www.unimondo.org/Guide/Guerra-e-Pace/Conflitti/Cicli-virtuosi-258960
Cicli virtuosi
Conflitti
Stampa

Grafica a cura di Ayla Parisi
ALTRO MODO. Soluzioni diverse a problemi comuni è un podcast mensile di Unimondo, un progetto di Fondazione Fontana Onlus. Testi e voce narrante sono di Michele Simeone. Grafica a cura di Ayla Parisi. Musica di BoDleasons, tratta da Pixabay con licenza Pixabay. Questa puntata è stata realizzata con il contributo della famiglia Cattani, in ricordo di Piergiorgio Cattani.
Questo mese parliamo di So.De. un progetto di social delivery attivo a Milano e basato su valori sociali, sostenibili e solidali. So.De si propone come un'alternativa alla corrente condizione lavorativa dei rider e l’attuale sistema di consegne, con l’obiettivo di rendere il mondo delle consegne più attento in ambito non solo sociale, ma anche ambientale.
Per So.De ha partecipato Naima Comotti, co-fondatrice del progetto.
Maggiori informazioni sul sito https://www.so-de.it/
BUON ASCOLTO: https://open.spotify.com/episode/3gZalHUk0eflxrWiq6d4dr
Da alcuni anni la figura del rider, quelli che una volta si sarebbero definiti “fattorini”, è diventata una presenza comune, nelle grandi città addirittura scontata, ma diffusa anche nei centri minori.
Un lavoro strettamente legato alla consegna a domicilio proposta da locali e ristoranti, solitamente gestita da grandi aziende attive in tutto il mondo che promettono lavoro e guadagni facili, ma dimenticandosi poi delle tutele più basilari per i lavoratori. Sfruttando le “zone d’ombra” legislative, riescono a far sì che tutto sia in regola, scaricando sulle spalle delle persone coinvolte il peso di un lavoro con pochi diritti, tanto da far diventare il rider un simbolo emblematico del lavoro precario e senza tutele.
Per provare a dimostrare l’esistenza di un modo più equo di gestire questo tipo di lavoro, oltre che per andare incontro alla necessità delle consegne in periodo di lockdown, all’impresa sociale Magma srl, attiva nel coinvolgimento giovanile nel quartiere Dergano di Milano, viene l’idea di proporre una forma di consegna differente e basata sulle persone, un Social Delivery insomma, poi abbreviato in So.De.
Per comprendere meglio i vari impatti del progetto e la sua filosofia ho contattato Naima Comotti, una delle co fondatrici di So.De
NC: “E da lì proprio nasce l'idea di Sode Social Delivery, che vuole essere appunto un modello alternativo, etico, di consegna a domicilio in bicicletta, in particolare sociale, sostenibile e solidale, così che lo definiamo.
Sociale perché il progetto nasce proprio con questo input, cioè con il fatto di contrastare quelle che erano le mancanze di tutele lavorative dei rider e dare invece ai nostri corrieri contratti subordinati con tutte le tutele del caso, la formazione, i dispositivi, i materiali, l'attrezzatura necessaria per fare il lavoro.
Uno dei nostri obiettivi proprio da quando siamo nati è fare inclusione sociale e lavorativa attraverso la ciclologistica. Infatti il 30% del nostro organico proviene da, tra virgolette, quelle che vengono chiamate categorie svantaggiate; in particolare, noi siamo molto impegnati appunto nell'inserimento di persone con background migratorio e siamo stati molto, come dire, orgogliosi di ricevere da UNHCR nel 2023 il riconoscimento “Welcome” per questa attività.”
UNHCR è una sigla che indica l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ossia l’agenzia dell’ONU che si occupa della protezione e dell’assistenza ai rifugiati. Il premio Welcome è un riconoscimento destinato alle aziende che hanno favorito il percorso di inclusione delle persone rifugiate, percorso che passa chiaramente anche dall’inclusione lavorativa.
