Iraq: sabato ultimatum ostaggi, in piazza i 'no war'

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Prorogato di 48 ore l'ultimatum dei rapitori dei quattro operatori del Christian Peacemaker Team sequestrati a Baghdad il 26 novembre. I rapitori, chiamati Suyouf al-Haq (le spade della verità) avevano minacciato di
uccidere gli ostaggi giovedì ma hanno esteso l'ultimatum a sabato 10 Dicembre. Le immagini prive di audio trasmesse ieri da Aljazeera mostrano due ostaggi di cui non è possibile vedere il volto, con le mani ammannettate e vestiti con tuniche bianche. Tra i sequestrati Tom Fox, Harmeet Singh Sooden, James Lonely e Norman Kember, membro del Baptist Peace Fellowship e del Fellowship of Reconciliation (Movimento della Riconciliazione) che precisa che non vogliono pressioni politiche sui governi ma chiedono che i musulmani, soprattutto i religiosi, facciano appello ai rapitori attraverso i media arabi per il rilascio degli ostaggi. A livello internazionale ha ha superato le 30.000 adesioni l'appello in inglese e in arabo che chiede la liberazione dei quattro Cpt.

Si susseguono intanto gli appelli a loro favore dei quattro pacifisti. Una rappresentante dei CPT ha chiesto nuovamente il loro rilascio aggiungendo che come CPT " Seppure crediamo che l'azione del sequestro sia sbagliata, non vi condanniamo come persone. Noi riconosciamo l'umanità che è in ogni persona e la
rispettiamo molto . Questo comprende voi, i nostri colleghi, tutti gli uomini e le donne." Jack Straw, segretario agli esteri del Governo inglese ha rinnovato gli appelli per il rilascio del suo concittadino ribadendo che " Questi uomini sono tutti attivisti per la pace, impegnati ad aiutare gli altri.." e chiedendo ai rapitori di esprimere le loro richieste più chiaramente. Anche un esponente religioso detenuto nel Regno Unito perché ritenuto ispiratore di Al Qaida in Europa ha lanciato un appello in cui chiede che questi uomini non vengano puniti per le politiche dei loro governi. "Io, Abu Qatada, vostro fratello... imploro I miei fratelli della Swords of Truth in Iraq, che stanno tenendo prigionieri quattro pacifisti cristiani, di rilasciarli in armonia con il valore della compassione, fondamentale per la nostra fede. " ha detto in una dichiarazione trasmessa su Arab television networks mercoledì. "il nostro profeta dice che compassione deve essere mostrata a meno che ci sia un motivo nelka Sharia (la legge islamica) che lo impedisca."

A sostegno di questi appelli arriva la lettera della figlia di Tom Fox. "Sono la figlia di Tom Fox. Mio padre ha scelto di andare in Iraq e ascoltare chi non ha voce. Incontra famiglie che soffrono per la mancanza di persone care. Per gran parte del tempo passato in Iraq, ha cercato di far liberare dei detenuti. Non volevo che mio padre andasse in un Paese dove la sua cittadinanza statunitense potesse far passare in secondo piano le sue ragioni pacifiche. Ma mio padre è fatto così, si dedica con tutto l'impegno alla risoluzione pacifica dei problemi. È lì perché gli iracheni non vengono ascoltati e troppo spesso nemmeno aiutati. Deve essere stato rapito per sbaglio. Si trova lì solo per portare alla luce, o sotto i riflettori le esperienze di ogni iracheno che incontra. È lì per aiutare la gente. In pace, rispettosamente e pienamente (..) mio padre sa ascoltare. Anche quando nessuno parla. Attribuisce valore all'onestà del silenzio. E quando parla, la sua voce esprime rispetto e gentilezza, una forza capace di farsi pacata testimonianza della vita che ha scelto di vivere".

Iniziative di pace si sono svolte ieri mattina a Milano e nel tardo pomeriggio a Roma promossa da 'Romacittapertallapace' e 'Un ponte per'. In varie città del mondo si sono organizzate fiaccolate e veglie di solidarietà e contro l'occupazione dell'Iraq. I CPT sono un gruppo pacifista nonviolento legato ad alcune chiese protestanti anglosassoni, in particolare Quaccheri e Mennoniti, attivo da anni in numerose zone di conflitto con una impostazione rigorosamente nonviolenta e di radicale contestazione delle politiche statunitensi in particolare in Palestina, Iraq, Colombia. In Iraq i CPT sono entrati alla fine del 2002, prima della guerra, per testimoniare la propia opposizine alla guerra, sono rimasti durante i bombardamenti ed hanno ripreso la attività subito dopo la fine del conflitto. Sono stati tra i primi a denunciare le torture ad Abu Ghraib. Hanno asssitito decine di famiglie nella ricerca dei loro cari detenuti, nelle domande di risarcimento, nella assistenza legale. I loro report sono stati punto di riferimento di molti che si occupano dei diritti umani in Iraq. Durante l'assalto di aprile 2004 a Faluja i CPT organizzarono una operazione di evacuazione dei feriti dalla città. Tra le loro iniziative la assistenza alla formazione della "Muslim Peacemakers Team".

Per sabato 10 dicembre è stata programmata una manifestazione contro la produzione di 'cluster bombs - bombe a grappolo' prodotte dall'azienda Simmel di Colleferro nel Lazio. Una fabbrica di bombe che è stata molto attiva in quanto ha rifornito gli eserciti 'alleati' durante la fase del munizionamento e dei bombardamenti del 2003 sull'Iraq. "Le bombe usate contro i civili e soprattutto le famigerate bombe a grappolo (clusters) fabbricate dalla Simmel costituiscono una delle più efferate violazioni dei diritti umani" dicono i promotori della manifestazione - Coordinamento Contro la Guerra Valle del Sacco- Moni Lepini - che partirà alle 17.00 da Piazza Gobetti. L'iniziativa è preceduta da un sit-in / conferenza stampa vicino ai cancelli della fabbrica in piazza Italia alle 15. "E' necessario ricercare insieme soluzioni di riconversione al civile delle industrie che producono armi. Il binomio Guerra/Inquinamento ha prodotto il disastro della Valle del Sacco, che è oggi sotto gli occhi di tutti" dicono gli organizzatori che chiedono al nuovo Consiglio Regionale di dichiarare il Lazio regione smilitarizzata e di impegnarsi formalmente a sostenere la piattaforma delle politiche di disarmo che dovrà scaturire dal confronto con le realtà sociali e operaie del territorio. [AT]

Altre fonti: Christian Peacemaker Team

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