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Medio Oriente: scontri in Cisgiordania, speranze per il 2004
Conflitti
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Ancora violenze in Medio Oriente negli ultimi giorni del 2003: nel tentativo di bloccare a Gaza l'auto su cui viaggiavano Said e Jamal Jarrach, i due fratelli del braccio armato di Hamas, gli elicotteri israeliani hanno sparato due missili ferendo una decina di persone, mentre i due fratelli Jarrach, rimasti feriti, sono fuggiti nei vicoli della città. Lo riporta l'agenzia Misna, che in un successivo comunicato, parla di "gravi scontri" fin dalla mattina del 31 dicembre tra militari israeliani e manifestanti che protestavano nei pressi del "muro di separazione" in Cisgiordania. I soldati israeliani hanno fatto uso delle armi da fuoco, sparando proiettili rivestiti di gomma, lacrimogeni e granate per disperdere i manifestanti anche a Budrus: "Hanno caricato all'impovviso lanciando lacrimogeni e sparando i proiettili di gomma: alla fine abbiamo contato una trentina di feriti e contusi" - riferisce Luca Bertolino di Ya Basta.
I giornali israeliani riferiscono intanto che è stato arrestato il soldato israeliano che lo scorso 11 aprile aveva sparato contro Tom Hurndall, giovane britannico membro dell'International Solidarity Movement (ISM) ferendolo alla testa nei pressi di Rafah (Gaza). Il soldato ha dichiarato di aver sparato a scopo di "dissuasione". In Israele è forte la polemica sull'uso delle armi per disperdere i manifestanti in occasione delle proteste contro le cosiddette "barriere di separazione". Lo scorso 26 dicembre, durante una manifestazione, i proiettili sparati dai militari israeliani hanno ferito un giovane israeliano e uno statunitense che protestavano contro il muro. Una parte dell'opinione pubblica e dell'opposizione al governo Sharon chiede che sia vietato l'uso di armi da fuoco da parte dei soldati per reprimere le manifestazioni. Ieri intanto è stato rilasciato dalla polizia israeliana ed espulso il parlamentare svedese, Gustav Friedolin, arrestato dai soldati tre giorni fa a Budros durante uno dei primi raduni di protesta.
Fa discutere l'approvazione del governo israeliano del piano di costruzione accelerata di 900 case negli insediamenti del Golan in territorio ex-siriano. A fine anno, la 'Commissione interministeriale per la colonizzazione' del governo israeliano ha approvato il piano di costruzione accelerata di 900 case negli insediamenti agricoli del Golan dove attualmente sono residenti circa 17mila persone. Proteste da parte siriana dove il presidente siriano Bashar al-Assad chiesto di riavviare i negoziati, naufragati nel 2000, per un completo ritiro israeliano dai territori siriani. Il Golan è un altipiano ricco d'acqua e dal grandissimo valore strategico che Israele ha vinto dalla Siria in seguito alla guerra del 1967 e annettendolo formalmente nel 1981.
Intanto, a Capodanno Israele ha tolto il blocco alla città di Jenin in vigore da cinque mesi, ma ha imposto il coprifuoco a Nablus, nella West Bank, dove i soldati israeliani hanno effettuato dei rastrellamenti.
E sempre a Capodanno Arafat ha potuto incontrare a Ramallah Osama El Baz, consigliere del presidente egiziano Mubarak dove hanno discusso delle trattative per arrivare a un cessate il fuoco da parte delle fazioni palestinesi e della ripresa dei negoziati di pace israelo-palestinesi. Al Baz ha chiesto ai Palestinesi di assumere un "ruolo attivo per migliorare la situazione". "Dobbiamo dare il buon esempio" - ha detto il rappresentante egiziano - "prendendo decisioni e misure per un futuro migliore. E siamo confidenti che Israele faccia lo stesso, perchè la risoluzione del problema dipende dalla volontà di entrambe le parti".
Infine, in un'intervista esclusiva a Warnews di fine anno, il Ministro per i Negoziati di Pace dell'Autorità Nazionale Palestinese Saeb Erekat esprime un giudizio negativo sul ruolo esercitato dall'Italia durante il semestre italiano alla presidenza dell'Unione Europea nel processo di pace in Medio Oriente. "Il mio giudizio sul semestre italiano assolutamente negativo" - ha affermato Erekat. - "Il presidente Berlusconi non si è neanche curato di incontrare i rappresentanti dell'ANP quando ha reso visita a Sharon, e durante questi sei mesi non ho avuto contatti con nessun ministro o presidente dei Quindici. Ma cosa ci si può aspettare da un premier che paragona Ariel Sharon a Madre Teresa?". Ex-giornalista, Saeb Erekat è stato uno dei principali artefici degli accordi di Oslo siglati da Arafat e Rabin e dal 1996 è a capo della Rappresentanza palestinese impegnata nel processo di pace. [GB]
Altre fonti: Ha'aretz, Imemc-news, Warnews.