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Caporalato: triplicati i casi in agricoltura
Conflitti
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Foto: Unsplash.com
Sono almeno 200 mila i lavoratori irregolari nel settore agroalimentare. In crescita gli illeciti, il legame tra sfruttamento e violenza di genere, il lavoro malpagato. Ecco l'analisi del VII Rapporto Agromafie e caporalato dell'Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil.
Sfruttamento, caporalato, lavoro irregolare, illegalità, reati ambientali, sono fenomeni strutturali nella filiera agroalimentare italiana. Fenomeni che spesso si intersecano con la criminalità organizzata e con leggi (come la Bossi-Fini sull’immigrazione) che, anziché contrastarli, finiscono per favorirli.
È l’analisi contenuta nel VII Rapporto Agromafie e caporalato dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil appena pubblicato, da cui emerge che nel settore i reati e gli illeciti amministrativi sono in crescita così come il lavoro povero e il legame tra sfruttamento e violenza di genere.
Caporalato agricoltura: lavoro irregolare al Sud e in provincia di Latina
Nel 2023 si stima che siano circa 200 mila i lavoratori irregolari nell’agroalimentare: comparto che vale 73,5 miliardi di euro, ma in cui le paghe di chi contribuisce a quel valore sono molto basse, in media poco più di 6 mila euro l’anno.
Le lavoratrici potenziali vittime di sfruttamento sono circa 55 mila e la maggior parte non viene intercettata dalle istituzioni: reclutate illegalmente, senza alcuna forma di protezione sociale e previdenziale e quindi vulnerabili ad abusi e violazioni di diritti.
Più di un terzo dei lavoratori irregolari è nelle regioni del Sud (Campania, Calabria, Sicilia, Puglia) a cui si aggiunge il Lazio: l’incidenza nella sola provincia di Latina è pari al 40 per cento.
Ma i dati sono sottostimati e comprendono al loro interno lavoro sfruttato e pratiche para-schiavistiche...
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