Medio Oriente: strage a Gaza, il 18 manifestazione a Milano

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L'incursione israeliana di stamane nella Striscia di Gaza ha causato 19 vittime, tutte uccise da colpi di cannone a Beit Hanoun. Altri cinque palestinesi, tre miliziani e due civili, sono stati uccisi in Cisgiordania, vicino a Jenin, dal fuoco di soldati israeliani. Immediata la reazione dei palestinesi: in risposta alla strage di Gaza, sia Hamas che Fatah hanno annunciato la ripresa degli attentati suicidi in Israele, mentre in tutta la striscia di Gaza è scoppiata la rabbia della popolazione. Militanti palestinesi hanno lanciato due razzi dalla Striscia di Gaza sulla cittadina israeliana di Sderot, appena oltre il confine: l'attacco è avvenuto diverse ore dopo il cannoneggiamento israeliano a Beit Hanun.

Amnesty International ha chiesto l'avvio di un'indagine immediata e indipendente che accerti i fatti e punisca i responsabili di quella che definisce un'azione spaventosa. "Questo episodio terribile fa seguito a un nuovo picco delle uccisioni di palestinesi da quando, il 2 novembre, le forze israeliane hanno lanciato la loro ultima operazione militare nella Striscia di Gaza" - ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. "L'azione di Israele durante l'intera operazione è stata segnata da un profondo disprezzo per la vita dei civili palestinesi". Anche Save the children condanna severamente la strage di civili, tra cui otto bambini, ed invita la comunità internazionale ad intervenire per fermare la violenza. "I bambini costituiscono circa metà della popolazione della Striscia di Gaza e sono costretti a vivere in una quotidianità di estrema violenza e insicurezza, intrappolati nelle loro case, senza elettricità e acqua corrente, e impossibilitati a procurarsi cibo e medicine. Dall'inizio dell'anno oltre 100 bambini sono stati uccisi, di cui la metà negli ultimi tre mesi" - riporta l'associazione.

"L'ennesima mattanza provocata dall'esercito israeliano a Gaza non può rimanere senza conseguenze sul piano politico e diplomatico" - dichiara il Forum Palestina nel segnalare la manifestazione di sabato 18 novembre a Roma. Tre le richieste principali della manifestazione vi è la revoca dell'accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele stipulato dal governo Berlusconi ma ancora vigente con il nuovo esecutivo; la revoca degli accordi economici-commerciali stipulati da diverse regioni italiane con istituzioni israeliane; la revoca dell'embargo dell'Unione Europea (a cui aderisce anche l'Italia) contro l'Autorità Nazionale Palestinese che, in una situazione umanitaria già drammatica, colpisce anche la sanità, l'istruzione e i salari dei palestinesi. Gli organizzatori ritengono che "lo sviluppo drammatico degli eventi a Gaza e l'ingresso nel governo israeliano di un leader politico razzista e guerrafondaio come Avigdor Lieberman, rendano ormai del tutto inaccettabile la politica di equidistanza (o equivicinanza) adottata dal governo italiano sulla crisi israelo-palestinese". A tale scopo, i promotori della manifestazione chiedono che l'Italia e l'Unione Europea adottino delle sanzioni contro il governo israeliano. Diversamente rilanceranno in tutta Italia la campagna per il boicottaggio e il disinvestimento verso l'economia israeliana.

E la Tavola della Pace organizza, sempre per sabato 18 novembre a Milano, una manifestazione nazionale "per la pace e la giustizia in Medio Oriente" per chiedere all'Ue di "promuove anche tramite l'invio di una forza di interposizione dell'Onu nella Striscia di Gaza l'immediato cessate il fuoco" e all'Italia "il blocco del commercio delle armi e degli accordi di cooperazione militare verso tutti i paesi in conflitto" e di "aumentare i fondi per la cooperazione internazionale contro la miseria e la guerra". Il manifesto della Tavola della Pace chiede inoltre all'Ue e all'Italia di "promuovere il dialogo e il negoziato politico con tutti i paesi della regione, anche tramite una conferenza internazionale per la pace in Medio Oriente, per affrontare in modo coerente e globale i problemi irrisolti nella regione sulla base del diritto internazionale, favorire il riconoscimento reciproco e costruire le condizioni per una pace giusta e duratura". "La pace è l'unica sicurezza per Israele, la Palestina e per tutti. L'Onu inoltre, con il deciso sostegno dell'Unione Europea, si deve assumere la responsabilità di garantire la sicurezza di Israele e della Palestina anche trasferendo la sua sede principale a Gerusalemme, città aperta, capitale di due stati e del mondo intero". [GB]

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