L’economia cinese corre, ma le statistiche sono false

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Sempre più anomalie nei dati statistici dell’economia cinese: l’allarme arriva da economisti ed osservatori. Gli esperti accusano l’Ufficio nazionale di statistiche cinese (Nbs) di fornire dati falsi sulla crescita del Paese.

Secondo i dati riportati dalla Nbs a luglio, i profitti delle imprese industriali con ricavi oltre 20 milioni di yuan (2,9 milioni di dollari) sono aumentati del 16,2% su base annua. Ma in seguito alla svalutazione della moneta cinese per far fronte alla guerra dei dazi, il valore dello yuan di quest'anno (a giugno 2018 era a 6,6247 contro il dollaro) è diminuito rispetto all’anno scorso. Di conseguenza, secondo i dati ufficiali, i profitti del settore industriale sono cresciuti il 17,1% nei primi sette mesi del 2018. Ma i guadagni, se considerati in termini di valore monetario, sono diminuiti dell'8,1%.

Gli economisti temono anche che la Nbs abbia abbassato i dati di base dello scorso anno per rendere più elevato in termini percentuali il tasso di crescita di quest'anno del settore industriale. L’ufficio di statistica dichiara che le aziende vengono analizzate a campione. Secondo alcuni però questa campionatura verrebbe pilotata selezionando solo le realtà industriali più virtuose. Difatti le revisioni dei campioni utilizzati non sono rese pubbliche.

I numeri “truccati” riguardano i grandi gruppi industriali, le vendite al dettaglio, il consumo di elettricità e la produzione di carbone. Va detto che , anche quest’anno, l’ufficio di statistiche sta riscontrando diverse difficoltà a far quadrare i conti forniti dalle province con il calcolo complessivo del Pil. “Il sistema statistico è orientato dagli obiettivi fissati dalla politica. Se la spesa dei consumatori è destinata a crescere del 10% allora chi compila le statistiche aggiusta i numeri per raggiungere il 10%. Ciò potrebbe portare la Nbs a modificare il numero di aziende che vengono campionate o cambiare gli standard per l'inclusione nei campioni” dichiara al South China Morning Post Anne Stevenson-Yang, co-fondatrice di J Capital Research.

Il professore di economia presso l'Università di Hong Kong Carsten Holz aggiunge: “In un sistema autoritario c'è sicuramente un incentivo per i funzionari delle statistiche a pubblicare dati che possano piacere al governo. Allo stesso tempo, tuttavia, la politica economica basata su dati inattendibili non può che essere carente e porta quindi a risultati che non piaceranno al governo”.

Da Asianews.it

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