FMI: basta con le nomine europee - dicono le campagne

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In occasione della riunione dei ministri europei delle finanze (Ecofin) in corso oggi a Dublino, le campagne per la riforma delle istituzioni finanziarie internazionali hanno inviato vari comunicati nei quali chiedono ai ministri una svolta nella nomina del direttore del Fondo Monetario Internazionale (FMI). "I ministri europei delle finanze, riuniti oggi a Dublino, farebbero bene a dichiarare che l'Europa rinuncia al suo 'diritto' di scegliere il nuovo direttore del Fondo monetario internazionale (FMI). Il Ministro dell'Economia italiano, Giulio Tremonti, farebbe bene a sostenere la posizione del Regno Unito, che ha fatto sapere che vuole convincere i suoi partner europei che 'sarebbe dannoso sia per il FMI che per la credibilità del prossimo direttore se un candidato fosse scelto in base al "mercato delle vacche" e non sulla sua abilità" - afferma una nota della Campagna per la Riforma della Banca mondiale.

Secondo una tradizione che risale alla fondazione delle istituzioni di Bretton Woods nel primo dopoguerra, l'incarico di direttore del Fondo Monetario Internazionale è sempre stato assegnato ad un europeo, mentre quello di direttore della Banca Mondiale ad uno statunitense. "La protesta contro il "gentlemen's agreement" tra Europa e Stati Uniti, che fornisce automaticamente il posto più importante al FMI ad un cittadino europeo e quello alla Banca Mondiale ad un cittadino statunitense - continua la nota della Campagna - è ormai arrivata anche all'interno dello stesso FMI. Undici dei suoi ventiquattro Direttori Esecutivi, in rappresentanza di più di 100 paesi del Sud del mondo, hanno richiesto che il direttore del FMI sia scelto in base ad un processo aperto e trasparente tra i migliori candidati, indipendentemente dalla nazionalità".

Dello stesso avviso anche la Campagna inglese "Jubilee Debt Campaign", che con Action Aid, CAFOD, Oxfam e Save the Children UK la scorsa settimana ha inviato una lettera al Ministro delle finanze britannico Gordon Brown chiedendogli di adoperarsi affinchè nel ruolo di direttore del FMI sia scelto "il miglior candidato indipendentemente dalla sua nazionalità". La lettera sottolinea inoltre l'urgenza di rendere trasparente il processo di nomina dei candidati - tra i quali spesso vengono inclusi famosi funzionari europei escludendo persone altrettanto capaci ma meno famose del Sud del mondo - e di attenersi a quelle norme di 'good governance' che il FMI richiede ai Paesi membri rendendo democratico il processo di selezione degli incarichi di maggior rilievo nel Fondo.

Istanze che sono diventate pressanti anche per le richieste dello stesso staff del FMI che nei giorni scorsi - come riporta un articolo del Financial Times - ha manifestato la "preoccupazione che la mancanza di trasparenza nella scelta del direttore metta a rischio la possibilità del FMI di svolgere con diligenza il proprio lavoro". Alle quali si è aggiunta la richiesta dei Paesi Arabi di considerarare per le nomine alcuni loro candidati.

"A Cancun, durante la Conferenza ministeriale del WTO del settembre 2003, abbiamo visto che i paesi del Sud del mondo non tollerano più un governo economico globale basato su primati e gerarchie ormai fuori dalla realtà" - ha dichiarato Martin Koehler della Campagna per la riforma della Banca mondiale. "Per la credibilità stessa dell'Unione Europea ci auguriamo che l'incontro di Dublino non risulti nell'incoronazione del prossimo capo del FMI, ma in una rinuncia ad un passato che non è più difendibile ai nostri giorni e potrebbe rivelarsi dannoso per la credibilità della organizzazione più importante per la stabilità finanziaria internazionale" - conclude il rappresentante della Campagna. [GB]

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