Iraq: cresce la violenza, 3,7 milioni tra profughi e sfollati

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L'incessante violenza in Iraq sta costringendo l'Alto Commissario per i Rifugiati dell'Onu (Unhcr) ad una "profonda revisione" del proprio programma di lavoro per affrontare i bisogni umanitari nella regione. Mentre l'Unhcr si era precedentemente concentrato sul ritorno dei rifugiati e sulla loro integrazione fondandosi sul presupposto che la stabilità in Iraq fosse in crescita, l'incessante violenza nel Paese implicherà la prosecuzione degli esodi interni ed esterni che colpiscono gran parte della regione circostante - informa l'Unhcr.

Attualmente, circa un iracheno su otto è sfollato. L'Unhcr stima che 1,7 milioni di iracheni si trovino attualmente nella condizione di sfollati interni, mentre circa 2 milioni di persone sono fuggite nei paesi limitrofi. Anche se molti di essi erano gia' sfollati prima del 2003, un numero crescente di iracheni sta scegliendo la via della fuga a causa dell'aumento della violenza settaria, etnica e generalizzata.

"Con il protrarsi di questo conflitto, la situazione diventa sempre più difficile per le centinaia di migliaia di persone sfollate e le comunità che stanno cercando di aiutarle, sia all'interno che all'esterno dell'Iraq" - ha affermato l'Alto Commissario per i Rifugiati Antonio Guterres. "Il peso che devono sopportare le comunità d'accoglienza e i governi della regione è enorme. È fondamentale che la comunità internazionale sostenga gli sforzi umanitari volti ad aiutare le persone più vulnerabili".

L'appello rileva che l'attuale movimento di persone rappresenta il più ampio flusso di lungo termine in Medio Oriente fin dall'esodo di palestinesi che è seguito alla creazione dello Stato di Israele nel 1948. All'Unhcr servono 60 milioni di dollari nei prossimi dodici mesi per garantire cibo e assistenza a centinaia di migliaia di rifugiati e sfollati interni coinvolti nel conflitto in Iraq. I finanziamenti sono destinati a coprire i costi dei programmi di protezione e assistenza dell'agenzia delle Nazioni Unite in favore dei rifugiati iracheni in Siria, Giordania, Egitto e Turchia, oltre che per i rifugiati non iracheni e gli sfollati all'interno dello stesso Iraq.

E sempre l'Unhcr comunica che numerosi cittadini iracheni stanno cercando rifugio fuori della regione geografica interessata arrivando anche in Europa e raccomanda ai governi che ai richiedenti asilo iracheni provenienti dal sud e dal centro del paese venga accordato lo status di rifugiato ai sensi della Convenzione sui Rifugiati del 1951.Tra le circa 40 nazionalità dei richiedenti asilo nei paesi europei nella prima metà del 2006, l'Iraq si è attestato al primo posto con più di 8.100 domande. Inoltre le statistiche pervenute da 36 paesi industrializzati per lo stesso periodo mostrano un aumento del 50 per cento nelle domande di asilo presentate da iracheni rispetto ai primi sei mesi dell'anno precedente.

L'Unhcr suggerisce inoltre di non procedere al rimpatrio nei tre Governatorati del nord di persone che non siano originarie di quelle regioni e raccomanda che le domande di asilo degli iracheni provenienti dal nord vengano valutate secondo i criteri sanciti dalla Convenzione sui Rifugiati del 1951, tenendo conto dei requisiti individuali della domanda. [GB]

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