Italia: voci sulle forme di aggressione

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La grande manifestazione del 20 marzo di Roma è stata oscurata dalle polemiche tra i partiti dopo l'aggressione di un gruppo di appartenenti ai centri sociali verso il segretario dei Ds, Piero Fassino. Molte le voci che si sono levate per prendere le distanze dai comportamenti violenti di entrambe le parti. Tra le altre proponiamo quelle di Enrico Peyretti, Flavio Lotti, Enrico Euli e Pierluigi Sullo.

Enrico Peyretti, giornalista e storico della noviolenza in Italia, in una lettera aperta a Piero Fassino, dopo aver espresso solidarietà per il brutto episodio accaduto ha subito precisato che la critica politica ai Ds non è istigazione all'aggressione. "Finché la guerra sarà tra le opzioni possibili, la guerra ci sarà", ha detto giustamente Teresa Sarti, di Emergency. "E se vogliamo fare politica, che è la scienza e l'arte della convivenza, della vita insieme, dobbiamo espellere dalla politica la guerra, arte nera del dare la morte. Saper decidere anche la guerra è necessario per dimostrarsi forza di governo, voi avete detto nel 1999 (vedi oggi i risultati) e anche dopo".

La Tavola della Pace esprime un grande ringraziamento a tutti i partecipanti alla manifestazione e precisa che nessun incidente può oscurare questo popolo in cammino per la pace. "Il caso Fassino è stato strumentalizzato e va ridimensionato - ha commentato Flavio Lotti, portavoce della Tavola della Pace - il fatto è da condannare, perché a queste iniziative devono poter partecipare tutti. Ora la Tavola della pace chiede che il Parlamento, "dopo essersi espresso sul finanziamento delle missioni italiane, compresa quella in Iraq, venga convocato per discutere di politica, e cioè per chiedere che in quel paese subentri l'Onu".

Enrico Euli, formatore alla nonviolenza dell'area lillipuziana, scrive una lettera di solidarietà e di chiarimento su quale sia la vera violenza che il sistema produce quotidianamente e sulla quale anche i partiti troppo spesso sostengono. "Il partito dei DS da te guidato, insieme ai partiti del centro destra e del centro sinistra, collaborano sostanzialmente e concretamente al mantenimento e allo sviluppo di questo sistema di violenza. I vostri programmi politici ed elettorali anche futuri ne sono intrisi, e non lasciano speranza sulla vostra disponibilità al cambiamento. Questo gioco che ti fa apparire soltanto vittima dei facinorosi e non anche un sostenitore del sistema violento è vecchio e fa male a tutti, anche ai movimenti".

Altra voce dell'informazione indipendente è quella di Pierluigi Sullo che in una sua lettera aperta precisa gli elementi di una vicenda che è stata montata su misura degli interessati. Innanzitutto la dinamica vede lo spezzone dei Ds entrare non nel punto fissato dagli organizzatori ma da via Amendola, proprio nel momento in cui su via Cavour sta transitando lo spezzone dei Disobbedienti. Questo fatto fa pensare a una casualità che ha portato a riflettere anche Paolo Flores D'Arcais, del movimento dei Girotondi, facendone una ricostruzione simile, anche se ancora più politica. In conclusione Sullo sottolinea come "la discussione sull'autonomia, sui modi di relazione, sugli scopi e i metodi nel movimento per la pace è necessaria e urgente. Ma questa discussione va fatta a partire dal rispetto per la verità e non certo quella dei media generalisti che hanno sempre cercato di etichettare il movimento con varie forme di boicottaggio e diffamazione".

Anche la Rete di Lilliput prende una chiara distanza dai comportamenti violenti sia del servizio d'ordine del partito dei DS che della decina di attivisti appartenenti ai centri sociali che si sono svolti sabato 20 marzo 2004 durante la manifestazione di Roma. Questi atteggiamenti aggressivi hanno spostato l'attenzione mediatica su una "polemica partitica e teatrale" che allontana dalle serie motivazioni di una manifestazione mondiale contro la guerra. [AT]

Altre fonti: Peacelink, I girotondi, Tavola della Pace

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