Libano: appello della missione italiana al Governo

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La delegazione della societa' civile italiana ha completato la sua missione in Libano. "Abbiamo avuto modo di comprendere quali sono i bisogni reali della gente in questo momento parlando direttamente con le vittime: profughi, feriti ricoverati negli ospedali" hanno dichiarato i rappresentanti delle Associazioni pacifiste e delle ONG presenti nella delegazione. Il cessate il fuoco denunciato è stata la richiesta che da gente comune, vittime e istituzioni, è emersa con maggiore forza. "Dare aiuti mentre il conflitto armato è in corso"- ha detto una donna di un quartiere a Sud di Beirut ospitata in una scuola - "è cosa molto importante, ma rischia di essere come riporre qualcosa in un canestro senza fondo". La delegazione ha insistito particolarmente per la costituzione e il rispetto di corridoi umanitari.

Al ritorno in Italia, i membri della delegazione chiedono al Governo Italiano un segno efficace verso la pace interrompendo l'accordo di cooperazione militare con Israele e di farsi portatore in ambito internazionale di un embargo di armi. Inoltre si chiede di Consentire l'attracco delle navi, i collegamenti aerei a scopo medico sanitario, la libera circolazione dei mezzi di soccorso, sono azioni minime consentite dal diritto in situazioni di guerra ma non permesse in questo momento in Libano, dalle forze israeliane.

Per lanciare questo forte appello - affinchè questi elementari diritti siamo garantiti in questo lembo di terra trafitta dalla guerra - i componenti della delegazione invita ad una conferenza stampa con gli operatori dell'informazione a Roma per giovedì 10 agosto alle ore 11.30 presso sede di Libera in via Quattro Novembre 98. Alle ore 19.00, presso Angelo Mai Occupato, Via degli Zingari 13, la delegazione racconta i suoi 4 giorni nel paese in guerra: testimonianze, proposte, foto e video dal Libano sotto assedio.

Gli undici membri della delegazione hanno avuto modo di incontrare anche i rappresentanti dei varie organizzazioni di Società: Civile libanese ricavandone l'impressione di una forte capacita' operativa in rete. Non sono mancati gli incontri con le istituzioni: delegazione della Commissione Europea, Ambasciatore Italiano, Presidente della Repubblica e Primo Ministro Libanesi. La delegazione è composta da Un Ponte per, Arci, Assopace, Libera, Pax Christi, Rete di Lilliput, Servizio Civile Internazionale Cric e CISS e ARCS in rappresentanza del Gruppo Libano - Piattaforma Palestina (AOI).

Resoconto di lunedì 7 agosto

In una Beirut sempre piu' tesa in seguito ai bombardamenti della notte scorsa e le condizioni di vita sempre piu' difficili determinate

dall'impossibilità di muoversi anche a causa della scaqrsità di benzina,

la delegazione di organizzazioni della società civile italiana ha ha incontrato oggi Kassem Aina, direttore dell'associazione Beit Atfal Assomud che è attiva nei campi profughi palestinesi in Libano. Ha visitato i campi profughi di Chatila e Burj el Barajneh dove hanno trovato ospitalità alcune famiglie libanesi sfollate in seguito ai bombardamenti. La solidarietà generalizzata alle famiglie scappate dai bombardamenti è una esperienza diffusa che la delegazione ha riscontrato nei suoi incontri: infatti del milione di sfollati circa 650.000 sono espatriati, 250.000 sono ospiti in strutture pubbliche quali scuole, teatri, e 200.000 ospiti di famiglie non sempre di parenti o amici.

La delegazione ha in seguito incontrato il segretario generale della Caritas del Libano, Joseph Farah, che ha sottolineato con forza l'impossibilità di far giungere gli aiuti d'emergenza al sud del Libano per i continui bombardamenti che rendono impossibile l'apertura di corridoi umanitari.

Nel pomeriggio la delegazione è stata ricevuta dal capo della Delegazione Europea in Libano, Patrick Renauld per un confronto di valutazione sulla situazione. Al capo della delegazione europea la delegazione ha chiesto di intensificare gli sforzi per arrivare al cessate il fuoco, di imporre l'apertura di corridoi umanitari, di attivarsi per imporre l'embargo di armi alle parti in causa del conflitto, di vigilare sui fondi stanziati per la ricostruzione, accogliendo le preoccupazioni della società civile libanese che paventa gestioni non trasparenti.

La delegazione che aveva in programma una visita al sud di Beirut ha dovuto rinunciare a causa di nuovi possibili bombardamenti. Domani la delegazione incontrerà il Presidente della Repubblica del Libano, il Primo Ministro e l'Ambasciatore Italiano.

Fonte: Emergenza Libano

Approfondimenti: Resoconto del 6 agosto della delegazione in Libano

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