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Somalia: crisi umanitaria 'dimenticata' per tre milioni di persone
Conflitti
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"La metà della popolazione somala, oltre tre milioni di persone, necessita di urgente assistenza umanitaria e il loro numero è in costante aumento a causa dell'insicurezza, della siccità e della crisi alimentare che sta provocando aumenti indiscriminati dei prezzi nei mercati del Sud del mondo". L'allarme, l'ennesimo relativo alla drammatica situazione della popolazione somala, è contenuto in un appello presentato oggi da 52 Ong operative nel paese rilanciato dall'agenzia Misna. Secondo le Ong, tra cui Oxfam International e le italiane Coopi e Intersos, "dall'inizio dell'anno il numero di persone in condizioni di necessità è aumentato del 77%" e il numero totale di sfollati nel paese ha raggiunto quota un milione a causa di "un uso indiscriminato e sproporzionato della forza da parte di tutte le parti coinvolte nel conflitto".
E se la costante insicurezza sul terreno "rende difficilissime le condizioni di lavoro degli operatori" da un lato, dall'altro "impedisce ai cittadini di guadagnarsi da vivere rendendoli totalmente dipendenti dagli aiuti esterni". Le ong riferiscono che la popolazione ha dovuto far fronte, nell'ultimo anno, ad un aumento dei generi di prima necessità che in alcuni casi ha superato il 1000%. Cifre che hanno scaraventato ben al di sotto della soglia di povertà centinaia di migliaia di famiglie, alle quali gli operatori spesso non riescono a portare gli aiuti "perché gran parte delle aree distanti da Mogadiscio è off-limits per gli stranieri". Il documento accusa la comunità internazionale di "aver abbandonato i civili somali" e chiede un'azione immediata "per garantire la sicurezza della popolazione e degli operatori presenti sul terreno".
Intanto, l'Onu ha deciso di ritirare parte del suo personale dalla città di Merka (un centinaio di chilometri a sud di Mogadiscio) per motivi di sicurezza. Lo ha annunciato oggi Graham Farmer, coordinatore dell'Organizzazione per gli affari umanitari dell'Onu (Ocha), durante una conferenza stampa in cui sono stati forniti dettagli sulla bomba esplosa ieri al passaggio di un convoglio delle Nazioni Unite che ha causato la morte di un autista somalo e il ferimento di due funzionari, un somalo e un italiano.
Nei giorni scorsi Medici senza Frontiere riportava che la recente escalation dei combattimenti nell'area di Mogadiscio ha causato un aumento massiccio di feriti e ha costretto migliaia di persone ad abbandonare le proprie case. Sulla strada che collega Mogadiscio a Afgooye, dove da mesi più di 250mila sfollati vivono in condizioni spaventose, gli operatori di Msf continuano a rispondere all'emergenza grazie al personale somalo che sta prendendo enormi rischi per continuare a fornire assistenza. In questi giorni piogge torrenziali e forti venti hanno colpito gli accampamenti in cui vivono centinaia di migliaia di sfollati interni somali distruggendo i rifugi provvisori e lasciando molte persone di nuovo senza un alloggio - riporta l'Unhcr.
L'organizzazione internazionale per i diritti umani Human Rights Watch - Hrw riportava nei giorni scorsi la sistematica distruzione della capitale somala, Mogadiscio, e dei suoi abitanti denunciando che la tragedia è "più ignorata del mondo". Secondo quanto detto da Hrw alla Bbc, la città è diventata area dove gli insorti islamici e le forze governative appoggiate dai soldati etiopici possono "spararsi liberamente", incuranti cioe' della presenza di civili. "Mogadiscio - riporta la Bbc - "è una città fantasma". La città sulla costa dell'Oceano indiano era un tempo uno dei centri piu' attivi del commercio con il Medio Oriente. Ora intere fasce sono ridotte in macerie o costellate di scheletri di cemento senza porte ne' finestre ne' tetto", mentre da molte zone della città la popolazione se ne è andata.
Solo ieri sono state almeno 17 le vittime civili degli scontri a Mogadiscio fra insorti e militari fedeli al governo. Secondo fonti locali riportate dalla Misna, alcuni proiettili di mortaio sparati da soldati somali hanno colpito l'area del mercato di Bakara affollata di gente. Nelle violenze sono rimaste ferite una decina di persone. L'attacco sarebbe stato una risposta a una precedente offensiva degli insorti contro il palazzo presidenziale durante il quale alcuni soldati sono rimasti uccisi. Nelle ultime settimane gli scontri tra insorti e militari sostenuti da truppe etiopiche si sono fatti più intensi causando decine di vittime civili (80 solo la scorsa settimana), di feriti e migliaia di sfollati riparati in altre zone di Mogadiscio o nella vicina città di Afgoye. L'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati ha definito queste violenze le peggiori degli ultimi due anni. [GB]