Italia: no colorato alla 'chiusa' Nato a Venezia

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A Venezia fino al 16 novembre si tiene l'Assemblea parlamentare della Nato, ovvero l'Organizzazione del Patto dell'Atlantico del Nord (North Atlantic Treaty Organization), primo strumento di attuazione delle strategie militari dei ventisei paesi membri e di 13 paesi associati. Il vertice della Nato di Istanbul dello scorso giugno non sembra però aver ancora sciolto i nodi che l'Alleanza atlantica sta affrontando. Tra questi l'aumento di 1500 uomini per il contingente Nato proprio in Afghanistan non risponde alla richiesta statunitense di inviare truppe Nato a Baghdad come assistenza per l'addestramento delle forze di sicurezza. Da quel vertice ne era uscita una strategia dell'attenzione da parte della Nato verso il "più vasto" Medio Oriente che richiama il "grande" Medio Oriente del progetto che gli Stati Uniti. L'offerta della Nato è quella di un aiuto "allo sviluppo delle capacità delle forze armate di questi paesi di operare con quelli della Nato, anche contribuendo a operazioni guidate dalla Nato". Da non dimenticare che in Italia e precisamente a Napoli c'è il nuovo comando operativo in Europa che fino al giugno 2005 sarà responsabile per la "Nato Response Force", la forza di rapido intervento di 20.000 uomini che dovrebbe essere operativa dal prossimo ottobre.

L'assemblea parlamentare viene quindi ospitata da una città guidata da un'amministrazione di centrosinistra che per l'occasione ha fondato una società ad hoc "Venice Convetion" per la gestione dell'evento. Un appuntamento che non poteva non essere contestato dalle aree più attive del movimento newglobal. Gia da ieri si sono susseguite alcune azioni dei Dissubidienti con gli "apertivi no nato" e presidi accesi nei pressi della zona rossa. Oggi è la giornata dei cortei che si susseguiranno per la città con gli anarchici antimiltaristi che si oppongono a tutte le occupazioni militari nel mondo.

Sempre con un tono di contestazione si sono presentati questa mattina gli attivisti del Venezia Social Forum che dopo essere arrivati fino alla zona rossa nei pressi della spiaggia del Lido si sono distesi sulla strada chiedendo di poter far entrare nella zona rossa l'albero come monumento vivente al disertore che è stato portato fino davanti al Casino - sede dell'Assemblea Nato dove si tiene il vertice.Di fianco all'albero è stata posta una lapide che recita il testo sulla contrarietà a ogni guerra del monumento ai caduti di Tolentino (Massa Carrara) che fu eretto nel 1918 e poi fu distrutto dai fascisti nel 1922. A conclusione si è svolta l'azione della catena umana con quasi 500 persone che ha accerchiato il perimentro costuito intorno all'Assemblea Parlamentare della NATO. Nella mattinata bandiere e striscioni sono stati appesi sui ponti e per il pomeriggio il Venezia Social Forum prevede un sit-in di protesta per la "chiusura" del vertice in collaborazione con i Gruppi di Azione Nonviolenta.

E proprio sulla poca apertura e trasparenza di questo incontro, il Venezia Social Forum ha scritto un appello nelle settimane scorse ai parlamentari che partecipano a questa Assemblea. "E' necessario un dibattito aperto e trasparente sulle strategie dell' Alleanza atlantica. Vogliamo allora segnalarvi la gravità di un mancato dibattito parlamentare sulla trasformazione che la Nato ha subìto negli ultimi anni e che l'ha portata ad assumere sempre più un carattere offensivo e interventista - che ci sembra in contrasto con l'articolo 11 della nostra Costituzione". Dopo una precisa spiegazione delle nuove modifiche nella strategia della Nato viene detto che la previsione di "operazioni non previste dall'articolo 5" rappresenti una violazione surrettizia dello stesso Statuto della Nato - e che sia stato previsto proprio per non doverlo discutere in Parlamento. "Chiediamo quindi che ci sia un dibattito formale in Parlamento per modificare lo Statuto della Nato e comunque per approvare il "Nuovo concetto strategico". Questa sarebbe un'occasione per far partecipare il popolo italiano - a nome del quale parlate - alla discussione su scelte così importanti per la nostra esistenza e per quella dei nostri figli e nipoti". [AT]

Altre fonti: Global Project, Stop The Nato, Venezia Social Forum

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