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Mondo: 'Global day' per non dimenticare il Darfur
Conflitti
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Oggi, sabato 12 aprile, si svolgerà a Roma la manifestazione "Global Day for Darfur" a favore delle popolazioni martoriate della regionme del Sudan. L'iniziativa, promossa in Italia da 'Italians for Darfur' e 'Articolo 21' si tiene nel nostro paese con un giorno di anticipo rispetto al resto del mondo a causa delle giornate di voto per le elezioni politiche.
La giornata è promossa a livello internazionale da numerose organizzazioni per la tutela dei diritti umani tra cui Amnesty International, Human Rights Watch e la 'Save Darfur Coalition' per stimolate la comunità internazionale ad agire per proteggere le popolazioni del Darfur e trovare una soluzione al dramma delle popolazioni. "Aspettiamo l'arrivo dei 26 mila caschi blu dell'Onu che dovevano arrivare già nel dicembre scorso ma che sono ancora fermi: sarebbe l'unica forma concreta per fermare la guerra e disarmare le milizie governative sudanesi, formate dagli integralisti islamici del Djandjaui" - ha affermato Suliman Ahmed Hamed, Presidente del Comitato per i Rifugiati del Darfur in Italia.
"E' importante che vi sia la mobilitazione del mondo della cultura e dell'espressione internazionale su questioni come il Darfur e su tutte le vicende che riguardano la difesa dei diritti umani del mondo. Ed è importante che grandi personaggi, come Gorge Clooney, siano in prima fila nella mobilitazione complessiva come quella organizzata in Italia" - ha dichiarato il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti. "Noi ci faremo portavoce come associazione, grazie ai tanti nostri iscritti italiani appartenenti al mondo del cinema, del teatro, della cultura e del giornalismo, alla nascita di una grande rete internazionale di "artisti per i diritti umani" affinché nei loro spettacoli, nei loro concerti, nel loro rapporto artistico con la gente, vi sia sempre spazio per una parola, per un atto anche simbolico, a difesa dei diritti umani nel mondo. Oggi per il Darfur e per il Tibet e per le tante aree del mondo dove la libertà viene calpestata".
Un recente rapporto di Human Right Watch denuncia la "pratica abituale" degli stupri da parte di soldati e ribelli sulle bambine. "Le minori vengono rapite, violentate e lasciate spesso per terra in condizioni molto gravi" - afferma il rapporto. "Stupri, uccisioni e violenza continuano in Darfur perchè i leader mondiali hanno permesso al Sudan e ai gruppi ribelli di agire impuniti" - afferma Georgette Gagnon di Human Rights Watch. "Deve essere detto con chiarezza ai leader sudanesi che non possono continuare ad agire contro le risoluzioni dell'Onu e che non restaranno impuniti". Le violenze di cinque anni nella regione del Darfur hanno provocato non meno di 200mila morti e due milioni e mezzo di sfollati.
Nei mesi scorsi un rapporto di Amnesty International ha denunciato che "la maggior parte dei campi profughi in Darfur è piena di armi: la situazione della sicurezza dentro e fuori dai campi continua a peggiorare, mentre le speranze di una soluzione politica al conflitto in Darfur si riducono e le ostilità tra il governo e i gruppi armati seguitano a intensificarsi". [GB]