Non è raro che persone con background migratorio finiscano per lavorare come rider per le aziende di delivery, che troppo spesso pongono condizioni contrattuali poco favorevoli al lavoratore. Nel progetto So.De, invece, l’aspetto sociale è fondamentale e l’attenzione è posta in primo luogo sulle persone. Oltre a fornire una serie di corsi che vanno oltre agli argomenti obbligatori per legge, e che introducono al mondo del lavoro, un punto fermo è proprio fornire garanzie ai lavoratori, a partire da un contratto di lavoro subordinato con tutte le tutele e i diritti da esso assicurati, oltre che un monte ore garantito, aspetto non scontato in un tipo di occupazione che ha una certa variabilità di richiesta.
Questo chiaramente è solo il punto di partenza: la funzione sociale del progetto si allarga anche alla comunità, grazie ad esempio al Community Hub di Dergano che, da semplice nucleo logistico, è diventato un centro di riferimento per la comunità, così come la ciclofficina La Raggiante al suo interno, ideale per chi vuole iniziare a imparare i fondamenti della manutenzione e della cura dei mezzi a due ruote.
NC: “Noi abbiamo su Milano due hub logistici: uno in zona sud, dove mi trovo adesso, vicino alla Darsena che è prettamente un hub logistico da cui poi consegniamo in tutta la città, e uno in zona nord, a Dergano, appunto il quartiere che ha visto la nostra partenza, che non è solo un hub logistico, ma è un community hub, nel senso che da lì facciamo anche servizi di prossimità per la cittadinanza, e tra questi, appunto, da quest'anno abbiamo iniziato a sperimentare la ciclofficina La Raggiante.
All'interno diciamo delle attività che facciamo per favorire l'inclusione sociale e lavorativa dei nostri corrieri, dei nostri dipendenti, ci sono una serie di formazioni tra cui anche aiutarli nel miglioramento della lingua italiana, come lingua straniera e supportarli poi con un tutor di riferimento nel processo di inclusione.
In realtà a tutti i nostri corrieri diamo delle formazioni che vanno oltre quelle ovviamente obbligatorie della sicurezza che devono essere fatte, ma abbiamo un pacchetto formativo facoltativo dove ci sono dentro sia competenze tecniche fondamentali, tipo sull'andare in strada in sicurezza, sul codice della strada e appunto tutta questa parte anche di manutenzione tecnica del mezzo, perché ognuno deve essere in grado di fare le manutenzioni base, tutti devono riuscire a farlo. Oltre a queste formazioni facciamo anche formazioni di altro tipo, di competenze trasversali per migliorare la comunicazione, la gestione del conflitto, la gestione del tempo, perché reputiamo che siano fondamentali anche queste nella figura del corriere come figura professionalizzata.”
La bicicletta è un punto importante all’interno del progetto So.De, il suo utilizzo è una scelta deliberata che va oltre l’accessibilità economica ma che invece vuole essere la dimostrazione che esistono alternative più sostenibili dal punto di vista ambientale, anche nel settore delle consegne, idea che in Europa è già molto diffusa.
Un grande aiuto lo ha dato la tecnologia: ormai le biciclette elettriche o a pedalata assistita sono piuttosto comuni e permettono di percorrere anche lunghe distanze, mentre con le bici cargo, biciclette con un cassone anteriore o posteriore, è possibile trasportare anche merci molto pesanti, sempre aiutate dal motore elettrico.
NC: “Forse se ne parla ancora poco, però è un tema che anche altre amministrazioni oltre a Milano stanno per fortuna iniziando a considerare seriamente: spostarsi verso questo tipo di logistica. A livello europeo già è così, nel senso c'è già più consapevolezza del fatto che, in ambito urbano, le bici cargo siano una modalità più efficiente di consegna, sia in termini di tempo che di sicurezza, per oltre la metà delle consegne che vengono fatte ad oggi.
Poi ci sono vari modelli di cargo, una cargo media porta anche 100 kg di carico, poi il volume ovviamente dipende, e poi ci sono anche dei mezzi che stiamo iniziando a sperimentare anche noi che sono invece dei tricicli furgonati, che hanno volumi molto più ampi, fino a 300 kg, che hanno ingombri diversi, è una tipologia diversa di consegna, ma noi stiamo proprio puntando a questa diversificazione della flotta.
