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Israele - Libano: occorre un'inchiesta indipendente su Cana
Conflitti
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L'inchiesta condotta dalla Forza di difesa israeliana (Idf) sull'attacco missilistico di Cana è per Amnesty International palesemente inadeguata e rende più stringente la necessità di inviare urgentemente nella zona la Commissione internazionale di accertamento dei fatti. "Non possiamo consentire che alcuna inchiesta su Cana termini con l'insabbiamento dei fatti. Occorre un'indagine indipendente, che possa considerare tutte le notizie di gravi violazioni del diritto umanitario commesse nel conflitto. I membri della Commissione dovrebbero avere accesso a entrambi i lati del confine israelo-libanese e poter parlare con i sopravvissuti agli attacchi e così come con le parti coinvolte nel conflitto" - ha dichiarato Kate Gilmore, vicesegretaria generale di Amnesty International. "Non è sufficiente che l'esercito israeliano indaghi su se stesso, dati i precedenti di mancate indagini sulle morti di civili o di indagini inadeguate" - ha aggiunto Gilmore. Il 30 luglio scorso un bombardamento israeliano ha distrutto un palazzo pieno di civili a Cana, nel sud del Libano, causando 28 morti, di cui 16 bambini, e 13 dispersi.
Secondo le conclusioni dell'inchiesta dell'Idf, l'esercito israeliano "ha agito sulla base di informazioni secondo cui nell'edificio non vi erano civili". Tuttavia, i sopravvissuti, intervistati dai ricercatori di Amnesty International giunti a Cana poco dopo l'attacco, hanno dichiarato che si trovavano nell'edificio da circa due settimane e che la loro presenza avrebbe dovuto essere notata dagli aerei spia israeliani che, in quei giorni, avevano sorvolato ripetutamente la zona. Amnesty International precisa che i preavvisi di evacuazione trasmessi dall'esercito israeliano alla popolazione civile non assolvono Israele dalle responsabilità che gli derivano dalle norme consuetudinarie del diritto umanitario. Lanciare intenzionalmente un attacco sproporzionato o indiscriminato o colpire deliberatamente civili od obiettivi civili costituisce un crimine di guerra. Inoltre, sottolinea Amnesty International, il concetto di "zona di libero fuoco" è incompatibile con le norme del diritto umanitario.
Amnesty International chiede a tutte le parti coinvolge nel conflitto di accettare l'invio urgente della Commissione internazionale d'accertamento dei fatti. Questo organismo ha il compito di indagare su casi in cui vengono denunciate gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra e dello stesso Protocollo. Il ruolo della Commissione sarà essenziale per stabilire la verità dei fatti in modo indipendente e autorevole e potrà fungere da deterrente nei confronti di ulteriori abusi ad opera delle parti in conflitto. "In Medio Oriente è flagrantemente in atto la perpetrazione di crimini contro l'umanità e di violazioni di tutti i diritti umani, a cominciare dal diritto alla vita. L'inerzia di fronte a questa tragica illegalità si traduce praticamente in colpevole connivenza" - conclude il comunicato di Amnesty International.
Intanto la Tavola della Pace ha denunciato come "vergognoso e inaccettabile il comportamento di quegli stati che continuano ad impedire al Consiglio di sicurezza dell'Onu di esercitare le proprie funzioni a salvaguardia dei diritti umani e della legalità internazionale, di quegli stati che scaricano sull'Onu responsabilità che sono innanzitutto loro e discreditano e umiliano la massima organizzazione mondiale agli occhi dell'umanità intera". "Ancora una volta facciamo appello alla coscienza personale, ancor prima che alla responsabilità istituzionale, dei leader politici perché promuovano l'immediato cessate il fuoco, diano concreta attuazione al principio della centralità delle Nazioni Unite e mettano subito l'Onu nella condizione di decidere il dispiegamento di una forza di interposizione dell'Unione Europea caratterizzata da una forte dimensione diritti umani" - continua il comunicato della Tavola della Pace.
E' sempre più attuale l'appello che la Tavola della Pace lancia sin dal 1995: rafforzare e democratizzare le Nazioni Unite e, in coordinamento con esse, le legittime istituzioni multilaterali, l'Unione Europea in primo luogo. "Israele e Palestina, in quanto entità istituzionali, devono la loro esistenza alle Nazioni Unite, sono figlie della stessa madre. E proprio per la loro esistenza e pacifica convivenza Israele e Palestina, per prime, devono accettare la garanzia che soltanto le Nazioni Unite, con la loro imparziale autorità, possono offrire". "Non abbiamo bisogno di ulteriori prove per dire che l'unilateralismo non è la risposta alle esigenze della pace e dello sviluppo umano nel pianeta" - conclude il comunicato della Tavola della Pace. [GB]