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Italia: no al terrorismo, no alla guerra
Conflitti
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Dal Segretario Generale delle Nazioni Unite dura condanna agli attentati di ieri che hanno sconvolto Istanbul, città ponte tra l'Europa e l'Asia. In Italia una dura condanna al terrorismo arriva anche dalla CGIL che in un documento motiva la propria partecipazione alla mobilitazione contro la guerra, promossa domani dalle associazioni del Forum Sociale Europeo.
"Ci siamo tutti svegliati con un'altra notizia terribile" ha dichiarato ieri Kofi Annan "condanno totalmente questi atti terroristi: coloro i quali si sono macchiati di questo crimine non hanno alcun rispetto per la vita umana e spetta a tutti condannare le loro azioni".
Una condanna del terrorismo arriva anche dalla CGIL. I rappresentanti del sindacato lo hanno fatto tra l'altro nel documento nel quale motivano la propria partecipazione alla mobilitazione contro la guerra, domani, sabato 22 novembre. "Pensavamo e pensiamo che il terrorismo, che non ha mai ragione, neanche quando brandisce le bandiere dell'ingiustizia, vada contrastato dalla comunità internazionale innanzitutto asciugando l'acqua che lo alimenta, imboccando la strada del superamento del baratro che oggi divide il Nord ricco del mondo dal Sud povero, ricostruendo per tutti speranza, libertà, diritti umani" si afferma nel documento.
In merito alla presenza italiana in Iraq il documento nota come sia un errore "circoscrivere la discussione in una disputa tra permanenza e ritiro delle truppe, perché in realtà l'una e l'altra scelta sono conseguenze di una discussione più complessa". "Per noi il giudizio sull'invio dei militari italiani e la loro permanenza discende, così come dovrebbe essere, in primo luogo dal giudizio sulla guerra, sbagliata e illegittima, e dalla valutazione sulle possibili soluzioni della crisi internazionale che quella guerra ha aggravato".
La mobilitazione alla quale ha aderito la CGIL è stata indetta da decine di associazioni, gruppi ed ONG italiane che in questo modo vogliono ribadire il proprio no alla presenza militare in Iraq. "Non è vero che ritirando i militari si rinuncia a sostenere la popolazione irachena. E' vero il contrario" affermano i promotori della giornata di mobilitazione "molto di più si potrebbe fare se i 40 milioni di euro che si spendono ogni mese per mantenere il contingente militare fossero usati per ricostruire scuole, ospedali, centrali idriche. Non è vero che è necessaria una presenza militare per fare questo: lo dimostrano le Ong italiane che con decine di operatori operano da mesi con interventi umanitari in tutto il paese. Sono questi gli interventi umanitari che bisogna sviluppare".
L'appuntamento è per domani in molte piazze italiane. I promotori dell'iniziativa hanno chiesto agli italiani di ribadire la propria volontà di pace riempiendo ancora i balconi e le finestre di bandiere della pace. [DS]
Altre fonti: Globalradio.