Banca Mondiale: conclusa l'assemblea, critiche le Ong

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Si è conclusa ieri a Dubai (Emirati Arabi Uniti) la Conferenza Annuale dei rappresentanti della Banca Mondiale (BM) e del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Nella sua relazione, il presidente della BM James D. Wolfensohn ha affermato che e' necessario un "nuovo equilibrio" tra nazioni sviluppate e paesi in via di sviluppo soprattutto per quanto concerne il commercio e gli aiuti.

Ha inoltre sottolineato come gli impegni del Millennium Development Goals, tra i quali il dimezzare la poverta entro l'anno 2015, non sono stati finora corrisposti e ha richiamato i governi ad assumersi le proprie responsabilita' soprattuto da parte delle nazioni ricche: mentre infatti "le politiche dei paesi in via di sviluppo non sono mai state forti come oggi", nei paesi sviluppati "sono stati fatti progressi", ma "non corrispondenti alle agli impegni assunti".

Circa l'assemblea di Cancun dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) ha affermato che "i paesi in via di sviluppo - che vivono di agricoltura - non possono accettare un modo di negoziare che chiede loro solo di accettare le proposte dei paesi ricchi". "A Cancun i paesi in via di sviluppo hanno chiesto che ci sia maggior equilibrio tra paesi ricchi e poveri, che per raggiungere pace e sviluppo sostenibile è necessaria una nuova serie di priorità e maggior cooperazione".

 

Sito Onu dei:
Millennium Development Goals
Rapporto della Banca Mondiale:
Global Economic Prospects 2004
Rapporto di Friends of the Earth:
Gambling With People's Lives

Nel suo discorso Wolfensohn ha descritto gli effetti di "forze di disequilibrio" nel mondo attuale dove "un miliardo di persone vivono in Paesi con l'80% del Pil mondiale e per contrasto un altro miliardo è costretto a vivere con 1 dollaro al giorno; un mondo dove gli aiuti hanno raggiunto il minino storico in 40 anni (dallo 0,5% del PIL del 1960 all'attuale 0,22%) e ammontano a 56 miliardi di dollari, ma dove i paesi ricchi spendono 300 miliardi in sussidi all'agricoltura e 600 miliardi in armamenti". "E' un mondo fuori equilibrio" - ha concluso il presidente della Banca Mondiale invitando i governi dei paesi in via di sviluppo a combattere la corruzione, migliorare la qualita' di governo ed accellerare le riforme e i paesi ricchi a capire che quello dello sviluppo non e' un problema domestico ma internazionale.

Le dichiarazioni della Banca Mondiale sono state pero' contestate da varie ong internazionali che hanno scelto la Conferenza Annuale di BM e FMI per presentare alcuni Rapporti critici dei dati forniti da BMe FMI.

"Nonostante le manipolazioni delle statistiche, il cosidetto "effetto cascata" della crescita economica non e' affatto provato e anzi gli stessi dati della BM dimostrano il contrario e cioè che i poveri sono i creditori dei ricchi e senza alcun volere finanziano gli standard di vita opulenti negli Usa e altrove" - ha affermato Ann Pettifor, direttrice del Rapporto "Real World Economic Outlook" (RWEO). Le nazioni povere, infatti, "fanno prestiti agli Usa a basso tasso di interesse, mentre ricevono prestiti (da Usa, BM e FMI) ad alti tassi". Con l'aumentare dell'instabilità dei mercati o dei consumi Usa, i Paesi sono costretti a mantenere grosse riserve di dollari, generalmente aqcuistando Buoni del Tesoro statunitensi. In questo modo di fatto stanno facendo prestiti e finanziando l'economia Usa. L'approccio al tema del Rapporto, esaurito in pochi giorni e in corso di ristampa, è nuovo anche per altri aspetti: mentre gi studi sull'ineguaglianza di BM e FMI esaminano solo il reddito, il Rapporto del RWEO considera sia il reddito sia il patrimonio.

Un altro Rapporto presentato sempre a Dubai da tre Ong (Environmental Defense, Friends of the Earth, and International Rivers Network) mette in discussione, invece, la strategia della BM di "alto rischio/alta ricompensa" su beni come acqua, foreste e industria estrattiva. Il Rapporto dal significativo titolo 'Gioco d'azzardo sulla pelle dei poveri' afferma che la BM sta facendo un gioco irresponsabile ad alto rischio, ma dove chi rischia non e' la Banca ma i poveri. "Mentre la BM e gli investitori privati si garantiscono dai rischi, le comunità locali toccate da questi progetti non hanno garanzie" - ha affermato Shannon Lawrence presentando lo studio.

Secondo le organizzazioni, mentre negli anni novanta la BM aveva dimostrato maggior cautela verso progetti ad alto rischio e forestali, ha adesso invece cambiato politica e sta consideramdo la partecipazione al finanziamento della costruzione di dighe, di struttamento delle foreste, l'estrazione mineraria, di petrolio e gas in quella che viene definita strategia di "alto rischio/alta ricompensa". "La Banca Mondiale sta tornando ai megaprogetti e questo segnerà un arresto in settori importanti come quello dell'acqua e dell'elettricità e bloccherà lo sviluppo di alternative sostenibili" - ha affermato Peter Bosshard policy director di International Rivers Network. Il Rapporto conclude facendo varie raccomandazioni tra le quali quella che la BM ricompensi le popolazioni che hanno subito danni dalle precedenti scelte ad alto rischio e che consideri la dimensioni dei diritti umani nelle sue politiche. [GB]

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