Leader cristiani: Gli attentati terroristi contro i partiti pro-minoranza minacciano la democrazia

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Gli attacchi contro i comizi elettorali dei partiti a favore delle minoranze in Pakistan sollevano dubbi sulla trasparenza delle imminenti elezioni generali. È quanto esprimono i leader cristiani delle città colpite dalla recente ondata di violenza, che tre giorni fa ha reclamato la vita di più di 130 persone. Il Paese ha osservato un giorno di lutto, mentre il bilancio dei morti dell’attacco al comizio elettorale nella città di Mastung (Balochistan) è salito a 131.

Stiamo vivendo una situazione strana. Il crescente terrorismo fa sorgere domande sull’efficienza degli istituti statali. Gli shock di ogni giorno sono diventati routine e le autorità continuano a incolpare l’Isis o le agenzie straniere”, commenta ad AsiaNews il pastore Simon Bashir della Chiesa metodista Bethel, a Quetta (Balochistan). “I terroristi sono riusciti nel loro obiettivo, e i partiti colpiti ora rimandano le loro campagne per via degli elettori morti”. Bashir ricorda di aver incontrato più volte Nawab Siraj Raisain, candidato del partito Awami della provincia ucciso nell’attentato. “Si muoveva sempre con una carovana di più di 20 giovani. Sembra che il sospetto attentatore fosse un locale”.

Il pastore non è nuovo alla violenza terrorista. Proprio nella sua Chiesa, a dicembre si è consumato un attacco suicida. Da allora, 15 truppe del gruppo paramilitare “Corpo di frontiera” vivono all’interno dell’edificio per motivi di sicurezza. La sua non è l’unica chiesa ad aver messo in atto misure di difesa. La cattedrale di San Giovanni a Peshawar ha di recente aumentato i propri sistemi di sicurezza. Il 10 luglio, la città è stata teatro dell’attentato al comizio elettorale dell’Awami National Party (Anp), che ha provocato la morte di 23 persone. Il pastore della cattedrale, John Joseph, afferma: “Le autorità sono più concentrate sulle elezioni, e la sicurezza viene negletta. Anp è stata colpita anche durante la campagna elettorale del 2013. Abbiamo perso dei sinceri leader progressisti che avevano a cuore le minoranze religiose. I partiti radicali, d’altra parte, hanno mano libera. Il vero test per le minoranze ci sarà dopo le elezioni”.

Anche Citizens for Free and Fair Franchise and Freedom of Expression, un comitato congiunto di organizzazioni per i diritti umani di Lahore, esprime il timore che le elezioni siano manipolate. “La recente serie di attacchi terroristi – si legge in un comunicato stampa del 15 luglio – ricorda il blocco totale dei partiti democratici nelle ultime elezioni. Questi attacchi sembrano completare gli sforzi ufficiali di rendere impossibile ai partiti democratici competere con i partiti religiosi estremisti”. “La commissione elettorale del Pakistan – concludono gli attivisti – deve rivendicare la propria autorità e prendere tutte le possibili misure per assicurare libere e giuste elezioni e un campo equo di competizione per tutti i partiti politici”.

Kamran Chaudhry da Asianews.it

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