Difesa: accordo con Israele e censura di guerra

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Dopo l'accordo di cooperazione nel settore della difesa tra Italia ed Indonesia approvato frettolosamente lo scorso 18 dicembre, la maggioranza parlamentare della Commissione Esteri del Senato ha dato il via alla ratifica del Memorandum d'Intesa tra Italia ed Israele. Secondo il Francesco Martone, segretario della Commissione Diritti Umani del Senato, questo accordo "è qualcosa di più rilevante di un semplice accordo di collaborazione tra generali dediti ai giochi tattici, o tra rambo di varia foggia o provenienza". Una parte integrante di questo accordo riguarda la cooperazione nel delicato settore dell'avionica e elettronica militare che, a quanto ci dice Voice of America in una corrispondenza datata 20 novembre 2004, era fino ad allora esclusiva degli Stati Uniti.

"Nessun altro paese europeo godrà di questo privilegio, ossigeno per l'apparato industrial-militare nostrano. Le carte erano state già distribuite da Berlusconi e Martino il 18 novembre scorso, prima ancora che il Parlamento avesse in agenda la ratifica del Memorandum d'Intesa" scrive il senatore Martone secondo cui questo accordo fa carta straccia del fantomatico "Piano Marshall per la Palestina" e di fatto pregiudica ogni possibilità per l'Unione Europea di svolgere un ruolo di primo piano nel negoziato di pace tra Palestina ed Israele. "Non è solo un attacco ad un negoziato autenticamente multilaterale, ma anche all'Unione Europea, proprio nei giorni in cui viene ratificata la Costituzione Europea, tagliando fuori soprattutto la Francia. Insomma una sorta di vendetta per procura".

Secondo quanto riferito dal network italiano Controllarmi, il Memorandum, comprendendo tra gli obbiettivi "l'interscambio di materiali di armamento", rappresenta un grave aggiramento delle normative italiane sul commercio di armi, di quella legge 185/90 che le lobby militari e dell'industria della difesa un paio di anni fa hanno colpito ma non del tutto affondato. La legge 185/90, vale la pena di ricordare, vieta l'esportazione di armi a paesi belligeranti, o verso governi responsabili di violazioni dei diritti umani. In questo caso il paese partner sta costruendo un muro illegale ed occupa sempre illegalmente il territorio di un altro Stato.

Intanto è arrivato alla Camera il disegno di legge per la revisione delle leggi penali militari la cui approvazione comporterebbe, fra l'altro, che in paesi dove i militari italiani sono presenti, ad esempio in Iraq, il Codice Penale Militare di Guerra verrebbe applicato anche per i civili (ad esempio volontari di ONG in missione umanitaria e giornalisti), con grosse ricadute in tema di libertà di informazione. Per questo la giornalista Mariella Bussolati invita caldamente la categoria ad attivarsi affinchè la libertà di stampa non venga "censurata". "Penso sia nostro compito cercare di fare più luce possibile sulle applicazioni di questa legge che, nel caso venga approvata può ledere profondamente i diritti dell'informazione" scrive la Bussolati che fa riferimento all'applicazione degli articoli 72 e 73 del Codice Penale Militare di Guerra a chiunque si procura notizie considerate "riservate" dall'esercito con una punizione con la reclusione militare (cioè in un carcere militare) da due a dieci anni.

E da Rete di Lilliput viene rilanciato un appello alla mobilitazione che vede Alex Zanotelli tra i primi firmatari e che è stato rilanciato anche nell'incontro aperto tenutosi lo scorso 20 gennaio e promosso dalle due deputate Elettra Deiana (Prc) e Silvana Pisa (Ds) per sollevare nuovamente la questione alla attenzione della stampa e degli altri parlamentari.

I primi promotori dell'appello, il Gruppo Nonviolenza di Rete di Lilliput e Articolo11 hanno deciso di invitare tutte le realtà di movimento e i soggetti colpiti dalla legge delega (Ong, associazioni, giornalisti) a chiedere audizione alle commissioni difesa e giustizia per rallentare l'iter parlamentare e per fare pressione affinchè la legge non venga approvata. Nei prossimi giorni sul sito www.ostinatiperlapace.org sarà possibile trovare le lettere precompilate da inviare e tutti i dati necessari (a chi mandarla, come, ecc..) per farlo.

Altra fonte: Ostinati per la Pace

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