Migranti: corteo a Roma per l'asilo negato dall'Ue

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Giornata di corteo a Roma per i diritti dei migranti. Per gli organizzatori si tratta di una mobilitazione contro le condizioni di vita e di lavoro determinate dalla legge Bossi-Fini. "Ormai è chiaro a tutti che questa legge non riguarda solo i migranti. Essa ha rappresentato un'anticipazione dei processi di ristrutturazione e precarizzazione del lavoro che oggi la legge 30 e la direttiva Bolkenstein stanno estendendo a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori. Legando il contratto di lavoro al permesso di soggiorno, la legge Bossi-Fini ha prodotto le condizioni di ricattabilità e di sfruttamento che oggi ancora ci impediscono di prendere parola insieme. La precarizzazione dei lavoratori migranti, infatti, trascina verso il basso le condizioni di vita e di lavoro di tutti" scrive la movimenti dei Migranti e antirazzisti. A partecipare anche una numero delegazione da Caserta che ha chiesto un incontro ai segretari nazionali dell'Unione per confrontarsi sul programma rispetto ai temi dell'immigrazione.

Un folto elenco di professori di Università italiane in rappresentanza del mondo della cultura, della ricerca e della formazione hanno aderito all'appello della manifestazione scrivendo una lettera di sostegno. "I segnali inquietanti lanciati non solo dal rogo di Amsterdam, dalle frontiere di Ceuta e Melilla, dalle tragedie del mare, ma anche dai quotidiani episodi di intolleranza, di discriminazione, di sfruttamento nei confronti delle e dei migranti, dei richiedenti asilo, dei profughi costituiscono una grave emergenza per la democrazia, la convivenza, i diritti. Molti paesi europei stanno adottando legislazioni nel segno della chiusura delle frontiere e degli spazi di agibilità civile e politica. In Italia il problema è aggravato dalla presenza di una legge iniqua e razzista come la Bossi-Fini, che ha reso intollerabili le norme discriminatorie (vedi i CPT - Centri di Permanenza Temporanea-) già contenute nella Turco-Napolitano e ha vincolato il permesso di soggiorno al contratto di lavoro".

Tra le richieste dei promotori della manifestazioni c'è una legge per la cittadinanza di residenza e il diritto di voto per tutti i migranti e una legge in materia di asilo politico che tuteli realmente i richiedenti asilo e i rifugiati. In "La protezione negata", il primo rapporto sul diritto di asilo in Italia curato da ICS, si denuncia l'assenza di un sistema di raccolta dati e da una rielaborazione indipendente emerge che la popolazione rifugiata in Italia è ben più alta di quanto dichiarato dalle istituzioni centrali: risultano esserci, infatti, circa 19.000 persone esterne ai dati statistici ufficiali, "rifugiati invisibili". Una lacuna statistica che fa perdere alle persone l'opportunità di godere della protezione e alle istituzioni centrali l'occasione di godere di sostanziosi finanziamenti europei. Per l'autore del rapporto Andrea Camilleri ci si trova di fronte alla "istituzionalizzazione del rifiuto a priori dell'ospitalità a chi ne avrebbe invece tutto il diritto".

A Milano oltre 250 cittadini africani titolari di Permesso di Soggiorno per motivi umanitari o per asilo politico sono stati costretti a trovare rifugio in un edificio abbandonato di via Lecco 9, dopo aver pernottato in condizioni sub-umane in una caserma abbandonata in zona Forlanini. La loro presenza a Milano è pienamente legale e i documenti di cui sono titolari per soggiornare in Italia hanno una validità di due anni.

Ma, in questo momento, stanno letteralmente rischiando la vita per le condizione dello stabile, per le temperature e per le allarmanti condizioni sanitarie e alimentari. Alcune associazioni si sono attivate, ma c'è ancora bisogno d'aiuto e di materiali. I firmatari chiedono alle autorità e istituzioni competenti di intervenire sollecitamente per risolvere i problemi più urgenti segnalati.

Intanto l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha espresso preoccupazione per la direttiva sulle procedure di asilo adottata dai 25 paesi membri, senza discussione. "Temiamo che l'attuazione della direttiva, qualora non vengano introdotte ulteriori forme di tutela, possa condurre a violazioni del diritto internazionale sui rifugiati e rendere più difficile per i rifugiati vedere adeguatamente esaminate le loro richieste di asilo presentate in Europa" ha dichiarato Pirkko Kourula, direttore dell'Ufficio per l'Europa dell'UNHCR. Il testo finale presenta gravi lacune tra cui norme che consentono agli stati di designare "paesi terzi sicuri" fuori dall'Unione Europea, nei quali i richiedenti asilo possono essere rinviati senza che la loro domanda sia stata esaminata in un paese membro dell'Unione Europea. La direttiva, inoltre, manca di specificare in maniera esplicita che i richiedenti asilo non possono essere rinviati nel proprio paese di origine mentre sono ancora in attesa dell'esito di un eventuale appello, eliminando così il diritto e l'effettiva possibilità di rimediare ad un possibile errore. Molte delle preoccupazioni espresse dall'UNHCR sono riprese in un rapporto, critico nei confronti della direttiva, emesso dal Parlamento Europeo il 27 settembre 2005. Tuttavia, nessuno degli emendamenti del Parlamento è stato tenuto in considerazione. [AT]

Fonte: Rete dei movimenti dei Migranti e antirazzisti

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