“Flat tax e regimi speciali aumentano le diseguaglianze”

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Il fenomeno della diseguaglianza è in aumento ed è dimostrato da varie analisi e ricerche. Fonti istituzionali, come Banca d’Italia o Istat, confermano la crescita dei divari mentre a livello internazionale la globalizzazione pare aver favorito lo sviluppo di alcuni paesi riducendo le distanze tradizionali (Usa-Cina per esempio). Quali sono le cause principali della diseguaglianza? Ci sono tratti comuni del fenomeno tra i paesi od ogni realtà fa caso a sé?

Il fenomeno delle diseguaglianze può essere letto in molti modi, così come sono diversi gli indicatori che ci permettono di misurarla. Se si considera la diseguaglianza economica, ad esempio, è fondamentale capire se si fa riferimento ai redditi individuali o familiari e se ci si riferisce al reddito prima dell’intervento pubblico, o al reddito disponibile, che considera anche i trasferimenti monetari dallo Stato e le imposte. La disuguaglianza nei redditi disponibili familiari, nel nostro Paese, è molto alta. All’interno dell’Unione Europea, l’Italia è fra i Paesi in cui il valore dell’indice di Gini –   uno degli indicatori più diffusi per esaminare il fenomeno – è più elevato, battuta soltanto, secondo i dati del 2020, da Bulgaria, Lettonia, Lituania e Romania.

Non è consolante vedere che questa diseguaglianza, così alta, dei redditi disponibili è rimasta sostanzialmente costante nel ventennio 2000-2020. Non lo è anche per altre considerazioni, che hanno a che fare con la dinamica del fenomeno. Ad esempio, se si allarga lo sguardo anche alla diseguaglianza nella ricchezza, si vede che questa non solo è più alta di quella dei redditi, ma che è anche cresciuta nel periodo della recessione, fra il 2016 e il 2020. Inoltre, è ormai noto che le rilevazioni campionarie, sui cui dati si basa la costruzione degli indici, non sono molto in grado di rappresentare le code della distribuzione: la situazione e la dinamica dei redditi delle persone molto povere (i gravi casi di marginalità sociale) e di quelle molto ricche (i cui redditi non sono sempre pienamente tracciabili). 

Ci sono strumenti per capire le dinamiche della diseguaglianza nelle code della distribuzione?

Nell’ultima indagine sui bilanci delle famiglie, riferita al 2020, la Banca d’Italia ha messo a punto una metodologia adeguata a meglio rappresentare questi segmenti della popolazione. Ne è emerso un indice di Gini sensibilmente più alto. Allo stesso modo, altri studi che usano dati di tipo diverso, anche fiscali e amministrativi, mostrano ormai inequivocabilmente, anche per l’Italia, la crescente maggiore concentrazione dei redditi nella parte alta e molto alta della distribuzione, un fenomeno che si registra in diversi altri paesi, e testimoniato, in particolare, da più tempo e con ancora maggiore intensità, con riferimento agli Stati Uniti. 

Quali sono le cause principali di questi fenomeni?

Le cause di questi fenomeni sono tante. Hanno a che fare, in primo luogo, con il funzionamento dei mercati, la loro non regolazione che permette il formarsi di situazioni di monopolio non adeguatamente contrastate e la polarizzazione del mercato del lavoro, anche a fronte dell’evoluzione delle tecnologie digitali. Pesa moltissimo anche la diversa distribuzione territoriale dell’intervento pubblico e quindi dell’accessibilità a servizi essenziali, nel campo del welfare e delle infrastrutture. Nel nostro paese assume poi un ruolo particolarmente rilevante la trasmissione intergenerazionale delle diseguaglianze, che si traduce in una correlazione molto forte, non solo fra patrimonio dei figli e patrimonio dei genitori, cosa facilmente comprensibile, anche in ragione della poca rilevanza delle imposte di successione nel nostro paese, ma anche della correlazione fra redditi dei figli e redditi dei genitori. Una correlazione così ampia implica che non agiscono fattori di mobilità sociale adeguati che permettano alle persone di uscire dalla condizione di difficoltà ereditata. La trasmissione della diseguaglianza passa per canali non solo economici ma anche di ambiente di vita. Grado di istruzione, territorio di residenza, disponibilità di servizi su quei territori, condizione abitativa, relazioni familiari ecc. Come ben documentato, in particolare, dai tanti lavori di Franzini e Raitano...

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