La guerra agli animali selvatici

Stampa

Foto: Danny Kroon da Unsplash.com

Un’indagine della Coldiretti spiega che 6 italiani su 10 ne avrebbero una reale paura e quasi la metà non prenderebbe casa in una zona infestata dai cinghiali. I branchi – sottolinea la prima delle organizzazioni agricole nazionali – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. Zone infestate, invasione, assedio… il panico, alimentato in modo ossessivo dai media, si diffonde e, in quanto al vocabolario, in guerra non si bada a certi dettagli… Quella contro il “nemico selvatico” non è certo una guerra recente, ma in questi ultimi mesi in Italia, spiega Marco Reggio, la logica dell’eliminazione fisica degli “invasori”, con certi rimandi all’immaginario machista e militarista che caratterizza le retoriche di molte componenti del governo, potrebbe trovare un consenso ancor più disinibito. E poi, in fondo, diciamola tutta, c’è davvero qualcosa di male nel sostenere che gli umani hanno conquistato il diritto assoluto di gestione dello spazio e possono decidere quale sia il numero accettabile di esemplari di una data specie sul territorio? Fossero in grado di farlo gli ungulati, oppure le mucche, i cavalli o altri animali “da reddito”, pensate che esiterebbero? Probabilmente, ha ragione l’appello antispecista che convoca la manifestazione del 12 febbraio a Firenze (vedi immagine in fondo all’articolo): in fin dei conti si tratta di decidere da che parte stare. Da quella del coabitare un pianeta e della tenace resistenza animale oppure da quella del suprematismo, della proprietà sugli spazi del mondo, dei confini e del mattatoio.

Quella agli animali selvatici è una guerra che va avanti da molto tempo, forse da secoli, ma che da alcuni anni nel nostro paese si mostra in tutta la sua violenza. Ne è una manifestazione eclatante l’emendamento recentemente inserito nella legge di bilancio, una norma che permette di abbattere (uccidere) la fauna selvatica anche nelle aree urbane e nelle aree protette, in qualsiasi momento, ossia anche fuori dalla stagione di caccia. 

Si tratta dell’ultimo atto (per ora) di un percorso che non ha colore politico, e che ha subito diverse accelerazioni negli ultimi anni. Si configura certamente come un salto di qualità: da oggi la vita sarà ancora più difficile, in particolare, per i cinghiali che si avvicinano agli spazi considerati appannaggio della nostra specie.

Questo ennesimo balzo in avanti nella guerra all’alterità animale esprime una continuità evidente con le politiche di tutto l’arco parlamentare degli ultimi anni (non solo nei confronti dei non umani, come vedremo). Ne dà testimonianza, forse involontaria, il deputato Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura, nella sua “protesta” contro la norma: “un’imboscata arrogante fatta alle 6 del mattino al termine della commissione Bilancio, quando avete forzato la mano per approvare un emendamento su un tema che noi per primi avevamo posto al ministro: la presenza abnorme dei cinghiali ungulati in gran parte d’Italia” (il corsivo è mio). Insomma, il frame di riferimento dell’opposizione non sembra essere poi così diverso da quello della maggioranza: noi umani abbiamo diritto assoluto di gestione dello spazio, e decidiamo quale sia il numero accettabile di esemplari di una data specie sul territorio, senza chiederci se la “presenza abnorme”, forse, non sia innanzitutto la nostra.

Tuttavia, non è per caso che l’emendamento sia stato approvato proprio sotto il governo Meloni. La logica dell’eliminazione fisica dei selvatici – gli “invasori” – rimanda a un immaginario machista e militarista che caratterizza le retoriche di molte componenti del governo in carica, soprattutto quando trova una sua espressione esplicita. Al tempo stesso, questa postura rientra nella logica antropocentrica che, nel contesto neoliberista, si incrocia, potenziandosi, con una serie di altre tendenze come la gentrificazione, la repressione del dissenso, l’affermazione dei modelli intensivi di allevamento/agricoltura. Anche per questo, emerge incessantemente nei discorsi e, soprattutto, nelle politiche, dello schieramento “opposto”, benché in modo meno esplicito, come testimoniato dalle parole del capogruppo Pd, e come avviene ormai da tempo su altri temi centrali nel dibattito pubblico, a partire dal “problema” dei migranti (che è, infatti, un problema tanto per il centrodestra quanto per il centrosinistra: un problema condiviso le cui soluzioni differiscono, e spesso neppure di molto).

Per certi versi, non si tratta di nulla di nuovo, se pensiamo che questo approccio al selvatico è stato denunciato, in tempi recenti, dalla campagna StopCasteller in riferimento alla gestione degli orsi trentini. Introdotti sul territorio più di vent’anni fa per attingere ai fondi europei e promuovere il turismo regionale, non appena aumentano di numero e si imbattono in qualche umano non preparato all’incontro, diventano un nemico, prima da tenere sotto controllo, poi da eliminare o imprigionare in un’apposita struttura. Anche qui, l’atteggiamento più esplicitamente xenofobo è quello della giunta leghista, ma le politiche di intolleranza nei confronti della libera circolazione di corpi non “autorizzati” hanno una storia più lunga e decisamente bipartisan...

Segue su: Comune-info.net

Ultime su questo tema

Basta guerra fredda!

30 Agosto 2025
Il recente vertice di Anchorage ha aperto spiragli per un futuro meno segnato da conflitti e contrapposizioni. (Alex Zanotelli e Laura Tussi)

Il lavoro delle Ong nel Mediterraneo, tra minacce e ostruzionismo

29 Agosto 2025
Dopo l’attacco alla Ocean Viking, abbiamo intervistato Sara, Protection officer a bordo della nave Humanity 1. (Maddalena D´Aquilio

Global Sumud Flotilla: resistere per esistere

29 Agosto 2025
Dal Mediterraneo a Gaza: la più grande flottiglia civile mai organizzata per denunciare il genocidio e portare solidarietà al popolo palestinese. (Articolo 21)

Un No al Ponte con ventiquattromila baci

27 Agosto 2025
Prima di sapere se il Ponte crollerà o non crollerà, per la gente del posto sarebbe prioritario comprendere se riuscirà ancora a vivere e a respirare. (Jacobin Italia)

Giornaliste a Gaza

26 Agosto 2025
Le donne giornaliste di Gaza: “Continuano il loro lavoro nonostante siano bersagli di attacchi israeliani, di carestia e di violenza”. (Monica Pelliccia)

Video

Charlie Chaplin: "Il Grande Dittatore"