Però è verissimo che magari nell'immaginario un po' comune, ancora oggi, si pensa che magari la consegna a domicilio in bici sia solo quella fatta un po' allo stile dei rider, quindi con gli zaini, in realtà le cargo sono proprio un mezzo che può sostituire i furgoni.”
Grazie a questi mezzi So.De riesce a coprire efficacemente tutta l’area di Milano, effettuando diversi tipi di consegne per i più disparati clienti, spesso legati in qualche modo all’ambito sociale e solidale. Le prime consegne di So.De, che sono state anche lo sprone alla nascita del progetto, sono state effettuate durante il lockdown per il ristorante Rob de Matt, situato nel quartiere Dergano e basato su un progetto di inclusione sociale e lavorativa rivolto a persone con storie di marginalità e svantaggio.
L’impegno solidale e un altro pilastro fondamentale del progetto, infatti tutt’oggi una quota delle consegne sono portate avanti in collaborazione con realtà solidali attive sul territorio, completando un ciclo virtuoso in cui chi è stato aiutato aiuta gli altri e che si vuole presto riproporre in tutto il paese.
NC: “E in parallelo, oltre a queste consegne di prodotti, facciamo quelle che sono invece le consegne solidali. Quindi dove andiamo a recuperare il cibo, lo portiamo agli hub solidali, oppure consegniamo direttamente a famiglie in difficoltà. Quel pezzo lì è un pezzo anche che fa parte appunto di tutta la nostra attività di consegna effettiva giornaliera.
L'idea è quella di ora andare a replicare il modello. Cioè il nostro modello di delivery etico, da portarlo da Milano in altre città, capacitando delle realtà che come noi vogliono fare un delivery fatto in maniera alternativa e, in questo senso, accompagnandole nell'avvio di questa attività, da una parte con una piattaforma tecnologica che è nostra proprietaria, che adesso lanceremo a breve, che permette di ottimizzare le consegne, i giri e allo stesso tempo di gestire anche i clienti che possono inserire gli ordini direttamente. Oltre a questo, vengono dati tutta una serie di accompagnamenti su delle parti particolarmente complesse che abbiamo sviluppato e sperimentato in questi due anni e mezzo di attività, che sono legate invece alla parte contrattualistica, lavoristica, quindi alla parte di sicurezza, alla parte commerciale anche di avvio del parco clienti, agli inserimenti lavorativi e quindi questo pacchetto che chiamiamo “So.De kit” vorremmo promuoverlo per diffondere un delivery diverso anche in altre città in Italia.”
Il rider è una figura lavorativa diventata ormai quasi fondamentale nelle città ma che è purtroppo caratterizzata da condizioni di lavoro critiche, in balia di decisioni arbitrarie delle grandi aziende e con poche garanzie per il futuro.
Grazie al progetto So.De si è voluto rovesciare questa narrazione, dando visibilità e dignità a un lavoro ormai indispensabile e che può, o meglio deve, avere tutte le tutele che sono riconosciute a ogni altro lavoratore.
Il tutto è portato avanti con uno sguardo che va oltre il semplice rapporto di lavoro, ma si allarga alla persona, alla sua comunità e all’ambiente, grazie all’importante attenzione agli aspetti sociali, solidali e sostenibili, fondamentali per il progetto e un modo per avviare dei cicli virtuosi a bordo di una bicicletta.
Michele Simeone

Sono Michele Simeone, nato in provincia di Trento nel 1992. Laureato in Tecnologie Forestali e Ambientali all’Università di Padova, ho poi conseguito un master in Gestione e Conservazione dell’Ambiente e della Fauna presso l’università di Parma, assecondando la mia passione per la montagna e la natura. Dopo gli studi ho lavorato per 5 anni in un vivaio a Riva del Garda e ho ritrovato il mio interesse per la comunicazione durante la pandemia di Covid19, avvicinandomi al mondo dei podcast. Con duei amici ho creato Bestiacce, un podcast di divulgazione scientifica in chiave goliardica e per SanbaRadio di Trento ho preparato Terra Terra, un programma in 6 puntate sulla cura delle piante domestiche. Per Unimondo scrivo e registro Altro Modo, il mio primo podcast di giornalismo.