Sudan: grave emergenza umanitaria nel Darfur

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E' emergenza nel Darfur, regione nel nord-ovest del Sudan, dove sono sempre più gravi i casi di malnutrizione. Medici Senza Frontiere (MSF) invita tutte le Ong ad intervenire nell'area dove - come denuncia Human Right Watch (HRW) - il loro lavoro non è però sempre ben visto. Due operatori locali sono stati arrestati e rischiano la pena di morte. Si tratta del dott. Mudawi Ibrahim Adam, direttore del 'Sudan Social Development Organization' (SUDO) un'organizzazione umanitaria e di formazione sui diritti umani e dell'avvocato Saleh Mahmud membro del 'Sudan Organization Against Torture' (SOAT) che lavorava in Nyala (Sud del Darfur) offrendo assistenza legale gratuita a persone accusate di crimini senza un'adeguata difesa legale.

Mudawi Ibrahim Adam è stato arrestato Khartoum il 28 dicembre scorso di ritorno da una missione umanitaria nel Darfur ed è attualmente detenuto a Kober con l'accusa di "attentare guerra allo stato, provocare l'odio tra le sette religiose, spionaggio, diffusione di informazioni militari segrete e appartenere ad un'organizzazione criminale": reati che sono puniti in Sudan con la pena capitale. Anche l'avvocato Saleh Mahmud è detenuto a Kober in attesa di accusa e Human Right Watch teme, alla luce anche di quanto accaduto ad altri operatori umanitari, un trattamento inumano, torture e un processo sommario.

La situazione nutrizionale in Darfur è intanto sempre più grave. Lo afferma in un comunicato MSF (Medici Senza Frontiere) che nelle ultime due settimane ha vaccinato contro il morbillo 4.900 bambini nella città Garsilla, una delle zone più duramente colpite dalla guerra in corso nel Paese. La città di Garsilla è emblematica per comprendere la gravità della situazione: normalmente è una città con 4500 residenti, oggi ospita almeno 18mila sfollati interni, giunti in città nel tentativo di fuggire dalle continue violenze a cui sono sottoposti nei loro villaggi.

"Gli sfollati non vivono in appositi campi, ma si radunano in diversi luoghi in giro per la città: scuole, uffici, spazi aperti. A volte vengono ospitati dalle famiglie locali". MSF si dichiara estremamente preoccupata per la sicurezza alimentare delle popolazione del Darfur e teme che il perdurare delle violenze e dell'insicurezza, insieme all'insufficienza della risposta internazionale, aggravino la situazione.

Dopo 20 anni di sanguinosa guerra civile che ha visto opporsi il governo settentrionale di Kharthoum all'Esercito popolare di liberazione del Sudan (SPLA), il 6 gennaio scorso a Naivasha, in Kenia, le due parti hanno firmato un accordo, ma la situazione è andata peggiorando nel Darfur dove le forze filo-governative si scontrano con l'Esercito di liberazione del Sudan (Sla) e il Movimento giustizia e uguaglianza (Jem): secondo stime dell'Onu il conflitto ha provocato nello scorso anno 3000 morti, soprattutto civili, e oltre 600mila sfollati.

Intanto l'Ong "Chiama l'Africa", in collaborazione con altre associazioni ed enti locali, propone in occasione della giornata mondiale per la pace del 20 marzo, un convegno di tre giorni ad Ancona con racconti e testimonianze da quell'Africa che sta intraprendendo la via della riconciliazione, della guarigione e del perdono. Con un'ospite d'eccezione: Desmond Tutu. [DS/GB]

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