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Iraq: le Ong replicano al governo sull'attentato a Nassiriya
Conflitti
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Diciotto vittime italiane: dodici carabinieri, quattro militari dell'esercito e due civili. Un tributo di sangue che mai, dalla seconda guerra mondiale, l'Italia aveva pagato in un solo giorno durante le cosiddette missioni di pace all'estero. "Era forse inevitabile che la reazione del terrorismo dopo gli attacchi all'Onu, alla Croce Rossa e alle ambasciate colpisse quei soldati italiani, amati e rispettati in Iraq e nel mondo", ha dichiarato il Presidente del Consiglio Berlusconi davanti al parlamento per poi ricordare l'impegno per mantenere l'ambito della missione italiana in chiave di mantenimento della pace e di assistenza alle popolazioni e ha concluso: "Era il nostro dovere, e noi lo abbiamo compiuto".
Ma Rosario Lembo, presidente del Cipsi, coordinamento di cui fanno parte 33 Ong italiane, muove dure accuse al Governo. "La cooperazione e la solidarietà internazionale sono gli unici strumenti di prevenzione del terrorismo e di lotta alla povertà" - ha affermato - "e la tragedia che ha colpito i militari italiani presenti in Iraq purtroppo non ci meraviglia. Siamo stati contrari alla guerra, così come non abbiamo mai accettato che si contrabbandasse una missione militare al fianco delle truppe che avevano fatto la guerra come missione di pace".
Ferma condanna dell'attentanto anche da parte di Sergio Marelli, presidente dell'Associazione ONG italiane, che sottolinea come "non era possibile risolvere il conflitto iracheno schierando forze militari", in quanto "ciò non fa altro che inasprire i conflitti e accrescere violenze e ritorsioni". Le Ong italiane aderenti all'Associazione attualmente impegnate in Iraq sono 7, ma nessuna di queste opera al momento a Nassiriya. "La nostra disponibilità rinnovata di essere al fianco di qualunque popolazione in difficoltà" - afferma Marelli - "non può prescindere da una chiara distinzione tra gli interventi umanitari delle Ong e gli interventi delle forze armate".
Anche l'associazione Un ponte per..., esprimendo cordoglio ai famigliari delle vittime, ricorda che "la solidarietà non può esimerci dal richiamare quello che abbiamo affermato da sempre: l'invio del contingente militare ha di fatto trasformato il nostro paese in una "potenza occupante" e chiede l'immediato ritiro del contingente italiano.
Stessa richiesta anche da parte di Terre des hommes Italia, che in un comunicato ribadisce "la necessità di un ritiro immediato delle truppe di occupazione, comprese quelle italiane, impegnate in una vera e propria operazione militare nell'ambito di una guerra illegittima". [DS/GB]
Altre fonti: Rai News 24