole altro che la liberazione del proprio paese e perché sa che che il popolo italiano è contro la guerra e l'occupazione". Queste sono le parole che Sheik Hassan Zargani, rappresentante all'estero del movimento di Moqtada al Sadr ha dichiarato al quotidiano ‘Il Manifesto0. Sheik Zargani, già direttore del giornale al Hawza chiuso dagli americani la scorsa primavera, ci racconta poi come il diniego del visto sia giunto nel mezzo di un intenso dibattito interno sull'opportunità di partecipare o meno al convegno di Chianciano sulla resistenza irachena.

Nell'intervista viene chiesto a Sheik Zargani come vede una possibile divisione dell'Iraq. " Il nostro movimento è contrario alla divisione del paese e abbiamo organizzato varie manifestazioni per difendere l'unità dell'Iraq.

Intendiamoci, noi non siamo contrari alle autonomie locali o regionali, ma questa forma di federalismo estremo voluta dagli occupanti è l'anticamera della disgregazione. Inoltre visto che gli sciiti sono la maggioranza dell'Iraq non vediamo perché dovremmo rinchiuderci in un ghetto nel sud del paese" ha confessato Zargani che si sente contrario dalla bozza di costituzione dove si prefigura la divisione del paese ma allo stesso tempo non intende cadere in uno scontro frontale tra sì e no che farebbe il gioco degli occupanti. [AT]

Fonte: Osservatorio Iraq

Approfondimento: Sito di solidarietà a Cindy Sheehan

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