Questa guerra sta diventando la compagna abituale del Mondo

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E’ un movimento lento, sotterraneo di scambi di accuse e, contemporaneamente, di proposte: gli osservatori si chiedono se utile alla vigilia degli 80 giorni di invasione russa dell’Ucraina. Questa guerra sta diventando la compagna abituale del Mondo e le novità sono sempre più legate alle schermaglie diplomatiche e politiche dei cosiddetti “grandi della terra”, piuttosto che ad avanzamenti sulla linea dei negoziati o a novità reali dal fronte.

All’Onu continua la danza della diplomazia. In settimana, il Consiglio per i Diritti Umani ha approvato a larga maggioranza la proposta di aprire un’inchiesta sul comportamento delle truppe d’invasione russe. Dovrebbe indagare sulle molte violazioni denunciate. In particolare il Consiglio ha approvato con 33 voti favorevoli a 2 la bozza di risoluzione presentata dall'Ucraina per un'indagine sulle presunte violazioni commesse nelle regioni di Kiev, Chernihiv, Kharkiv e Sumy fra la fine di febbraio e marzo.

Questo sta creando pressione su Mosca, che non a caso ha reagito. Solo il 9 maggio, Putin aveva dichiarato che la “guerra era giusta e proseguiva la lotta al nazismo iniziata con la Grande Guerra Patriottica”. Trovarsi all’improvviso dalla parte di chi dichiaratamente viola i diritti delle persone non gli fa gioco, è chiaro. La risposta del Cremlino è stata quindi secca: "l'isteria anti-russa, scatenata dagli occidentali – ha scritto il governo russo in una nota - non ha nulla a che fare con una genuina preoccupazione per il destino dell'Ucraina stessa e del suo popolo. Nel loro maniacale desiderio di strangolare la Russia, sono pronti a tutto, fino a far rinascere il nazismo nelle sue manifestazioni più brutte”. 

Un contrattacco in piena regola, che lascia le bocce ferme – e con pochi apparenti spiragli – sul tavolo negoziale. Chiusure che crescono per la scelta Finlandese di entrare nella Nato. Per Mosca, la fine della neutralità di Helsinki è l’ennesima provocazione, una nuova minaccia e “non mancherà di avere conseguenze”. Per i vertici Nato, nella scelta finlandese non c’è alcuna minaccia. Lo ha ribadito la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. "La Nato e' un'alleanza difensiva, non offensiva – ha dichiarato -. Non c'e' alcun intento aggressivo in qualsiasi espansione della Nato".  La ministra finlandese Pekka Haavisto ha spiegato le ragioni della scelta, dicendo che “Il comportamento imprevedibile della Russia è un problema enorme. La Russia è pronta a eseguire delle operazioni che sono ad alto rischio e che porteranno anche da noi un elevato numero di vittime". Intanto, Mosca ha deciso di tagliare da subito le forniture di gas al Paese scandinavo.

Sul campo di battaglia, i combattimenti continuano feroci, senza segnare reali spostamenti. Truppe russe hanno colpito il distretto di Kryvyi Rih, nella regione di Dnipropetrovsk, a Sudest. Pare abbiano usato munizioni vietate al fosforo e a grappolo. Starebbero anche bloccando le uscite dai passaggi sotterranei dell'impianto Azovstal di Mariupol. I difensori stanno tentando dei contrattacchi, rischiando il tutto per tutto. Insomma, anche lì la lotta continua metro per metro, da settimane. Questo – dicono gli osservatori – è il segno evidente di una guerra che rischia di diventare infinita.

Raffaele Crocco

Sono nato a Verona nel 1960. Sono l’ideatore e direttore del progetto “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo” e sono presidente dell’Associazione 46mo Parallelo che lo amministra. Sono caposervizio e conduttore della Tgr Rai, a Trento e collaboro con la rubrica Est Ovest di RadioUno. Sono diventato giornalista a tempo pieno nel 1988. Ho lavorato per quotidiani, televisioni, settimanali, radio siti web. Sono stato inviato in zona di guerra per Trieste Oggi, Il Gazzettino, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione. Ho raccontato le guerre nella ex Jugoslavia, in America Centrale, nel Vicino Oriente. Ho investigato le trame nere che legavano il secessionismo padano al neonazismo negli anni’90. Ho narrato di Tangentopoli, di Social Forum Mondiali, di G7 e G8. Ho fondato riviste: il mensile Maiz nel 1997, il quotidiano on line Peacereporter con Gino Strada nel 2003, l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, nel 2009. 

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