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Italia: conclusa la controversia legale di PeaceLink
Conflitti
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Si è conclusa con una "conciliazione" la controversia legale intentata dal prof. Corrado Maria Daclon verso l'associazione Peacelink per aver riscontrato il suo nome in un appello di natura politica che egli sostiene di non aver mai sottoscritto né condiviso, pubblicato, tra l'altro, anche sulle pagine di un forum del sito di Peacelink.
Nel comunicato congiunto emesso da Peacelink dal prof Daclon, si legge che "con riferimento alla vicenda che ha portato il Prof. Corrado Maria Daclon ad avviare una azione giudiziaria in sede civile per aver riscontrato il suo nome in un appello di natura politica che egli non aveva mai sottoscritto né condiviso, pubblicato, tra l'altro, anche sulle pagine di un forum del sito della associazione Peacelink, il Prof. Daclon e l'associazione Peacelink constatano e convengono che non era intenzione dei convenuti voler recare danno con la pubblicazione della pagina web che Marina Berati aveva inserito sul sito di PeaceLink e nella quale, in calce ad un appello dal titolo "Manifesto per un forum ambientalista", appariva anche la firma del Prof. Daclon. Nel testo di quell'appello, prelevato da un altro sito web, la firma del Prof. Daclon era apparsa senza che egli fosse stato mai interpellato e pertanto senza la sua autorizzazione. Marina Berati, ignara di ciò, ne aveva dato diffusione, qui ribadendo la sua totale buona fede. Non di meno si riconosce al Prof. Daclon il pieno diritto di non vedere pubblicato il proprio nome in calce ad appelli estranei o contrari alle sue più intime convinzioni".
Determinante nella conciliazione l'intervento dell'associazione Pro Natura, di cui il prof. Daclon è stato in passato presidente ed attualmente è Segretario generale. In un primo momento il giovane professore, senza nemmeno chiedere una rettifica a Peacelink, aveva citato in giudizio i responsabili dell'associazione chiedendo un risarcimento di 50mila euro. Il nome del prf. Daclon, è sempre stato celato dall'associazione Peacelink per ragioni di tutela della privacy, ma è diventato di dominio pubblico per un articolo pubblicato sul quodiano Libero.
In seguito alla citazione in giudizio, Peacelink ha sollecitato dichiarazioni di solidarietà che in automatico apparivano su una bacheca telematica. Purtroppo, assieme a civili attestazioni di solidarietà, nella bacheca telematica erano apparsi anche alcuni messaggi di riprovevoli insulti e minacce, che pertanto sono stati prontamente cancellati, e ovviamente, condannati da Peacelink.
"Peacelink manifesta il proprio apprezzamento verso il Prof. Daclon, riconoscendo pienamente ciò che egli ha svolto e rappresenta a livello nazionale ed internazionale, per aver saputo e voluto scegliere la strada della conciliazione, che consentirà di inviare e rendere subito disponibili i fondi raccolti da Peacelink per i progetti promossi dal missionario comboniano Padre Renato Kizito a Nairobi" - conclude il comunicato congiunto. [GB]
Altre fonti: Analisi Difesa, Pro Natura