Italia: notizie di speranza tra margherite e sit-in

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Dal quotidiano kuwaitiano Al Rai al Amm si apprende che Simona Pari e Simona Torretta sono vive e sono state trattate "secondo la legge islamica", che impone di non maltrattare i prigionieri. Il quotidiano, che è il più diffuso in Kuwait ed è ritenuto affidabile, cita fonti direttamente collegate con i movimenti jihadisti che operano in Iraq. Le stesse fonti condannano i due comunicati che nei giorni scorsi avevano annunciato l'uccisione delle due Simone. Da quello che hanno riportato le agenzie di stampa, non si fa riferimento ai due ostaggi iracheni, Manhaz Bassam e Ra'ad Ali Abdulaziz, che presumibilmente non sono quindi tenuti assieme alle due Simone. Le fonti citate dal quotidiano kuwaitiano riferiscono che il rapimento delle due operatrici di Un ponte per...sarebbe un messaggio al governo Berlusconi e che dunque la loro sorte dipenderà dal comportamento del governo italiano.

Non per questo l'organizzazione 'Un Ponte per' non si dispera e continua a lavorare con la fiducia necessaria. "Vogliamo ricordare anche il silenzio calato su Ra'ad e Manhaz. Noi li vogliamo sapere sani e salvi tutti e quattro. Per favore non dimenticateli" - scrive l'organizzazione che lavora in Iraq fin dalla prima invasione del '91. "Per noi è in atto una sorta di 'strategia della tensione'". Parla così Raffaele Salinari, presidente di Terre Des Hommes Italia, Ong attiva in Iraq e presente attualmente a Baghdad con una dozzina di operatori umanitari, tutti iracheni. "Si susseguono comunicati con notizie sempre più gravi - dice Salinari - ma è decisamente insensato perdere la lucidità in un momento così delicato. Si rischia di compromettere la vita delle due Simone. Queste persone (gli autori dei messaggi, ndr) non parlano solo a noi. Probabilmente parlano anche a qualcun altro. Non possiamo interpretare questi messaggi solo secondo la nostra sensibilità. In un certo senso, li si può considerare alla stregua di messaggi di tipo mafioso, generati anche da dinamiche di potere".

Dalle stanze della sede di 'Un Ponte per', in cui sono riuniti i componenti del Comitato Fermiamo la Guerra esce la proposta di rilanciare un simbolo di pace, le due margherite che si riferirebbero a una lettera di Simona spedita pochi giorni prima del sequestro. Nell'email Simona Torretta racconta che la margherita in filo di stagno si riferisca ai fiori che le vennero dati da un iracheno dopo la morte di Enzo Baldoni. L'iracheno li avrebbe consegnati spiegandole il significato: "Le Ong qui in Iraq sono come dei fiori". Una proposta che viene quindi lanciata dal mondo pacifista per rappresentare la vicinanza agli ostaggi e per continuare la richiesta del ritiro delle truppe dall'Iraq. Il fiore può essere realizzato con un filo di stagno o con un immagine che la rivista Carta ha predisposto sul proprio sito in versione scaricabile per poi metterlo in forma di foglio o adesivo sulla giacca, sul tavolo di lavoro, sui siti, biciclette, automobili e ciclomotori. Un ponte per invita a disegnarle o costruirle con un filo di rame o di ferro. A breve verrà lanciato il sito www.liberatelapace.it che ospiterà la campagna relativa.

Dalla lettera pubblichiamo la parte che si riferisce alle margherite. "Di prima mattina avevamo appuntamento con lo sceicco per discutere del progetto scuole. Ci ha raccontato dei suoi fedeli uccisi mentre marciavano pacificamente, padri di famiglia. Io gli ho raccontato di Enzo. Abbiamo pianto sui morti comuni, un cordoglio italiano-iracheno. Ci ha detto di essere forti. In questi giorni rimane poco spazio per sperare; il dolore è dappertutto. Poi alla sera è tornato, ci ha fatto una sorpresa: due piante di margherite. Voleva farci sorridere. Dopo avervi viste così depresse questa mattina non sono riuscito a riposare tutto il giorno. E lo dice uno che da un anno vede morire amici, conoscenti. Ho scelto questo fiore perché è l'unico che riesce a crescere nella terra salata. È come voi: vive e cresce anche in una condizione negativa. Allora smettetela di essere tristi, siete una delle cose più preziose che abbiamo. E soprattutto voglio riposarmi". Ci ha fatto sorridere. A me è toccata la margherita rossa solitaria, con lo stelo lungo. A Simo quella rosa e carnosa".

Continua la presenza nonviolenta e permanente di fronte a Palazzo Chigi di alcuni gruppi pacifisti di Roma. Molti messaggi e cartelloni sono stati esibiti dal comitato "Basta Guerra" e dal "Gruppo azione nonviolenta": "La pace è l'unico antidoto per l'orrore", "Stiamo per andare via" (sottinteso, dall'Iraq). E ancora: "Wanted", con tanto di faccione di George W. Bush e bollettino di civili morti in Iraq, tra prima e seconda guerra del golfo, con in mezzo un bell'embargo decennale. Un presidio che si ripeterà tutte le sere dalle 19.30 con l'obiettivo di chiedere il ritiro delle truppe dall'Iraq separando in modo chiaro il tema della liberazione degli ostaggi. Durante il ritrovo pacifista si terrà ogni sera una scena teatrale con un effetto luminoso che viene dato dall'immagine delle quattro grandi fiaccole che stanno a simboleggiare i 4 rapiti e un centinaio di lumini che corrispondono al resto dei 6 miliardi di ostaggi di questa politica, in primis gli iracheni.[AT]

Altre fonti: Ostinati per la Pace

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