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Israele: terremoto politico, monito all'Ue e all'Onu
Conflitti
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Si terranno il 28 marzo le elezioni israeliane conseguenti alla crisi che ha investito il governo israeliano. Il primo ministro Ariel Sharon ha annunciato l'intenzione di lasciare il Likhud e di allestire una nuova formazione politica che si chiamerà "Responsabilità nazionale". "Il nuovo partito lavorerà con i palestinesi per la pace" ha annunciato il premier israeliano. Ariel Sharon ha anticipato che si impegnerà a fissare i confini permanenti tra Israele e l'entità palestinese e che alcuni degli insediamenti in Cisgiordania probabilmente dovranno essere smantellati. "Non so dire quando, con precisione. Ma gli avamposti illegali in Cisgiordania saranno smantellati", ha detto Ariel Sharon. Il premier ha ribadito d'altra parte che non ci saranno altri "disimpegni" come quello concluso mesi fa a Gaza. "Il mio progetto resta il tracciato di pace", ha ribadito.
Il terremoto politico potrebbe portare alla formazione di un'alleanza di destra fra lo stesso Likud e tre piccoli partiti. L'idea, scrive il Jerusalem Post, viene esaminata da Uzi Landau, il leader dei "ribelli" del Likud che tentarono di opporsi al ritiro da Gaza. L'alleanza dovrebbe comprendere oltre al Likud, il Partito Nazional religioso (portabandiera dei coloni) e le due piccole formazioni di destra Unione Nazionale Yisrael Beitenou. Le quattro formazione manterrebbero la loro struttura interna senza rinunciare ad avere un proprio programma distinto, ma si impegnerebbero a operare come un solo gruppo parlamentare in seno alla Knesset. Questa crisi è risultato di un discorso molto duro del nuovo presidente dei laburisti, Amir Peretz, e di una votazione con cui il partito decideva di uscire dall'attuale governo. Perez, che pochi giorni fa era stato eletto a sorpresa al posto di Shimon Peres, ha tra l'altro accusato Sharon, a cui si è indirizzato con il nomignolo di Arik, di aver "gettato nella pattumiera vecchi e poveri" e di aver "umiliato" disoccupati , immigranti e altri gruppi sociali deboli.
In parallelo con la dissoluzione del governo israeliano, nel governo palestinese di Abu Ala si avverte in questi giorni un'atmosfera di sbando, mentre diversi ministri rassegnano già le dimissioni per poter partecipare alle elezioni politiche del 25 gennaio 2006. Secondo quanto riportato da Maurizio Debanne sul sito "Paceinmedioriente.it", il quotidiano al-Ayayam scrive che fra i dimissionari sono inclusi i ministri Salam Fayad, Mohammed Dahlan, Ahmed Majdalani e Sakher Bseiso. Altri nomi ancora vengono per il momento tenuti segreti. Il giornale aggiunge che le dimissioni del ministro delle finanze Fayad, annunciate venerdì, rischiano di avere ripercussioni gravi per l'economia palestinese perché questi è identificato con la politica di riforme economiche. In sua assenza, teme il giornale, sarà difficile convincere gli investitori a scommettere sull'economia dei Territori. Secondo il giornale, pressioni vengono adesso esercitate sul ministro affinchè riprenda le proprie mansioni.
E da Cordoba in Spagna gli Enti Locali europei impegnati per la pace in Medio Oriente riuniti in Conferenza, lanciano un monito per verso l'Unione Europea, i governi europei e l'Onu: "il processo di pace in Medio Oriente non può durare all'infinito". All'iniziativa promossa dal "Coordinamento nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani" hanno aderito 622 comuni, province e regioni. "Queste è l'Europa delle città che vogliono rompere l'immobilismo colpevole dell'Europa" - ha dichiarato Flavio Lotti del Coordinamento degli enti locali - "E' l'Europa delle città impegnate a dare un senso a quella volontà di pace che tutti diciamo di condividere ma che tanto poco ha prodotto in concreto. La Conferenza di Cordoba rappresenta un'importante occasione per stringere nuove preziose alleanze in Europa che possono dare nuovo impulso al nostro impegno per la pace in Medio Oriente." Alla Conferenza sono attesi rappresentanti di centinaia di enti locali israeliani, palestinesi, italiani, francesi, olandesi, spagnoli. Obiettivo sarà quello di rafforzare il coordinamento per lo sviluppo dei progetti di cooperazione decentrata e di promozione della pace. [AT]
Altre fonti: Pace in Medio Oriente, Coordinamento nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani