Kosovo: dopo l'emergenza, la ricostruzione

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Si inaugura mercoledì 8 ottobre a Pristina il Centro Pilota di Formazione Professionale "Qendra Sociale Edukative Don Bosko", la scuola è rivolta allo sviluppo della formazione professionale della gioventù più disagiata della regione ed ha il preciso intento di dare a questi maggiori opportunità occupazionali Il progetto è nato dalla precisa richiesta delle Istituzioni e dei tanti kossovari che durante la guerra in Kossovo sono stati accolti nella tendopoli allestite presso i Centri di Don Bosko di Tirana e Scutari e dalla lunga presenza sul territorio kossovaro dei Salesiani.

Da un'indagine approfondita condotta dal VIS sulle condizioni del paese, del mercato del lavoro e del sistema scolastico è emersa la grave crisi del sistema educativo in questo Paese. Infatti, su una popolazione di 2.300.000 abitanti (1996) ben 1.479.280 sono prive di un titolo di studio, mentre solo il 34,5% della popolazione sotto i 15 anni ha terminato le scuole elementari, solo il 17,3% ha conseguito il diploma di scuola secondaria e solo 3,3% ha un titolo di studio universitario.
Affianco a questo complessivo basso livello di istruzione vi è una carenza strutturale di sussidi didattici e, soprattutto, di insegnanti. Dopo l'epurazione dalle scuole, il corpo docente di lingua albanese si è ridotto in misura considerevole, con il risultato che l'attuale corpo insegnante è esiguo e non può far fronte a tutte le esigenze, oltre ad essere composto da un gran numero di docenti con forti lacune nell'aggiornamento professionale.

La scuola di Pristina non solo prevede dei percorsi didattici basati sugli standard europei di formazione-professionale e sull'utilizzo di moderne attrezzature, orientandosi verso i settori dell'elettrotecnica, dell'informatica, del segretariato d'azienda, delle lingue e della meccanica; ma, soprattutto, si occupa dell'aggiornamento e della riqualificazione del personale docente locale. Il centro, inoltre, offre a tutti gli studenti, al conseguimento del diploma, un sostegno per l'inserimento nel mercato del lavoro. Ma la più importante novità è l'apertura per la prima volta in Kossovo di corsi rivolti ad ambo i sessi, questo non solo favorirà un maggiore inserimento nel mondo del lavoro da parte delle donne, ma compie innanzitutto un'azione di prevenzione contro i traffici illegali, nelle cui maglie molte ragazze dei paesi balcanici ingenuamente cadono.
Il Centro di Pristina è stato aperto anche grazie ai fondi raccolti dall'iniziativa "Gusto e Solidarietà" campagna sociale voluta dalla Guida del Gambero Rosso e dalla Guida de l'Espresso, che per la prima volta hanno promosso insieme un progetto sociale coinvolgendo i ristoratori italiani. Un giorno al mese dello scorso anno - il "no profit day" - 276 ristoranti hanno devoluto una percentuale dell'incasso della giornata a favore della scuola di Pristina.

"Sono particolarmente felice - ha sottolineato alla partenza per Pristina Antonio Raimondi presidente del VIS - di poter inaugurare questa scuola che non solo è il segno tangibile del lavoro del dopo emergenza e della volontà della popolazione kossovara di ricostruire e di migliorare le proprie condizioni, ma rappresenta un importante ponte verso un'integrazione possibile tra le varie componenti della popolazione il Centro, infatti, accoglierà anche i giovani della minoranza serba, perché le differenze si stemperino in una cultura multirazziale."

All'inaugurazione del Centro Pilota di Formazione Professionale è prevista la presenza di Ibrahim Rugova, Presidente del Kossovo, di Harri Holkeri, rappresentante del segretario dell'ONU, di Monsignor Mark Sopi, Vescovo di Prizren, di Monsignor Zef Gashi, Vescovo di Bar, di Padre Karl Oerder, procura missionaria di Bonn, di don Franco Gallone, Ispettore salesiano del Meridione d'Italia e dei Balcani, e Antonio Raimondi, presidente VIS.

Fonte: Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

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