BM: nomina di Wolfowitz, scacco Usa al diritto

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Contro i principi fondanti del diritto internazionale e dei diritti umani, l'elezione avvenuta ieri nel corso della riunione del consiglio direttivo della Banca a Washington, con il voto favorevole dei rappresentanti dei governi europei che siedono nel consiglio, inclusa l'Italia, porta il falco neo-conservatore americano al vertice della principale istituzione finanziaria internazionale per lo sviluppo. Il direttivo sostiene che la nomina di Wolfowitz risponde a un chiaro impegno in favore di "sani principi di buon governo dell'istituzione" e per "l'aumento della voce e della partecipazione dei paesi del Sud del mondo all'interno della Banca Mondiale".

"Ancora una volta - sostiene Antonio Tricarico, coordinatore della Campagna per la riforma della Banca Mondiale - la nomina del vertice della più grande istituzione multilaterale per lo sviluppo e la lotta contro la povertà è avvenuta in maniera medievale e non trasparente, contro i principi fondamentali del buon governo ed obbedendo solamente a logiche di voto di scambio tra i governi forti, per garantirsi così il mutuo sostegno per future nomine in istituzioni internazionali".

Sin dalla loro creazione nel 1944 alla conferenza di Bretton Woods, infatti, la nomina del presidente della Banca Mondiale è stata appannaggio degli Stati Uniti d'America, mentre ai governi europei spetta la scelta del direttore del Fondo Monetario Internazionale, e lo scorso anno l'Unione Europea ha nominato Rodrigo Rato al vertice dell'FMI, nonostante le critiche della società civile internazionale per la scarsa trasparenza del processo.

"L'Europa va considerata responsabile di questa nomina e della perdita di credibilità della Banca Mondiale che ne deriva, al pari degli Stati Uniti d'America", conclude Tricarico. "I paesi europei hanno così mostrato la loro cronica incapacità di promuovere i principi fondanti dell'Unione a livello internazionale. Sappiamo che con Wolfowitz i paesi e le popolazioni del Sud del mondo conteranno sempre di meno nel processo di sviluppo, ed i conflitti tra la Banca e la società civile aumenteranno sensibilmente. Siamo pronti da subito a lavorare con i nostri partner internazionali per difendere più fermamente l'ambiente e i diritti umani delle comunità interessate dai progetti e programmi della Banca, e per promuovere insieme una vera democrazia globale e un nuovo modello di economia internazionale".

Paul Wolfowitz è ritenuto dalla società civile internazionale, nonché da numerosi e autorevoli osservatori internazionali, profondamente inadatto a guidare la Banca Mondiale in un momento cruciale per la riforma del sistema multilaterale, ed in particolare delle istituzioni economiche internazionali, al fine di permettere la promozione di un nuovo ordine economico internazionale, che riduca e prevenga i conflitti, ed il raggiungimento, entro il 2015, degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite.

"Paul Wolfowitz non ha alcuna esperienza in materia di sviluppo", ha dichiarato Giorgio Conconi, direttore di Mani Tese, "e ha mostrato disprezzo palese per la legge internazionale ed i diritti umani. Sotto la sua presidenza ci aspettiamo un'ulteriore riduzione dei già deboli standard sociali e ambientali della Banca, la promozione di nuovi e fallimentari programmi di privatizzazione, il rinnovo del sostegno a imprese multinazionali per progetti non necessari e sussidi per l'industria petrolifera contro gli interessi delle comunità locali e dei poveri del pianeta".

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