Crisi in Georgia: clima da Guerra fredda, il 22 in piazza a Padova

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Il vertice straordinario della Nato sulla crisi georgiana tenutosi ieri a Bruxelles "sta facendo tornare indietro di anni le lancette dell'orologio nelle relazioni tra la Nato e il Cremlino: anche se formalmente i canali di comunicazione restano aperti nei fatti l'Alleanza ha congelato i lavori del Consiglio Nato-Russia (NRC), il tavolo di lavoro istituito sei anni fa a Roma per trattare questioni di interesse comune" - riporta l'Osservatorio sui Balcani. "Non si può continuare con il business as usual", recita la dichiarazione finale del vertice, facendo appello alla Russia affinché dimostri - con le parole e con i fatti - di essere ancora legata ai principi su cui si basa la relazione con la NATO.

Il documento finale dei 26 non usa la parola "condanna", ma definisce l'uso della forza da parte russa sproporzionato, incoerente con il ruolo di mantenimento della pace assunto da Mosca. Non vi sono critiche esplicite alle operazioni delle forze armate di Tblisi, ma un richiamo a tutte le parti a rispettare i principi di risoluzione pacifica delle controversie. Il conflitto ha compromesso la stabilità e la sicurezza non solo della Georgia, ma di tutta la regione. Il governo russo lo ha immediatamente denunciato come poco oggettivo ed ha precisato, senza entrare nei dettagli, che vi saranno delle conseguenze. La novità è che, nonostante i toni durissimi degli ultimi giorni, gli Stati Uniti non hanno convinto gli europei a punire Mosca per l'umiliazione inflitta alla Georgia.

L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati> (Unhcr) Ant㳀nio Guterres è arrivato ieri mattina nella capitale georgiana di Tblisi per una missione di quattro giorni in Georgia e nella Federazione Russa. Resta infatti molto seria la situazione dei profughi, sia quelli che hanno lasciato la Sud-Ossezia verso la Russia, sia quelli che invece sono fuggiti verso Tbilisi dalla stessa Ossezia e dalle altre zone dove sono entrate le truppe di Mosca. I primi stanno ricevendo ampia assistenza medico-umanitaria, ma avranno seri problemi a tornare alle proprie case in gran parte rase al suolo; i secondi, al contrario, hanno difficoltà ora a ricevere aiuti perché strade e ferrovie attraverso la Georgia sono bloccate (e anche perché la "gara di solidarietà" occidentale verso la Georgia non si è finora mostrata gran che generosa), mentre non dovrebbero aver problemi a rientrare alle proprie case una volta partiti i russi.

Intanto l'associazione 'Beati i costruttori di pace' invita ad una manifestazione a Padova venerdì 22 agosto per chiedere il ripristino della legalità internazionale e lo stop delle azioni militari nel Caucaso. "Il Caucaso non ci è familiare. E' successo con la Cecenia; sta accadendo con l'Ossezia del Sud e con la Georgia. Sul piano politico c'è un intrico difficile da dipanare e non sappiamo come andrà a finire. Ma c'è la guerra" - scrive l'associazione. "Lasciamo ad altri le analisi strategiche. Le potenze, grandi o piccole che siano, stanno dimostrando ancora una volta il loro disprezzo del diritto internazionale, la loro arroganza verso le istituzioni internazionali, che hanno il mandato di affrontare tutti i conflitti fra Stati al fine di 'salvare le future generazioni dal flagello della guerra'. A noi interessano il punto di vista e la storia dei colpiti, lo shock che segnerà per sempre la loro vita, le condizioni inumane in cui da subito sono costretti a vivere. Abbiamo sperato che la situazione si risolvesse con velocità, che alle parole corrispondessero i fatti e si rientrasse nell'ambito della legalità internazionale. Siamo invece agli irrigidimenti, ai dispetti, ai ricatti e a una complicazione assurda. Non possiamo continuare ad attendere" -afferma 'Beati i costruttori di pace' invitando tutti a Padova per venerdì 22 agosto.

Nei giorni scorsi la 'Campagna Internazionale per la messa al bando delle mine' (ICBL) e Human Rights Watch (HRW) e la 'Cluster Munition Coalition' (CMC) hanno denunciato l'uso da parte della Russia delle bombe cluster in Georgia che hanno causato già decine di morti e feriti tra la popolazione civile. "Con l'uso di un'arma con riconosciuti effetti indiscriminati in aree popolate, la Russia ha mostrato uno sfacciato disprezzo per la vita dei civili" - afferma l'ICBL. "Questo recente caso di uso di cluster bombs sottolinea ancora il pericolo rappresentato da queste armi e l'urgenza di proteggere i civili sottoscrivendo la Convenzione di Oslo" - ha sottolineato la Campagna Italiana Contro le Mine. [GB]

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