www.unimondo.org/Guide/Guerra-e-Pace/Conflitti/Liberia-oltre-600-vittime-negli-scontri-della-capitale-82876
Liberia: oltre 600 vittime negli scontri della capitale
Conflitti
Stampa
Nonostante le pressioni di George W. Bush al Presidente liberiano Charles Taylor quest'ultimo non ha ancora lasciato il potere. Gli scontri tra l'esercito da lui controllato ed i due gruppi che intendono spodestarlo stanno devastando la capitale Monrovia dove il bilancio ufficiale rilasciato oggi dal ministro della difesa liberiano Daniel Chea parla di oltre 600 vittime tra i civili.
Il cessate il fuoco tra le parti contendenti sottoscritto lo scorso 17 giugno sembra oramai solo un pretesto per accusare gli avversari di averlo violato. Sono centinaia oramai i morti causati dagli scontri tra l'esercito ed i due gruppi ribelli del Lurd (Liberiano uniti per la riconciliazione e la democrazia) ed il Model (Movimento democratico della Liberia) e l'esercito liberiano, anche se da Radio France International si sottolinea non sia impossibile stimare effettivamente i morti poichè nella capitale regna il caos. Colpi di mortaio e d'arma da fuoco hanno invaso le strade della capitale nonostante la dirigenza dei due gruppi ribelli avesse affermato di non volerla occupare.
Medici Senza Frontiere ha intanto lanciato l'allarme. Sempre più difficile garantire le cure ai feriti nei due ospedali aperti dall'organizzazione francese a Monrovia. "Le raffiche di mitra e i colpi d'artiglieria sono molto vicini ai nostri ospedali e questo rende molto difficile curare i nostri pazienti in condizioni di sicurezza," afferma Alain Kassa, capo-missione di MSF a Monrovia. "Sabato, un proiettile vagante è finito nel reparto di pediatria. Oggi, temiamo che gli scontri strada per strada siano così intensi da impedire l'arrivo dei feriti all'ospedale".
La denuncia sul drammatico peggiorare delle condizioni umanitarie arrivano anche da Padre Mauro Armanini della Società dei missionari d'Africa. "Le condizioni umanitarie della popolazione si stanno deteriorando sempre più" ha affermato il missionario raggiunto telefonicamente dalla MISNA "la Chiesa sta cercando di fare ciò che può. L'arcivescovo di Monrovia Michael Francis al momento si trova in Gran Bretagna, le parrocchie si sforzano di fronteggiare l'emergenza con i mezzi che hanno a disposizione. La Caritas distribuisce cibo, quando i suoi depositi non vengono saccheggiati, come già accaduto".
Gli sfollati a causa di questi ultimi attacchi - secondo l'ONU - sono oltre 100mila. La gente è costretta a subire anche i soprusi compiuti da miliziani, poliziotti e ribelli che saccheggiano sistematicamente la popolazione.
In una dura nota, il direttore dell'agenzia di stampa Misna p. Giulio Albanese denuncia l'atteggiamento dell'Ecowas (Comunità economica dei Paesi dell'Africa occidentale) e degli Stati Uniti che, nonostante i ripetuti appelli del segretario generale dell'Onu Kofi Annan, "appaiono a dir poco timorosi, come se facesse loro paura sbarcare in terra africana". Ecowas e Usa, "continuano a temporeggiare in attesa del peggio a tutti i costi, secondo una sorta di cinico copione, prima del loro fatidico intervento... ammesso e non concesso che ci sarà mai".