Italia: finisce la leva, continuano le morti all'uranio impoverito

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La Camera ha approvato ieri a stragrande maggioranza la legge che dal 2005 sospende il servizio militare obbligatorio e prevede solo volontari nelle Forze Armate. Un provvedimento che secondo il Ministro della difesa Antonio Martino ''fa gli interessi di molte migliaia di nostri giovani'', e ''soprattutto delle Forze Armate nel momento attuale''. Un testo a detta del Ministro ''non perfetto, ma perfettibile''.

Un via libera che non viene accolto con favore dall'Associazione Obiettori Nonviolenti (AON) che definisce il provvedimento ''assurdo''. ''La leva e' finita, andate in guerra!'' - ha commentato Massimo Paolicelli, presidente dell'associazione. ''La strada trovata per sostituirla introduce un male peggiore di quello che si voleva curare. Questa normativa, nel vano tentativo di rendere appetibile una scelta invisa ai giovani italiani, violando l'articolo 51 della Costituzione, garantisce ai militari un posto di lavoro, cosa che -afferma Paolicelli- nei fatti questo Stato non riesce a garantire neanche ai disabili''.

Intanto l'Associazione italiana assistenza vittime arruolati nelle forze armate (Anavafaf) chiede al presidente della Repubblica di intervenire sul caso dei militari italiani esposti all'uranio. Il 15 settembre la commissione Difesa del Senato voterà per l'istituzione della Commissione d'inchiesta parlamentare sull'uranio impoverito.

"Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che è anche capo delle forze armate, intervenga sul caso dei militari italiani esposti all'uranio impoverito" - chiede Falco Accame, presidente dell'Associazione italiana assistenza vittime arruolati nelle forze armate (Anavafaf). Un altro militare, intanto, è morto per linfoma di Hodgkin: si tratta di Fabio Porru di Cagliari. "Il fatto - prosegue il presidente dell'Anavafaf - si è saputo al solito casualmente, dal padre nel corso di un convegno, mentre si tratta di dati che il ministero della Difesa dovrebbe comunicare alle commissioni parlamentari della Difesa. Finalmente - ha proseguito - dopo le errate valutazioni espresse a seguito della Relazione Mandelli, nella quale si dava per certo che l'uranio impoverito non presentasse pericoli, sta emergendo la verità: la Relazione era affetta da gravissimi errori di calcolo, solo in piccola parte evitati nelle relazioni successive. Ora, ha aggiunto, vista l'indifferenza delle istituzioni, è necessario che intervenga direttamente il capo dello Stato".

A poche ore dalle dichiarazioni di Accame, il direttore generale della Sanità militare, generale Michele Buonvito, nel corso di un'audizione alla commissione Difesa della Camera ha reso noto che a cominciare dal prossimo agosto partirà uno studio epidemiologico sull'uranio impoverito promosso dalla stessa Sanità militare. I primi risultati ci saranno dopo 18 mesi e cioè all'inizio del 2006. Mille militari italiani impegnati in missioni all'estero saranno monitorati nel tempo per avere, in meno di 10 anni, una risposta "inequivocabile" sui possibili legami tra esposizione all'uranio impoverito e aumento dell'incidenza dei tumori. L'iniziativa, ha detto il generale, "rappresenta la logica conclusione dei tanti sforzi sin qui posti in essere dalla Difesa per cercare di sgomberare il campo dai dubbi sul tema dei rischi per la salute legati ai vari teatri operativi". Lo studio si propone di valutare la presenza di esposizione a uranio impoverito; evidenziare la presenza di esposizione non previste a sostanze cancerogene; stimare il rischio di tumore in funzione della variazione della frequenza delle sostanze tossiche studiate.

Salgono così a 27 le vittime della cosiddetta "sindrome dei Balcani" tra i militari italiani. L'ultima è il caporal maggiore Luca Sepe di Napoli, morto per un tumore che lo aveva colpito circa tre anni fa di ritorno da una missione nei Balcani. Attualmente sarebbero 27 i militari malati morti a causa della malattia. Il 15 settembre la commissione Difesa del Senato voterà per l'istituzione della Commissione d'inchiesta parlamentare sull'uranio impoverito. Lo annuncia il senatore Ds Lorenzo Forcieri, presidente della delegazione italiana presso l'assemblea parlamentare Nato, aggiungendo che "questo autorizza a ritenere che il passaggio in Aula avrà un'esito rapido e positivo". [GB]

Altre fonti: La nuove ecologia, www.stefanomelone.org, Rainews24.

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