Il diritto al cibo nelle comunità del Karamoja

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Foto: Unsplash.com

Il progetto “Sostegno alle attività agricole nei distretti di Moroto e Napak, regione Karamoja” è arrivato alla conclusione. Si tratta di un ambizioso progetto realizzato in Uganda dalla ONG Cooperation & Development, partner di IPSIA del Trentino, che aveva come obiettivo quello di garantire il diritto al cibo alle comunità emarginate della regione del Karamoja ponendole nella condizione di affrontare le cause immediate e strutturali che stanno alla base dell’insicurezza alimentare.

Il Karamoja è una delle realtà più povere al mondo, realtà ben conosciuta anche da molti trentini che si sono recati negli anni sul posto per prestare il proprio contributo a favore della popolazione locale.

Il progetto, che si inserisce in un più vasto programma per lo sviluppo della regione del Karamoja denominato “Nutrire di cibo e conoscenze le comunità di Moroto e Napak”, è stato realizzato grazie al contributo della Regione Trentino Alto Adige e al cofinanziamento dell'AICS.

Uno dei pilastri del progetto è costituito dalla formazione di 85 Gruppi Agricoli Comunitari (GAC) che sono stati selezionati delle fasce più vulnerabili della popolazione locale (nello specifico per il 70% madri sole capofamiglia e per il 30% padri soli capofamiglia e minorenni capofamiglia; privi di istruzione, senza fonte di guadagno, con bambini al di sotto dei 5 anni). Parallelamente sono stati scelti direttamente della comunità locali 85 “model Farmer”, ossia quelle persone che dovevano assumere una funzione guida dei GAC, fra agricoltori che nel tempo avevano dimostrato di possedere buone capacità lavorative e relazionali e ai quali la comunità riconosceva una certa leadership.  I Model Farmer (Agricoltori modello) sono il vero motore della riuscita del progetto in quanto fungono da esempio pratico di successo riuscendo a generare una virtuosa emulazione.

Durante il primo anno sono stati attivati corsi di formazione per gli 85 Gruppi Agricoli Comunitari (GAC) relativi alle pratiche e tecnologie agricole con un approccio partecipativo e dimostrativo.

Molte le attività formative e pratiche condotte con i GAC: dalla costruzione dei Kitchen Garden, alle tecniche per il controllo delle malattie delle piante, alle nozioni per l’allevamento di pollame, suini, buoi. Infatti ogni GAC ha avuto a disposizione per la sperimentazione diretta sul campo: un semenzaio dove venivano seminate solo le piante orticole (pomodori, melanzane, sukuma, cavolo, cipolla) e un orto-giardino dimostrativo (o study plot), in cui tutte le piantine che sono cresciute nel semenzaio venivano trapiantate.

Alcuni GAC hanno inoltre potuto specializzarsi verso le “field crops”, cioè colture da campo (tra queste colture vi sono quelle cerealicole come il mais, le leguminose come i fagioli, le pedaliacee come il sesamo),  mentre altre nell’allevamento di maiali o capre. L’attività formativa prevedeva anche la necessaria fornitura di sementi, attrezzi e la distribuzione degli animali.

Grazie al contributo della Regione Trentino Alto Adige sono stati acquistati 200 capre e 108 buoi con i rispettivi aratri per lavorare la terra. Un cambio epocale per una popolazione che non ha mai praticato l'agricoltura

Di fondamentale importanza è stata la costituzione delle cosiddette VLSA (Village Saving and Loan Association), ossia associazioni di risparmio e credito costituite a livello di villaggio, al fine di aiutare le famiglie ad accedere al credito e così poter acquistare qualche strumento di cui necessitavano per aumentare la redditività del loro lavoro.

Infine sono stati realizzati gli incontri di coordinamento e rafforzamento delle conoscenze con il cosiddetto follow up degli 85 Gruppi Agricoli Comunitari (GAC). L'idea di seguire e affiancare i componenti anche dopo la formazione, durante la loro attività autonoma nei villaggi è stata una delle scelte vincenti di questo progetto. 

Nonostante la pandemia che ha rallentato il progetto e certamente reso ancor più difficoltoso l'accesso di alcune aree rurali al mercato con le relative conseguenze economiche, le azioni intraprese con questo progetto hanno portato non solo una opportunità formativa ai 2.550 componenti degli 85 Gruppi Agricoli Comunitari, ma anche e soprattutto hanno un concreto miglioramento dello stile di vita e della disponibilità di cibo per loro e per i loro famigliari.

Da IPSIA del Trentino

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