Maestre e maestri del Messico sono sul piede di guerra

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Foto: Unsplash.com

“La riforma della legge ISSSTE costringerebbe un gruppo di lavoratori a pagare più contributi per l'assicurazione sanitaria, senza che questo garantisca un miglioramento dell'assistenza medica, la scomparsa della carenza di farmaci o dei ritardi negli interventi chirurgici, ha dichiarato il deputato federale Rubén Moreira Valdez” mi dice un docente parte della sezione 7 della Snte, Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell'Educazione. E' per questo che maestre e maestri del Messico sono sul piede di guerra e da fine febbraio stanno manifestando contro il governo di Claudia Sheinbaum. La SNTE fa parte della più ampia CNTE, la coordinazione tra le varie sezioni, ed è da anni che lotta contro le ingiuste norme legate all'ISSSTE, è almeno 45 anni che chiedono delle modifiche al sistema del Istituto di Sicurezza e Servizio Sociale e si oppongono alla sua privatizzazione. La Jornada ricorda che “Il 7 marzo 1980, più di 5.000 insegnanti democratici del Morelos hanno marciato a Cuernavaca per protestare contro la morte della loro collega Rutilia Estrada, deceduta per negligenza medica. Hanno chiesto il licenziamento del delegato dell'istituto nello Stato e la costruzione di altre cliniche.

Da allora, proteste simili sono state costanti. Il coordinatore ha anche documentato innumerevoli casi di servizi scadenti, mancanza di medicinali e copertura insufficiente” e poi “Fondato nel 1959, l'Issste ha stabilito la redistribuzione del reddito come criterio per regolare il funzionamento del sistema pensionistico dei dipendenti pubblici. L'Issste stabilì che i dipendenti pubblici avrebbero contribuito al sistema pensionistico con il 3,5% del loro stipendio e che il governo federale si sarebbe fatto carico di quanto necessario per il pagamento completo delle pensioni”. Per anni l'istituto ha consentito una parità di trattamento e di pensione. Negli anni la logica solidaria è stata abbattuta ed ha vinto la logica soggettiva e del singolo. La nuova “riforma” regressiva, così come nel 2017, attacca il principio di equità fiscale contenuto nella sezione 4 dell'articolo 31 della Costituzione, cercando di estrarre un contributo straordinario per l'assicurazione sanitaria dai lavoratori, su una base imponibile eccezionale: per alcuni, il reddito netto; per gli altri, lo stipendio base.

L'integrante della Snte ricorda “Sheinbaum è solo la prima presidentessa donna del Messico, ma anche la più potente. Ha una super maggioranza in entrambe le camere e fa parte di un partito che governa la maggioranza degli stati. Mai un presidente ha avuto più potere di lei nella storia”. La riforma dell'ISSSTE, promossa dal governo federale, mira ad aumentare la quota versata come contributo, il che interesserebbe più di 1,5 milioni di insegnanti. Tale aumento si proporrebbe di generare maggiori entrate, con l'obiettivo di raggiungere una cifra di 11 miliardi di pesos, di cui 3 miliardi provenienti dai contributi dei lavoratori e 7 miliardi dagli enti statali. La riforma includerebbe, ma senza molta chiarezza e sicurezza, un programma di regolarizzazione degli alloggi e dei terreni che prevede la costruzione di 500.000 case da parte di Infonavit a favore di lavoratrici e lavoratori pubblici. La riforma allunga anche gli anni di servizio che ogni maestro o maestra deve svolgere, portando l'età per andare in pensione a 60 anni per le donne e 65 per gli uomini.

Proprio per questo maestri e maestre sono preoccupati e preoccupate che questo nuovo attacco all'Issste e la richiesta di una maggiore tassazione degli stipendi attacchi le già misere entrate della categoria senza rimettere in campo diritti e possibilità.  La prima grande protesta contro Sheinbaum, portata avanti da un settore che nel 2018 ha spinto l'elezioni di Andres Manuel Lopez Obrador. Come la Sheinbaum gestirà questa protesta segnerà il suo governo e il futuro del suo sostegno.

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