R.d. Congo: ancora 11mila bambini nelle mani dei gruppi armati

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A due anni di distanza dall'avvio del programma governativo nazionale di smobilitazione e reintegrazione nella vita civile, un rapporto di Amnesty International sulla Repubblica democratica del Congo (Rdc) richiama l'attenzione sulla situazione di 11mila bambine e bambini ancora attivi nei gruppi armati o dei quali non si ha più alcuna notizia. L'organizzazione per i diritti umani denuncia che il cosiddetto "programma Ddr" (disarmament, demobilization and reintegration, disarmo, smobilitazione e reintegrazione) non sta dando una risposta soddisfacente alle necessità di protezione e sostegno dei minori. Secondo il rapporto, della maggior parte delle bambine catturate dai gruppi armati non si hanno notizie: potrebbero essere state abbandonate o identificate in modo non corretto come "persone alle dipendenze" di combattenti adulti. Ad oggi, il governo della Rdc non ha adottato alcuna misura per rintracciarle e dar loro assistenza. "In alcune zone del paese, le bambine costituiscono meno del 2 per cento del totale dei minori rilasciati dai gruppi armati e registrati nel 'programma Ddr', nonostante esse costituissero circa il 40 per cento dei bambini arruolati dalle forze armate e dai gruppi armati" - denuncia Amnesty International.

Nel corso di una missione nella Rdc, molte fonti hanno riferito ai ricercatori dell'organizzazione che i comandanti e i combattenti adulti non si sentono obbligati a rilasciare le bambine soldato, poiché le considerano come una loro proprietà sessuale. Questa discriminazione è perpetuata da alcuni funzionari statali che descrivono, senza porsi problemi, queste bambine come "persone alle dipendenze" dei combattenti adulti, anziché come persone aventi diritto a beneficiare del "programma Ddr". Alcune bambine sentono di non avere alternativa se non rimanere con un gruppo armato, poiché se provassero a scappare verrebbero torturate o uccise. Molti bambini incontrati dai ricercatori di Amnesty International hanno ammesso, rassegnati, che nonostante gli orrori della vita militare, potrebbero essere costretti a rientrare nei gruppi armati perché è l'unico modo per sopravvivere. Alcuni gruppi armati sono ancora pronti a riprendere il conflitto in caso di fallimento dell'attuale processo di pace e, da questo punto di vista, ritengono che rilasciare le bambine e i bambini soldato indebolirebbe la loro forza militare. "Il governo non solo non è riuscito ad affrancare migliaia di bambini e bambine soldato, ma non è in grado neanche di impedire nuovi arruolamenti, persino di minori che erano stati smobilitati e che erano tornati alle loro famiglie" - accusa Amnesty International.

Amnesty International sollecita il nuovo governo della Rdc e la comunità internazionale a dare massima priorità agli investimenti nel sistema educativo statale e a realizzare nel modo più rapido possibile il diritto umano all'educazione primaria gratuita. Attualmente, solo il 29 per cento dei bambini della Rdc termina il ciclo della scuola primaria; circa 4,7 milioni di bambini in età scolare, tra cui 2,5 milioni di bambine, restano fuori dal sistema scolastico. Almeno 6 milioni di adolescenti non ricevono alcun tipo di educazione formale. La mancanza di opportunità educative contribuisce fortemente all'insicurezza sociale ed economica dei bambini congolesi, uno dei fattori determinanti del diffuso arruolamento e dell'impiego delle bambine e dei bambini soldato nella Rdc.

Dopo le presidenziali di luglio, nella Repubblica democratica del Congo adesso tutti gli occhi sono puntati sul secondo turno elettorale che vedrà contrapposti al ballottaggio del 29 ottobre il presidente uscente, Joseph Kabila e il principale sfidante, Jean-Pierre Bemba. [GB]

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