Italia: funerali delle vittime di Nassiriya e no alla guerra

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Alla presenza di tutte le alte cariche dello stato, si sono celebrati stamane nella basilica di S. Paolo a Roma i funerali di stato delle vittime di Nassiriya ai quali hanno partecipato cinquantamila cittadini. Per celebrare la giornata di lutto nazionale varie associazioni hanno invitato ad esporre, accanto al tricolore, la bandiera arcobaleno come simbolo di pace e di speranza.

Il presidente delle Acli, Luigi Bobba, nota che "l'amore per la propria nazione e l'impegno contro il terrorismo non sono in contraddizione con la pace". "Il nostro giudizio sulla guerra preventiva e sull'unilateralismo non è affatto mutato. Davanti alla strage di Nassiriya chiediamo ancora una volta di accelerare il trasferimento dei poteri agli iracheni e di seguire il percorso indicato dalla risoluzione dell'Onu", sottolinea il presidente delle Acli auspicando che "volontariato civile e forze militari di peacekeeeping non siano realtà né contrapposte né antagoniste, ma complementari ed alleate".

L'appello ad esporre, accanto al tricolore, la bandiera arcobaleno è stato accolto tra gli altri anche dalla Misna: "Dalle istituzioni politiche è venuto l'invito ai cittadini a esporre il Tricolore, simbolo dell'unità nazionale ma anche di partecipazione commossa e condivisa al lutto che ha colpito le famiglie dei nostri connazionali. Noi vorremmo però che sventolasse anche la bandiera dell'arcobaleno. È un vessillo di pace e speranza, contro gli oscuri presagi del nostro tempo" - si legge in una nota dell'agenzia di stampa del mondo missionario.

Adesione anche di Legambiente che, in una nota del presidente Ermete Realacci, annuncia la partecipazione dell'associazione ambientalista al lutto per gli italiani uccisi a Nassirya. "Crediamo che la bandiera nazionale e quella della pace, esposte l'una accanto all'altra fuori dai circoli di Legambiente di tutt'Italia, possano bene rappresentare il sentimento di tanti cittadini e tanti movimenti che sono fortemente scossi dalla tragedia di Nassirya e fortemente convinti che le armi non rappresentino una soluzione". Realacci sottolinea inoltre che "Legambiente era contraria dall'inizio alla guerra preventiva in Iraq, e lo resta tuttora. Questo drammatico lutto dovrebbe spingere tutti noi a riconsiderare la vicenda irachena".

Un invito a non strumentalizzare i funerali odierni con l'intento di legittimare la guerra è arrivato dalla Conferenza degli istituti missionari in Italia (Cimi). Esprimendo la solidarietà del mondo missionario ai parenti delle vittime, padre Agostino Rigon, presidente della Cimi, rileva che "purtroppo la guerra continua tutti i giorni tra il Tigri e l'Eufrate, uccidendo tanta gente innocente, come peraltro aveva ammonito sapientemente il Santo Padre". "Non vorremmo dunque che vi fossero strumentalizzazioni indebite dei funerali odierni, da parte di chiunque sia, con l'intento di legittimare una guerra che, come tutte le guerre, rappresenta una vergogna per l'umanità".

Oltre agli appelli dei giorni scorsi delle associazioni per un immediato ritiro del contingente italiano in Iraq, va segnalato un comunicato dell'UNAC (Unione Nazionale Arma Carabinieri) che "invita il governo ad esaminare la possibilità di un ritiro immediato del contingente italiano". "L'Unac si stringe attorno alle mogli ed ai figli dei colleghi caduti, ed invita i Governanti ad esaminare seriamente la possibilità di un ritiro immediato dei nostri uomini da tale situazione che potrebbe costare ancora vittime al nostro popolo", afferma una nota del Segretario Generale, Maresciallo Antonio Savino, direttore de 'La rivista dell'arma'. Qualche giorno prima, un comunicato stampa della redazione della rivista dell'Arma notava che "in Iraq vi è ancora una guerra in atto e le nostre forze armate non hanno un mandato per fare la guerra", e il Maresciallo Capo dei Carabinieri Ernesto Pallotta, sottolineava che "l'Iraq non deve essere il nostro Vietnam. Il Governo deve essere chiaro, deve constatatare che in Iraq vi è la guerra e che la missione di pace è un'operazione di guerra". [GB]

Altre fonti:Acli, Altremappe, News Sicurezza e Difesa

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