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Liberia: risoluzione Usa per l'intervento e appelli delle Ong
Conflitti
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Secondo fonti Misna gli Stati Uniti presenteranno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite una bozza di risoluzione che autorizza il dispiegamento in Liberia di una forza internazionale di pace. Nel documento messo a punto dagli Usa, è previsto che i militari del contingente di pace operino in base al capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite, che prevede l'uso della forza qualora risultasse necessario.
Intanto il media africano Allafrica.com riferisce che il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, forse memore del genocidio del 1994 in Rwanda quando le Nazioni Unite furono accusate dal presidente rwandese Paul Kagame di non intervento, vuole che una forza peacekeeping raggiunga la Liberia velocemente e ha chiesto che il Consiglio di sicurezza decida prontamente per l'invio di una missione Onu di peacekeeping in Liberia, che includa truppe internazionali e dell'Africa occidentale.
Sempre dall'Agenzia Missionaria si apprende della drammatica situazione in cui versa la popolazione civile in Liberia. "Prima del caos delle ultime settimane il salario mensile medio di un liberiano 'fortunato', cioè uno che poteva contare su un lavoro fisso, un maestro per capirci, ammontava a 1200 dollari liberiani, circa 20 dollari statunitensi. Ecco, oggi al mercato con l'intero stipendio di un mese di lavoro si può comprare un sacco di riso della qualità più scadente. Il cereale, l'alimento base dei liberiani, ha raggiunto quasi i quattro dollari statunitensi al chilo. La benzina è diventata un lusso: la tanica da quattro litri di gasolio costa 800 dollari liberiani, ma non basta a far muovere una macchina per fuggire e neanche a caricare un generatore che consenta di avere un po'di energia elettrica".
Per assistere la popolazione anche il network Caritas sta programmando una missione sul posto, cercando di agire anche a livello diplomatico, chiedendo alla Commissione Europea e alle Nazioni Unite:
• un rapido intervento di interposizione tra le parti in conflitto, affinché venga decretato il cessate il fuoco immediato e definitivo per permettere il soccorso della popolazione;
• un ingente intervento umanitario per portare prima possibile cibo e medicine alla popolazione stremata;
• la ripresa dei colloqui di pace e la ricerca di una soluzione stabile e duratura della crisi.
All'appello della Caritas, si aggiungono molti altri appelli di organizzazioni tra cui la Focsiv, la Comunità di Sant'Egidio
A livello nazionale, Caritas Italiana chiede che sia considerata, con attenzione e in tempi brevi, la situazione dei richiedenti asilo presenti nei centri di accoglienza - a partire proprio da quelli provenienti da Liberia e Africa occidentale - così da consentire loro una dignitosa permanenza nel nostro Paese.
Intanto l'Organizzazione internazionale Medici Senza Frontiere presente in Liberia fa sapere che colpi di mortaio e proiettili vaganti colpiscono ogni giorno zone densamente popolate, ferendo e uccidendo numerosi civili e che con il sistema sanitario nazionale nel caos e la presenza delle organizzazioni umanitarie limitata a un piccola area di Monrovia, le condizioni di salute dei liberiani in più del 75% del paese restano sconosciute.
Fonti: Misna, Caritas, Medici senza Frontiere.